Zhang Yimou presenta il suo nuovo film al Festival del cinema di Cannese con un film sulla rivoluzione culturale. Secondo i suoi critici però, il regista è sempre meno politico nelle sue opere. Sul cyberspionaggio, la Cina protesta per la richiesta di estradizione di cinque tecnici informatici cinesi. Taiwan chiede i danni al Vietnam per i danni alle aziende provocati dai disordini dei giorni scorsi. COMING HOME, ZHANG YIMOU A CANNES
Torna a Cannes il più famoso regista della quinta regione generazione di filmaker cinesi, con un film sulla rivoluzione culturale. Un melodramma che racconta la vicenda straziante di una sofferenza folle. Tra la fine degli anni Sessanta e l’inizio dei Settanta madre e figlia si ritrovano sole perché il marito viene rieducato.
Le due donne vivono sotto stretta sorveglianza del partito specie dopo che l’uomo ha tentato la fuga. Un tentativo fallito anche per il tradimento della figlia adolescente attratta da una carriera di ballerina che comunque le verrà preclusa. Passano gli anni, la rivoluzione finisce , l’uomo viene liberato ma la moglie che lo attende da sempre non lo riconosce e, anzi, lo confonde con un suo persecutore politico. L’uomo si adatterà a conquistare la fiducia della moglie vivendo in uno scantinato vicino. Una storia straziante, un racconto lineare e, sostengono molti critici, un Zhang Yimou, sempre meno politico.
CYBERSPIONAGGIO: LA CINA RISPONDE AGLI USA
La Cina ha convocato in neonominato ambasciatore degli Stati Uniti, Max Baucus, in segno di protesta per le accuse da parte degli Stati Uniti di cyberspionaggio, con tanto di richiesta di estradizione, per cinque tecnici cinesi. Il ministero degli Esteri ha anche dichiarato che Pechino potrebbe "adottare ulteriori misure" a seconda di come la situazione si svilupperà. Intanto l’agenzia Nuova Cina esce con un editoriale in cui ribalta le acuse, citando il caso Snowden.
VIETNAM , TAIWAN CHIEDE I DANNI
Una delegazione di Taiwan si sta recando in Vietnam per aiutare le proprie imprese a chiedere un risarcimento alle autorità locali per i danni causati dai disordini anticinesi. Secondo il ministero dell’Economia di Taiwan, 224 fabbriche taiwanesi hanno subito danni durante gli scontri, con 18 che sono state incendiate e cinque che sono totalmente bruciate.
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