Oramai la parola società civile gongmin shehui è approdata anche in Cina: se ne riempiono la bocca i politici che ne reclamano la partecipazione nei servizi del welfare ma anche gli attivisti che la usano come piattaforma per reclamare i loro diritti, ma poi, in fondo, chi sono gli attori che fanno parte di questa società civile nel paese?
Solitamente, con il termine società civile si intendono quelle organizzazioni, gruppi, progetti, networks che sono di tipo volontario, non-profit, auto-governati e dalla natura privata, stabiliti con una missione che sia quella di servire i propri membri o le fasce piu’ deboli della società. L’unicità della società civile in Cina sta prima di tutto negli attori che ne fanno parte, i quali, alle volte, si discostano un po’ dalle caratteristiche standard per motivi che riguardano piu’ che altro il sistema di registrazione e il controllo esercitato dal governo su di essi.
Il termine feizhengfu zuzhi (ONG) e’ poco utilizzato in quanto ha connotazioni che potrebbero sembrare anti governative. Di solito, invece, vengono utilizzati termini quali shehuizuzhi (organizzazioni sociali) o minjianzuzhi (organizzazioni popolari) o, piu’ recentemente, gongyizuzhi (organizzazioni pubbliche per il welfare).
Esistono tre tipi di registrazione per le organizzazioni sociali: le shehui tuanti (gruppi sociali), organizzazioni composte da diversi membri, le minban feiqiye zuzhi (organizzazioni non imprenditoriali) che di solito si occupano di fornire servizi e le jijinhui (fondazioni) che possono essere pubbliche o private e si occupano sia di finanziare progetti di altre organizzazioni che di portarne avanti di propri.
Nel 2010 il ministero degli affari civili ha confermato la presenza di 198,000 gruppi sociali, 246,000 organizzazioni non imprenditoriali, 721 fondazioni pubbliche e 1,101 fondazioni private. In questo universo di organizzazioni sociali così diverse tra loro, alcune sono organizzazioni realmente indipendenti dall’influenza governativa, altre no.
Generalizzando un po’, spesso le fondazioni pubbliche e i gruppi sociali possono essere categorizzate come GONGO governmental organized NGO (ONG organizzate dal governo), un concetto che si discosta dal principio della natura indipendente delle ONG in quanto implica una forte presenza governativa nel management delle stesse.
Di solito le organizzazioni realmente indipendenti sono più comuni tra le fondazioni private e le organizzazioni non imprenditoriali. Ovviamente le GONGO sono una particolarità della società civile cinese e nascono come fenomeno dovuto ad una propensione a mantenere i servizi di assistenza sotto il controllo statale.
Il problema delle organizzazioni sociali, pero’, e’ il sistema di registrazione proibitivo che permette la registrazione soltanto a quelle organizzazioni che trovano uno sponsor governativo ed in luoghi dove non esiste già un’agenzia governativa che si occupa dello stesso ambito. Un sistema di registrazione cosi’ restrittivo ha provocato il fenomeno delle organizzazioni sociali non registrate o registrate come business.
Il centro di ricerca delle ONG dell’Univeristà Qinghua di Pechino afferma che il numero di organizzazioni non registrate dette caogen (organizzazioni radice) e di organizzazioni registrate come businesses ammonta rispettivamente a 2,7 milioni. I numeri reali di organizzazioni non registrate o registrate come business o altre entità sono difficili da calcolare con precisione, in quanto spesso non hanno nemmeno un sito al quale fare riferimento o semplicemente non vogliono essere raggiunte per ragioni di sicurezza.
Basti pensare all’enorme numero di aggregazioni sociali nate in regioni come il Tibet o lo Yunnan negli ultimi anni, delle quali si hanno pochissime informazioni. Alcuni ricercatori, affermano che la vera società civile in Cina sia costituita solo dalle organizzazioni radice e da quelle registrate come business in quanto esse detengono il grado di autonomia giusta per essere considerate ONG, ma c’è da ricordare che le stesse sono giuridicamente inesistenti e che molte altre organizzazioni civili registrate sono egualmente indipendenti.
Il problema di queste organizzazioni non registrate o registrate sotto altre forme e’ che esse operano sul campo e si occupano di problemi sociali emergenti di rilievo con grandissime difficoltà. Il sistema adottato dal governo nei confronti delle organizzazioni sociali non registrate e’ detto delle tre non politiche ovvero: “non bandire, non riconoscere, non intervenire”.
Ciò significa che a meno che le organizzazioni non si addentrino in attività volte a destabilizzare il governo o di temi sensibili possono operare indisturbate. Il fatto che le organizzazioni sociali non siano registrate comporta però problemi che riguardano non solo l’aspetto legale ma che si estendono anche all’aspetto economico per la raccolta dei fondi necessari allo svolgimento del lavoro (per questo i fondi spesso vengono dall’estero) ed al riconoscimento sociale, in quanto la popolazione guarda con molto più interesse realtà vicine al governo o che almeno siano riconosciute da esso per non incorrere in problemi di tipo politico.
Questo tipo di atteggiamento conviene al governo per due motivi fondamentali, il primo e’ che se queste organizzazioni incorrono in scandali esso si può discostare dall’accaduto in quanto l’organizzazione non era legalmente riconosciuta e in secondo luogo perché queste organizzazioni aiutano senza gravare sulle casse statali a fornire servizi sempre più necessari che il governo ha difficoltà a coprire da solo.
Lo stesso discorso sulla registrazione e’ valido per le guojifeizhengfu zuzhi (ONG internazionali) che spesso operano in Cina con registrazioni business o senza registrazione. Solo poche di esse riescono ad ottenere una registrazione come fondazioni private, su piu’ di 300 ONG internazionali presenti sul territorio nazionale, nel 2013 il sito del ministero degli affari civili ne registrava soltanto 19.
Concludendo, il numero di organizzazioni sociali in Cina sta aumentando esponenzialmente, ma il sistema di registrazione crea delle distorsioni che rendono lo sviluppo della società civile più difficoltoso a volte relegandolo in uno spazio grigio ai confini con l’illegalità. Proprio per questa ragione, sarebbe opportuno snellire il sistema di registrazione per conferire a questi nuovi attori un riconoscimento a tutti gli effetti.
*Fiorinda Di Fabio nasce ad Ascoli Piceno nel torrido agosto 1986, si laurea in Lingue e Civiltà Orientali all’Università di Roma “La Sapienza” con una tesi sulla funzione storiografica delle iscrizioni sui bronzi rituali Zhou. Si specializza prima all’Universita’ di Lingue e Culture di Pechino poi all’Universita’Qinghua in Sviluppo Internazionale con una tesi sulle strategie di advocacy delle ONG in Cina. Dal 2009 ha collaborato presso diverse ONG e in due dei piu’ importanti centri di ricerca che si occupano di societa’ civile in Cina: China Development Brief e il Centro di Ricerca per le ONG dell’Universita’ Qinghua. Nel 2010 fonda morning tears Italia a Macerata che si occupa di figli di condannati a morte e detenuti in territorio cinese. Attualmente sta portando avanti un percorso di ricerca al fine di addentrarsi nell’inconscio della popolazione della terra di mezzo, occupandosi di integrazione culturale degli stranieri in Italia.