Le Coree riattivano la linea di comunicazione per gestire il personale del complesso industriale di Kaesong. Scontri in Thailandia durante la protesta dei coltivatori di gomma. L’India smentisce l’occupazione cinese delle aree al confine. COREE – Riattivata la linea d comunicazione
Le due Coree hanno ristabilito la linea di comunicazione della costa occidentale, primo passo verso la ripresa delle attività nel complesso industriale congiunto di Kaesong, pochi chilometri a nord del confine che spezza la penisola.
Alle undici meno un quarto del mattino, ora locale, è stato condotto con successo il primo test. Un funzionario sudcoreano dell’ufficio per l’Immigrazione e le Dogane ha parlato al telefono con la sua controparte nordcoreana.
Prima del blocco della produzione a Kaesong, iniziato lo scorso aprile, la linea era usata per trasmettere la lista del personale sudcoreano in entrata e in uscita dalla zona industriale. La chiusura per la decisione nordcoreana di richiamare gli oltre 50mila operai impiegati da 123 aziende del Sud fu una delle conseguenza della crisi di nervi innescata in primavera dal terzo test nucleare del regime dei Kim cui le Nazioni Unite risposero con l’imposizione di nuove sanzioni.
THAILANDIA – Scontri alla manifestazione dei coltivatori di gomma
È degenerata in scontri con la polizia la protesta dei coltivatori di gomma thailandesi che da giorni protestano sud del Paese contro il calo dei prezzi e per chiedere sussidi.
Il bilancio delle violenze è stato di qualche decina di feriti tra agenti e dimostranti. Undici leader della protesta sono stati arrestati. Gli agenti hanno usato il gas lacrimogeno per disperdere un gruppo di manifestanti che protestavano nella provincia di Prachuap Khiri Khan, sulla strada che da Bangkok porta a Phuket. A loro volta, secondo quanto riferito dalla polizia, i dimostranti hanno risposto lanciando pietre e acido.
La Thailandia è il principale produttore di gomma al mondo ed esporta circa il 90 per cento del prodotto. Il governo guidato da Yinguck Shinawatra ha finora respinto la domanda di garantire un prezzo di 3,7 dollari al chilo e a sua volta ha proposto una forma di sussidi legata all’estensione delle piantagioni.
INDIA – Il governo nega l’occupazione cinese
Il ministro della Difesa indiano, A. K. Antony, ha categoricamente smentito le indiscrezioni stampa secondo cui l’esercito cinese avrebbe occupato 640 chilometri quadrati di territorio indiano lungo la Linea di controllo che demarca il conteso confine con la Cina.
Notizie che hanno scatenato la reazione sia dell’opposizione nazionalista hindu del BJP sia degli alleati minori della coalizione al governo del paese. Secondo le notizie pubblicate dall’Hindustan Times e dall’Headlines Today, dopo l’incursione dei cinesi dello scorso 15 aprile, alle forze indiane sarebbe stato impedito di svolgere operazioni di pattugliamento.
Lo proverebbe il rapporto compilato ad agosto dal National Security Advisory Board e consegnato al primo ministro, Manmohan Singh. Contenuti che il ministro smentisce.
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