La nostra rassegna quotidiana
Il partito comunista cinese stringe il controllo sui media: nasce una nuova megaemittente
Si chiamerà Voice of China la nuova mega-emittente di stato cinese e riunirà l’emittente tv Cctv, la radio nazionale (Cnr) e il suo canale internazionale (Cri). Il nuovo ente d’informazione e intrattenimento sarà gestito dal Diparitimento centrale per la pubblicità, a sua volta sotto l’autorità del Consiglio di stato, il governo cinese. Con la riforma delle emittenti radiofoniche, saranno potenziati il dipartimento della propaganda che ingloberà l’Amministrazione nazionale per la stampa, le pubblicazioni, la radio, i film e la tv e le autorità di controllo sui dipendenti degli organi d’informazione di stato. La riforma è parte di una revisione strutturale dell’organizzazione statale cinese tesa a rafforzare la presenza del partito in tutti i rami della società cinese. L’informazione — anche quella fuori dal web — sarà insomma sempre più controllata e dovrà essere “assolutamente leale” al leader, il presidente Xi Jinping.
Sparito il miliardario cinese proprietario dello Slavia Praga
Ye Jianming è riuscito in poco tempo a mettere insieme una fortuna (42 miliardi di dollari) investendo nel settore energetico in Repubblica Ceca. Di lui, però, da qualche tempo a questa parte non si hanno più notizie. Secondo quanto rivelato dai media di stato cinesi, l’uomo sarebbe sotto indagine per sospette violazioni alla legge cinese, nessun dettaglio ulteriore è stato diffuso. Secondo indiscrezioni ottenute dal quotidiano hongkonghese South China Morning Post, l’uomo starebbe aiutando le autorità a rispondere a certe domande e vorrebbe evitare l’attenzione pubblica per un po’, ma non sarebbe sotto arresto. La sparizione di Ye ha allarmato la presidenza ceca che ha inviato una delegazione a Shanghai per indagare nella vicenda. La sua società ha investito nel paese acquisendo un noto brand di birra e la squadra dello Slavia Praga.
Si dimette Htin Kyaw, primo presidente civile del Myanmar
Htin Kyaw, presidente del Myanmar e uomo molto vicino alla leder de facto del paese Aung San Suu Kyi ha rassegnato le proprie dimissioni. Un’altra tegola sul capo del Premio Nobel per la Pace che oggi è oggetto di critiche da parte della comunità internazionale per la questione irrisolta dei rohingya, una popolazione di religione musulmana stanziata in una regione nel nordest del paese e oggetto di persecuzioni da parte delle forze di sicurezza birmane. Settantadue anni, Htin Kyaw, era diventato nel 2016 il primo presidente civile e democraticamente eletto del suo paese. Il motivo delle sue dimissioni rimane sconosciuto, ma girano speculazioni su una sua possibile malattia. Il suo ruolo era principalmente cerimoniale, dato che il potere esecutivo è ricaduto tutto su Lady Aung. Toccherà ora a Myint Swe, vicepresidente ed ex generale prendere il posto lasciato vacante.