Il Tribunale speciale di Islamabad ha formalmente incriminato l’ex presidente Musharraf per alto tradimento. Le Filippine portano alla corte d’arbitrato Onu prove contro le rivendicazioni cinesi nel mar cinese meridionale. In Thailandia si vota per il Senato. PAKISTAN – Musharraf incriminao per alto tradimento
L’ex presidente pakistano Pervez Musharraf è stato formalmente incriminato per alto tradimento dal tribunale speciale di Islamabad.
L’ex dittatore si è dichiarato innocente per le accuse di aver sospeso la sospensione la Costituzione, per l’arresto di giudici e per aver imposto lo stato d’emergenza nel 2007, un anno prima della fine della sua esperienza al potere iniziata con il golpe del 1999. Se condannato rischia la pena di morte.
Musharraf, in ospedale dall’inizio dell’anno, era tornato in Pakistan a marzo del 2013, per il voto di maggio, cui non ha potuto partecipare.
Il processo contro l’ex capo dell’esercito, l’istituzione più importante del paese, rischia di accendere il conflitto tra la magistratura, il cui ruolo sembra sempre più assertivo, e i militari, che in passato sono intervenuti direttamente in politica.
Il tribunale dovrà ora decidere se consentire a Musharraf di recarsi a Dubai per trovare la madre malata. L’ex generale è attualmente ai domiciliari e nella lista delle persone cui è vietato uscire dal Pakistan.
FILIPPINE – Prove contro le rivendicazioni cinesi alla corte d’arbitrato ONU
Oltre 4000 pagine corredate da 40 cartine sono state presentate dal governo filippino alla corte permanente di arbitrati delle Nazioni Unite come prova delle violazioni cinesi nel Mar cinese meridionale.
Il gesto arriva il giorno dopo che un’imbarcazione filippina ha evitato i controllo delle navi militari cinesi per portare rifornimenti alle truppe stazionate in un isola, il Second Thomas Shoal, nel braccio di mare conteso. Truppe filippine sono di stanza qui dal 1999.
Pechino rivendica la sovranità su un’area marittima a forma di U su cui oltre alle Filippine, si trova a scontrarsi con le posizioni dei governi di Vietnam, Brunei,Malaysia e Taiwan.
A gennaio scorso Manila ha portato il caso di fronte alla corte d’arbitrato permanente dell’ONU che darà il suo verdetto non prima del 2015. La Cina ha comunque rifiutato di prender parte al processo sostenendo che le relazioni bilaterali potrebbero uscirne seriamente danneggiate. Pechino, ha spiegato il portavoce del ministero degli Esteri Hong Lei, rimane impegnata a risolvere questioni di rilievo attraverso "dialogo e consultazioni".
THAILANDIA – Elezioni per il Senato
Gli elettori thailandesi sono tornati ieri alle urne per eleggere il Senato nazionale, un altro serio test per il governo di Yingluck Shinawatra, da mesi nell’occhio del ciclone.
Oggi la prima ministra dovrà infatti difendersi di fronte alla commissione nazionale anti corruzione con l’accusa di negligenza sul programma di sussidi sul riso.
Il Senato thailandese è formato per il 51 per cento da membri eletti dalle urne (77) dietro raccomandazione di organi governativi locali e per il restante 49 da politici nominati (73) da una commissione di membri di organi consultivi nazionali (commissione anti-corruzione, corte costituzionale).
Secondo Kan Yuenyong, analista politico esperto di Thailandia citato da Reuters, le elezioni per il Senato avranno un esito simile a quello delle elezioni del 2 febbraio scorso, "cioè favorevole al governo". Tuttavia, con la maggioranza dei senatori schierati contro il governo di Yingluck, accusata di fare gli interessi dell’ex premier in esilio e fratello Thaksin, la strada verso l’impeachment della prima ministra potrebbe esser in discesa.
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