Il convegno letterario italo-cinese si è concluso con la premiazione per la miglior traduzione cinese di narrativa italiana pubblicata nel 2008. Tra una decina di opere i lettori hanno scelto Il castello dei destini incrociati di Italo Calvino, tradotto da Zhang Mi 张宓, da trent’anni docente di italiano presso UIBE, University of International Business and Economics di Pechino, nonché interprete e traduttrice tecnica ed editoriale. Commossa e modesta, la simpatica professoressa ha minimizzato, dicendo che il motivo di tale premiazione va vista nell’affetto dei tanti studenti che hanno scelto di votare la traduzione della propria insegnante.
Il premio Qiao, assonante con l’italiano ‘Ciao’ e che in cinese significa ‘Ponte’, intende appunto rappresentare il primo passo verso un collegamento tra le due culture italiana e cinese, messe in contatto soprattutto dal lavoro di insegnanti di lingua e traduttori.
Spesso la strada che ci troviamo a percorrere non la stabiliamo a tavolino, spesso è il destino che ci viene incontro e ci orienta verso un certo percorso. Sta a noi poi scegliere se e come continuare quel cammino. Nel caso della professoressa Zhang Mi, incontrata in un bel pomeriggio di sole nella capitale cinese, è stato l’italiano a scegliere lei. Tutto frutto del caso- o del destino. Dopo il periodo della Rivoluzione Culturale, che la vede al confine russo-cinese a lavorare in fabbrica, l’allora studentessa riprende gli studi universitari presso l’Istituto per il commercio estero di Pechino (poi diventato Uibe) e viene assegnata al dipartimento di lingua italiana. Altri suoi compagni di università avrebbero studiato tedesco, russo, francese. A lei è toccato l’italiano.
A cui piano piano si è appassionata: ‘la passione viene studiando’, sorride la professoressa. Dopo la laurea, si reca in Italia per perfezionare la lingua, vive e studia tra Roma e l’Università per stranieri di Perugia. Dopo due anni è di nuovo in Cina, presso la cattedra di italianistica di Uibe. Oltre all’insegnamento si dedica alla compilazione di manuali di lingua italiana e alla traduzione tecnica di testi di economia e giurisprudenza (quali Dal mercato comune alla moneta unica, del professor Triulzi, docente di Politica Economica presso La Sapienza e il Codice civile italiano) e alla traduzione letteraria. Siamo all’inizio degli anni ’80, periodo di apertura che vede la diffusione e la reperibilità di un numero consistente di opere letterarie straniere. È del 1981 la pubblicazione della versione cinese de Il visconte dimezzato, primo romanzo tradotto da Zhang Mi per la Shanghai Translation Publishing House上海译文出版社. Zhang
Mi comincia quindi una prolifica attività di insegnamento, tenendo nella sua lunga carriera didattica corsi di lingua, legge e economia italiana, e di curatrice e traduttrice di manuali. Da autrice ha curato insieme a Li Wentian la Grammatica Italiana意大利语语法, Parlare Italiano in Cina在中国讲意大利语, Discorsi economico-commerciali意大利语高级经贸口译, Selezione di articoli dalla stampa italiana意大利报刊文选, per citarne alcuni.
Per quanto riguarda la narrativa, al Il visconte dimezzato sono seguite le edizioni cinesi delle Favole al telefono di Gianni Rodari (per la New Buds Publishing House新蕾出版社 di Tianjin), e ancora Calvino con Le città invisibili, Il castello dei destini incrociati, Le Cosmicomiche (tutte per la Yilin Publishing House).
La traduzione è una ‘riproduzione’ che deve essere il più fedele possibile all’originale. Per quanto non sia possibile trasferire da una lingua all’altra tutto l’universo stilistico, ritmico, concettuale che stanno dietro un libro, il compito e l’obbiettivo del traduttore deve essere sempre quello di tenersi il più vicino possibile al testo di partenza. Soprattutto divertendosi. Perché la traduzione, oltre a essere una sofferenza, è anche una specie di gioco. ‘Quanto mi sono divertita a leggere Calvino!’ dice emozionata la professoressa. ‘Quelle frasi, lo stile, e delle storie così belle, che sono favole ma allo stesso tempo parlano della realtà, mi piace tantissimo!’. Calvino insieme ad altri autori contemporanei italiani, rappresenta il tipo di narrativa prediletto da Zhang Mi, che li preferisce di gran lunga ai classici, unica lettura disponibile durante la sua giovinezza. Un solo rammarico: non poter dedicare molto tempo alla lettura, impegnata com’è tra insegnamento e interpretariati.
Tradurre significa anche tradire? Certo, si tratta sempre di una sorta di infedeltà. E allora come procede nel lavoro di traduzione? ‘Cerco prima di tutto di carpire quello che l’autore sta raccontando e poi di rendere in cinese lo stile e il ritmo del testo italiano’. Che non è facile. Nella sua esperienza di traduttrice tecnica e editoriale, non sono mancati i ‘dolori della traduzione’, e lo racconta descrivendo le tante volte in cui è dovuta ritornare su certi punti. Lasciando il testo per qualche giorno e poi rimettendosi a scrivere. E tornare ancora sulle stesse parole, mai definitive, e modificarle, e continuare a rimuginarci anche facendo altro. ‘Come una tortura’, dice. Chiedendo consigli e suggerimenti ad amici e colleghi, senza mai un contatto diretto con l’autore, neanche nel caso dei testi teatrali di Dario Fo, che solo dopo l’assegnazione del Nobel nel 1997 è arrivato in Cina e di cui Zhang Mi ha contribuito alla traduzione di opere raccolte nell’ Antologia del teatro di Dario Fo, pubblicata ancora dalla Yilin Publishing House.
Però poi la sofferenza della traduzione passa, e restano solo i bei ricordi legati al tempo che si è passato con quel libro. E la voglia di continuare a tradurre.
‘Perché è un lavoro che si fa per passione’, dice la professoressa Zhang, ‘se dovessimo basarci sul riscontro economico e sul riconoscimento dell’importanza del traduttore letterario, smetteremmo subito di farlo’. Per motivi simili, sebbene negli ultimi anni ci sia stata un’attenzione particolare alla narrativa italiana, gli autori tradotti in cinese sono ancora pochi. Le case editrici che traducono i nostri autori trattano principalmente narrativa per ragazzi, trascurando i contemporanei. Zhang Mi si augura che con il convegno appena concluso si porti avanti il lavoro di traduzione letteraria dall’italiano, anche se l’interesse del mercato editoriale è scarso e poco ricettivo. Ma non si arrende: insieme a colleghi e italianisti sta già curando e traducendo brani di letteratura italiana per un’antologia che dovrebbe essere pubblicata il prossimo anno per la Uibe Press. ‘Perchè la letteratura, e la traduzione della letteratura, sono fondamentali per portare avanti gli scambi culturali tra i nostri due Paesi’.