La nostra rassegna quotidiana
Coree, summit Moon — Kim ad aprile, Usa scettici
La Corea del Nord è pronta ad abbandonare i propri programmi nucleari e a sedersi al tavolo delle trattative. Questo è il messaggio che arriva da Pyongyang dopo un summit di due giorni tra le due Coree. La delegazione sudcoreana guidata da Chung Eui-yong, capo del consiglio nazionale di sicurezza di Seul, ha incontrato Kim Jong-un, insistendo sulla necessità di denuclearizzare la penisola. Kim da parte sua, ha usato toni conciliatori, dichiarando il suo impegno per migliorare i rapporti con il sud. A riprova della buona volontà del regime, l’accordo per un nuovo summit con il presidente sudcoreano Moon Jae-in entro aprile. La ripresa dei rapporti con il nord — con cui Seul è formalmente in guerra dal ’53 — è una vittoria di Moon che ha sempre difeso una linea di conciliazione, soprattutto nel periodo delle Olimpiadi di Pyeongchang. Ma gli alleati — Usa e Giappone — sono restii a concessioni.
Jack Ma e Pony Ma tra gli uomini più ricchi al mondo
Due imprenditori cinesi — Pony Ma di Tencent e Jack Ma di Alibaba — sono entrati nel ranking dei 20 uomini più ricchi al mondo di Forbes. I due hanno un patrimonio totale di 84 miliardi di dollari, circa il Pil della Turchia. I due sono i principali attori del boom It cinese degli ultimi dieci anni, il primo per quanto riguarda social, giochi e sistemi di pagamento digitali, il secondo per quanto riguarda invece l’ecommerce. Per la Cina è la prima volta.
Elezioni in Sierra Leone, all’ombra della Cina
In quelle che sono le elezioni più libere degli ultimi anni in Sierra Leone, forte è l’influenza della presenza cinese nel paese. Tra gli slogan del partito di maggioranza All People Congress anche un “siamo tutti cinesi”. Dal Sierra Leone il gigante asiatico importa pesce e legname. In cambio investe in infrastrutture tra cui una serie di strade e vie di collegamento che raggiungono le aree più sottosviluppate del paese da 150 milioni di dollari. Anche la nuova sede dell’Apc è stato costruito da aziende cinesi. Poco importa che i diplomatici cinesi dicano che una cosa sono le aziende, un altro lo stato. Il brand nazionale di Pechino in questo paese, sommerso dai debiti e tra i più poveri al mondo, è forte.