A Maoming continuano le proteste contro l’impianto di paraxilene. Intanto circolano voci sulla morte di alcune persone durante gli scontri di domenica scorsa. Niente accordo tra governo e studenti che chiedono la la fine di un accordo commerciale con Pechino. Il rapimento di una turista cinese in Malaysia. Il nuovo terminal dell’aeroporto di Shenzhen allagato dopo le forti piogge dei giorni scorsi. MAOMING UPDATE
Mentre continuano le proteste contro un impianto di paraxilene nella città di Maoming, nel Guangdong, circolano indiscrezioni secondo cui quindici persone sarebbero morte a seguito degli scontri di domenica scorsa tra manifestanti e polizia.
Le autorità cinesi negano, confermando invece numerosi arresti che si estendono anche ad altre città, così come le proteste: Shenzhen, Guangzhou. Secondo le testimonianze, gli scontri di domenica scorsa sarebbero cominciati quando alcuni manifestanti hanno iniziato a lanciare uova e bottiglie contro la polizia, che avrebbe reagito violentemente, caricando e provocando decine di feriti.
Negli incidenti sarebbe stata incendiata un’auto delle forze dell’ordine e si parla anche di una bottiglia molotov. Ora, a Maoming vige il coprofuoco. Le proteste per ragioni ambientali e, più in generale, per la qualità della vita, diventano sempre più frequenti in Cina
TAIWAN, NIENTE ACCORDO SULL’ACCORDO
Il governo taiwanese ha redatto un nuovo disegno di legge che prevede diversi livelli di approvazione per i trattati con la Cina, ma la soluzione non soddisfa gli studenti e le forze che dal 18 marzo protestano contro l’accordo di libero scambio nel settore dei servizi.
Il meccanismo “quattro più due” dovrebbe implicare quattro passaggi per l’approvazione e poi un accordo tra governo e consiglio nazionale prima che una nuova legge sia varata. Gli oppositori contestano il fatto che il nuovo meccanismo non preveda la cancellazione del disegno di legge.
RAPIMENTO IN MALAYSIA
Come se non bastasse la vicenda del volo MH370, ad acuire la “sindrome malese” della Cina arriva la notizia che una turista di Shanghai è stata rapita, insieme a una receptionist d’albergo, nello stato di Sabah, in Borneo.
Il luogo fa propendere gli inquirenti per la pista islamica, dato che combattenti dell’organizzazione militante Abu Sayyaf hanno già compiuto scorrerie e rapimenti nella regione.
TERMINAL IN STATO TERMINALE
Il colossale terminal 3 dell’aeroporto Bao’an, a Shenzhen, aperto da tre mesi e magnificato come futuristica meraviglia di cemento e tecnologia, assomiglia a una “grotta allagata”, dopo le violente perturbazioni che hanno afflitto il sud della Cina.
Parola degli stessi viaggiatori. Il boom degli aeroporti cinesi, già sospetta di essere una nuova versione della speculazione edilizia, rivela una prima falla.
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