La premier thailandese Yingluck Shinawatra dovrà rispondere di aver rimosso ingiustamente l’ex numero uno del Consiglio di sicurezza nazionale. Il governo dello Sri Lanka ha messo al bando il governo in esilio tamil e altre 15 organizzazioni legate alla minoranza etnica. Il Giappone rivede le regole sull’export di armi. THAILANDIA – Nuovi guai giudiziari per Yingluck
La prima ministra thailandese, Yingluck Shinawatra, dovrà affrontare una nuova sfida giudiziaria, accusata da un gruppo di senatori dell’opposizione di dolo per il trasferimento di ruolo di un funzionario governativo chiave. La premier è accusata di aver ingiustamente rimosso nel 2011 l’allora numero uno del Consiglio di sicurezza nazionale, considerato un sostenitore dell’opposizione.
Da mesi la premier è bersaglio di manifestazioni che ne chiedono le dimissioni e che spingono per l’istituzione di un non meglio definito consiglio del popolo non eletto che guidi le riforme. Yingluck, considerata dagli oppositori portatrice delle istanze del fratello ed ex premier, ora in esilio, Thaksin, è già stata inquisita per negligenza dalla commissione anti-corruzione per la gestione dei sussidi ai produttori di riso.
SRI LANKA – Tamil all’estero al bando
Lo Sri Lanka ha messo al bando il governo in esilio tamil e altre 15 organizzazioni globali legate alla minoranza, accusate di sostenere il terrorismo. Il governo cingalese ha quindi deciso il congelamento dei beni delle organizzazioni che sostengono la formazione di uno stato tamil indipendente, in base a quanto stabilito dalla risoluzione 1373 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.
I gruppi messi al bando sono attivi tra gli altri negli Stati Uniti, in Canada, in Gran Bretagna e in Norvegia.
La scorsa settimana il Consiglio Onu per i diritti umani aveva votato una risoluzione che apre la strada a un’inchiesta indipendente su presunti crimini di guerra di cui sono accusati i soldati cingalesi nell’ultima fase del conflitto contro i separatisti delle Tigri Tamil.
GIAPPONE – Nuove regole per l’export di tecnologia militare
Il governo di Tokyo ha deciso ieri di rimuovere un bando in vigore da quasi 50 anni sulle esportazioni di armi e tecnologia militare. Per anni la ricerca di settore è andata a beneficio dell’alleato numero uno del Giappone: Washington.
Da ieri altri alleati di Tokyo sono alla porta per accaparrarsi forniture ad alta tecnologia: Australia e India in particolare sono interessate a motori sottomarini prodotti da Kawasaki Heavy Industries e da velivoli anfibi della Shinmaywa.
Tuttavia la notizia – insieme all’aumento del budget per la difesa nazionale – non piace a Pechino che accusa il Giappone di voler tornare una potenza militare, accusa smentita da Tokyo che ha dichiarato che rimarrà una potenza "impegnata nella lotta per mantenere la pace" nel mondo.