Lo stallo della politica americana preoccupa seriamente Pechino, il primo creditore degli Usa. E gli appelli a trovare una soluzione prima che sia default si moltiplicano. Anche perché una crisi del genere rischia di avere conseguenze serie sulle due maggiori economie asiatiche. “E’ importante che gli stati uniti mantengano la fiducia sui loro buoni del tesoro perché sono la prima economia del mondo e la più grande riserva di moneta” tuona il viceministro delle finanze Zhu Guangyao. “The clock is ticking” ha aggiunto intendendo che non c’era tempo da perdere e che Washington avrebbe dovuto “assicurare la sicurezza degli investimenti cinesi” poiché le due economie, quella cinese e quella nordamericana “sono inseparabili”. “Speriamo che gli Usa imparino dalla storia”.
Il richiamo di Pechino su un’America a rischio default è su tutte le prime pagine dei giornali. Stando ai dati del Tesoro americano di luglio 2013, la Cina ha 1280 miliardi di dollari investiti in buoni del tesoro ma la cifra potrebbe essere anche più consistente se si pensa che spesso la Cina investe attraverso intermediari. Gli Stati Uniti dovranno prendere in mano la situazione prima del 17 ottobre, data ultima per alzare il tetto del debito.
Il Senato Usa intanto ha promesso una proposta di legge per innalzare il tetto sul debito entro venerdì. Ma c’è una differenza fondamentale fra i due partiti sulla direzione che deve imboccare il Paese: più tasse e più stato come vorrebbe la Casa Bianca di Obama o meno tasse, meno assistenza e più mercato come vorrebbero i repubblicani. Sempre il viceministro delle finanze cinese ha messo in guardia gli Usa rispetto alle conseguenze su scala globale che avrebbe il mancato aumento del tetto del debito.
Il Giappone è al secondo posto dei creditori con 1135 miliardi di dollari. Anche il suo ministro delle Finanze Taro Aso è molto preoccupato per l’impatto potenziale sui mercati valutari e invita "gli Stati Uniti a risolvere la situazione di stallo sul suo tetto del debito senza indugio". Un default Usa potrebbe infatti indurre gli investitori ad abbandonare il dollaro statunitense, cosa che farebbe fortemente salire il valore dello yen. E ha aggiunto che il valore assoluto delle obbligazioni statunitensi detenute dal governo giapponese potrebbe diminuire se la situazione non sarà risolta rapidamente
Alla fine di questa settimana, Li Keqiang, il premier cinese, si imbarcherà in un tour di tre nazioni del sud-est asiatico (Brunei, Thailandia e Vietnam). Segue la visita di alto profilo del presidente Xi Jinping in Indonesia e la decisione di Obama non prendere parte al vertice Apec di Bali. La visita del premier non farà altro che rafforzare il crescente impegno della Cina nella regione. "Speriamo che gli Stati Uniti possano trarre lezioni dal passato", il signor Zhu ha aggiunto, sottolineando che un accordo dell’ultimo minuto riguardo il tetto del debito nell’agosto 2011 ha comunque innescato un downgrade della tripla A americana da parte di Standard & Poor.
"Come più grande economia del mondo e emittente della moneta di riserva più importante del mondo, è importante che gli Stati Uniti adottino misure credibili per affrontare la disputa sul tetto del debito in modo tempestivo ed evitare un default". Ha sottolineato il viceministro Zhu. E gli fanno eco in molti anche se è opinione condivisa che l’America sia ancora in grado di reagire e di evitare il default.
[Scritto per Lettera43; foto credits: rt.com]