Italy By Appointment Only. Simone Sturla, italiano di Tortona ma pechinese di adozione che lavora da tempo nel settore turistico. Ha fondato BAO, una «conciergerie di viaggio italiana», la cui presenza in Cina permette di lavorare tramite canali diretti. L’intervista di China Files.
Nel solo 2011 sono cresciuti del 22 per cento, raggiungendo i 70 milioni. A leggere i dati si scopre che sono soprattutto i nuovi ricchi a muoversi, visto che è modesta la spesa in alberghi o in ristoranti locali e significativa quella in beni di lusso. Le proiezioni dell’Organizzazione per il Turismo mondiale delle Nazioni Unite prospettano una Cina che entro il 2013 sarà diventata il secondo mercato del turismo mondiale e prevedono che già nel 2020 ci saranno cento milioni di turisti cinesi in giro per il mondo. Dati che trovano conferma nella crescita esponenziale delle classi medio-alte cinesi. In termini economici, oggi il turismo cinese rappresenta il 6 per cento degli incassi del mercato globale del turismo e si prevede che salirà all’8 nel 2013 e al 14 nel 2020. Cifre notevoli se si pensa che in Europa, nel 2011, si sono recati 4,3 milioni di cinesi.
Il servizio tailor-made, il contatto diretto con il cliente finale cinese e la conoscenza approfondita del territorio italiano gli permette di offrire esperienze in zone meno note dell’Italia, promuovendo realtà ad oggi poco o per nulla conosciute ai turisti cinesi. Che tipo di clienti cinesi arrivano in Italia tramite BAO e cosa cercano?
Sono cinesi con buona disponibilità economica e una buona cultura; persone abituate a farsi una propria idea autonomamente, tramite riviste specializzate e online. Di solito i cinesi chiedono un servizio che inizia prima del viaggio.
Richiedono sicurezza ed assistenza ventiquattr’ore al giorno per tutta la settimana, una chiave di lettura al paese, un’esperienza che sia anche viaggio, non solo sightseeing. Essere stupiti e ritornare più acculturati di quando sono partiti è un plus che viene molto apprezzato ed ha i suoi risvolti positivi nel passaparola.
Naturalmente l’erogazione del servizio deve essere all’altezza, pronto a variazioni in corso d’opera, sempre attento e disponibile. Con un occhio ai silenzi e alla comunicazione corporea (o la non comunicazione) che in Asia fanno parte integrante del linguaggio.
Quali mete preferiscono i cinesi e come intercettarli?
In Italia le città d’arte e shopping. La Svizzera per la montagna e le cliniche mediche, la Francia per i vini e Parigi. Per loro non è semplice farsi servire da un’agenzia turistica italiana abituata a certi programmi turistici un po’ antiquati.
La Cina ha le sue specificità e i suoi codici, che vanno propriamente interpretati. Paradossalmente, gli stessi operatori turistici cinesi non hanno le chiavi per affrontare la sfida, perché questo tipo di industria è ancora giovane.
La formazione turistica dell’interfaccia cinese – o ancora meglio la creazione di un’interfaccia di promozione italiana attiva sul territorio e competente sulle logiche del mercato cinese e la psicologia del suo turista – è il passo fondamentale per dare un impulso forte all’industria dell’incoming italiano da questo paese, anche perché le potenzialità del mercato sono impressionanti.