Si riapre il capitolo rapimenti, una delle questioni più spinose tra Pyongyang e Tokyo. A Ulanbataar, i genitori di Megumi Yokota, rapita dai nordcoreani nel 1977, incontrano la nipote. Il nuovo leader delle camicie rosse dichiara fedeltà al governo di Yingluck Shinawatra. Toyota chiude due stabilimenti in India. COREA DEL NORD – I coniugi Yokota incontrano la nipote
L’incontro con la nipote 26enne Kim Eun Gyong è stato un miracolo, dicono Shigeru e Sakie Yokota. Kim è figlia di Megumi Yokota, rapita nel 1977 dai nordcoreani e morta suicida nel 1994. I nonni hanno potuto incontrare la nipote a Ulan Bator.
La questione dei rapimenti di giapponesi tra gli anni Settanta e Ottanta del secolo scorso, la cui prima ammissione risale al 2002, è uno dei nodi dei rapporti tra Tokyo e Pyongyang.
Il rapimento di Megumi, all’epoca 13enne, fu uno dei maggiori punti di frizione tra i due Paesi, che non hanno relazioni diplomatiche. Tokyo ha per anni respinto la notizia della morte della ragazza, perché i test del Dna proverebbero il contrario.
Intanto oggi a Ginevra, la Cina ha respinto il rapporto Onu sui crimini dell’umanità commessi in Corea del Nord. Per il rappresentate di Pechino, il documento, che paragona quanto avvenuto a Nord del 38esimo parallelo alle Germania nazista, non è credibile perché basato in gran parte sulle testimonianze di fuoriusciti ed esuli e non con ricerche all’interno.
La posizione cinese fa temere che Pechino blocchi ulteriori tentativi di perseguire la dirigenza nordcoreana compresa l’ipotesi di di deferimento al Tribunale penale internazionale.
THAILANDIA – Sostegno al governo dal nuovo leader delle camicie rosse
Jatuporn Prompan, leader appena nominato del Fronte unito per la democrazia, ha annunciato che i militanti scenderanno in strada per sostenere la prima ministra Yingluck Shinawatra, bersaglio da mesi di proteste anti-governative che ne chiedono le dimissioni.
“Lotteremo con unghie e denti per difendere il governo, ma lo faremo pacificamente”, ha detto il leader delle magliette rosse, come sono chiamati i sostenitori della famiglia Shinawatra.
Jatuporn, sotto inchiesta per terrorismo, fu tra gli organizzatori delle manifestazioni antigovernative contro l’esecutivo del Partito democratico, rappresentante delle élite thailandesi, culminate con la repressione a maggio del 2010, che fece 90 morti tra i manifestanti che per settimane occuparono il centro di Bangkok.
La premier Yingluck,ritenuta dall’opposizione una marionetta nelle mani del fratello ed ex primo ministro in esilio Thaksin, è accusata di negligenza dalla commissione anti-corruzione per la gestione dei sussidi ai produttori di riso. Il suo governo a interim ha inoltre poteri limitati in attesa che si trovi una soluzione allo stallo politico, non sanato dal voto del 2 febbraio boicottato dalle opposizioni.
INDIA – Toyota ferma la produzione in due stabilimenti
Toyota ha deciso di sospendere la produzione di auto in due stabilimenti in India. L’annuncio arriva mentre è in corso una disputa sui salari tra la proprietà e i lavoratori indiani. In un comunicato ripreso dalla Bbc, l’azienda giapponese sostiene di “non aver avuto altra scelta che dichiarare un blocco della produzione per garantire la sicurezza dei lavoratori e del personale amministrativo”.
I due impianti situati fuori Bangalore hanno una capacità produttiva di 700 automobili al giorno e impiegano più di 6mila lavoratori. “Negli ultimi giorni – si legge ancora nel comunicato di Toyota – alcuni reparti di lavoratori hanno deliberatamente fermato le linee di produzione, abusando e minacciando i loro responsabili”.
Da circa 10 mesi sono in corso negoziati con la proprietà per un aumento dei salari. Sforzi moltiplicati negli ultimi giorni, in seguito all’annuncio di un aumento dello 0,8 per cento dei salari per il personale giapponese del primo produttore mondiale di automobili.
[Foto credits: cnn.com]