Contro la crisi: una chiave per l’ingegno

In by Simone

Dall’inglese ‘Wit’ spirito, ingegno, e ‘key’ chiave, una chiave per l’ingegno: è quello che serve per cavarsela in tempi cupi di crisi economica, ed è sicuramente una qualità che non manca ai cinesi. Negli ultimi anni l’ingegno sinico ha preso la forma di Witkey, una tendenza sempre più popolare in Cina e che sta mutando profondamente il settore dei servizi tradizionali quali pubblicità, consulenza e design. Witkey, in cinese Weike, è un sistema web simile ad un forum attraverso il quale gli utenti scambiano e acquistano servizi ed informazioni, condividono conoscenze ed esperienza. Motivo principale: risparmiare tempo e denaro. Un sistema Witkey completo include domande e riferimenti, motore di ricerca, database e sezioni per il pagamento. Per quanto simili a forum e blog, i siti Witkey se ne differenziano nella sostanza: i primi si basano su ‘domanda e risposta’, mentre il sistema Witkey su modalità di ‘richiesta-offerta’.

La procedura è semplice: i potenziali clienti postano sui siti Witkey le proprie richieste, insieme al prezzo che sono disposti a pagare. Gli utenti che visitano il sito selezionano il progetto che gli interessa e contattano i clienti. Il candidato selezionato prende l’80% del pagamento, il rimanente 20% va al website ospite. Ad usufruire di questo sistema sono soprattutto studenti universitari o giovani colletti bianchi di Pechino e Shanghai.

Gli annunci più diffusi riguardano ricerche accademiche o testi pubblicitari. La maggior parte di questi siti richiede capacità particolari e specializzazioni, ma non tutti. Per esempio, si può arrivare fino a 200 Rmb per aiutare una coppia a trovare un nome appropriato per un neonato, o a 1000 Rmb per aiutare una compagnia a disegnare un logo.

Apparso in Cina nel 2005, dopo un anno già contava 600 mila utenti e attualmente conta già un milione di fruitori. Se nella fase iniziale ad accogliere questo tipo di servizio erano principalmente i portali Internet più popolari e famosi, quali ‘I Ask’, ‘Baidu Knows’ e ‘Google Answers’, gradualmente sono apparsi anche siti minori. Il fenomeno è così esteso che nel giugno del 2007 la parola Witkey è comparsa tra le domande d’esame del Gaokao (l’esame di ammissione all’università); nell’agosto dello stesso anno, compariva anche tra i 171 neologismi notificati dal Ministero dell’Istruzione.

Se per molti è un’espressione nuova, per le menti brillanti di molti giovani universitari Witkey è già diventato un sinonimo di garanzia lavorativa, impiego part-time o di primo avvio al mondo del lavoro. Sempre più studenti universitari già dai primi anni di corso cominciano a frequentare siti Witkey ed usare il proprio tempo libero per svolgere un lavoro part-time in rete. Una sorta di sfida, un’opportunità per mettere alla prova le proprie capacità e fare esperienza guadagnando anche un po’ di soldi.
Come il caso di Xiao Chen, giovane laureato proveniente dalla regione di Hebei. In occasione della Job Fair tenutasi a Pechino lo scorso febbraio e intitolata Costruiamo insieme il futuro, il curriculum di Xiao Chen ha suscitato l’interesse di non poche aziende. Dando un’occhiata ai lavori realizzati tramite Witkey, un addetto alla selezione del personale gli ha detto all’istante: «Design molto originale, passi dopodomani per un colloquio».

Una statistica condotta da Zhubajie, il più grande sito Witkey cinese, indica che attualmente il numero degli utenti registrati supera già il milione, la loro età media si aggira sui 25 anni. La maggior parte è composta da designer, consulenti, copywriter e studenti universitari, che ne costituiscono quasi il 40%.
Non sono pochi gli utenti Witkey con scarse esperienze lavorative e un basso livello di istruzione ma dalle capacità non indifferenti. Geng Yi, utente ‘navigato’ che usa Witkey da 4 anni, ha ideato loghi e disegnato progetti originali e creativi. Eppure non ha mai frequentato l’università: il design l’ha imparato da autodidatta. Quattro anni fa, quando Witkey cominciava ad avviarsi, ha provato ad avventurarsi in alcuni incarichi, mettendone a segno qualcuno. Ora che ha un lavoro stabile Witkey è diventato un hobby per il tempo libero, che gli permette di arrivare a guadagnare tra i 4 e 5 mila yuan al mese.

Ding Ran, manager di Zhubajie, spiega che la popolarità di Witkey è dovuta soprattutto al fatto di riuscire ad accontentare entrambe le parti coinvolte: il giovane universitario è spronato a mettersi alla prova e ad affinare le proprie capacità. Le aziende preferiscono appaltare i propri progetti a utenti Witkey piuttosto che assumere personale: sui siti Witkey, insieme ad una piccola porzione di compagnie internazionali, ci sono soprattutto piccole e medie imprese che si trovano a dover escogitare dei sistemi per risparmiare sui costi trovando allo stesso tempo delle proposte originali.

Kang Lufa, manager del sito Witkey k68.com.con parla addirittura di rivoluzione. Ne sottolinea la comodità e l’accessibilità per tutti gli utenti del Paese: «mentre i giovani della capitale riescono a guadagnare 10.000 Rmb al mese lavorando in agenzie pubblicitarie, le controparti residenti in città più piccole arrivano solo ad un decimo di tale cifra. Il nostro sito contribuisce in parte a colmare questo scarto».

Ora che Witkey comincia a ricevere sempre maggiore attenzione, alcuni neolaureati cominciano ad adocchiarlo come un’opportunità per la prima occupazione o addirittura come una possibilità di lavoro a tempo pieno e di carriera originale. Ma sono gli stessi gestori dei siti a mettere in guardia e frenare facili entusiasmi: Ding Ran ammette che il mercato Witkey cinese non è ancora completamente maturo e presenta ancora troppi rischi. «Occorre un monitoraggio dell’intero sistema: l’elevato numero di siti Witkey – si parla di un paio di centinaia – non è sinonimo di garanzia. A meno che non si possiedano capacità e creatività straordinarie, spiega Ding Ran, è difficile che si raggiungano entrate abbastanza stabili da riuscire a ‘mantenere la famiglia».

Parlando degli inconvenienti del mondo Witkey, Kang Lufa spiega come questo sia un tipo di business ancora troppo nuovo, e la competizione troppo feroce. «Solo il 3% degli utenti registrati ci guadagna qualcosa, e anche i più dotati raramente superano i 10.000 Rmb all’anno. Sono i clienti a stabilire le tariffe, e quindi offrono meno del prezzo di mercato».
Non di minore gravità i problemi connessi alla valutazione e salvaguardia della proprietà intellettuale, la privacy e la necessità di agevolare la connessione tra lavoro e lavoratore. Il sistema Witkey prevede che il lavoro venga postato online prima di aver ricevuto il pagamento, in modo che il cliente possa scegliere il pezzo che preferisce. I problemi che ne derivano sono evidenti: altri utenti, o il cliente stesso, possono sottrarre e modificare una buona candidatura o appropriarsi del lavoro di altri.
Zhang Jian, graphic designer laureato nel 2000 presso la Central Academy of Art and Design,  dall’agosto dello scorso anno ha cominciato a lavorare tramite Witkey. Spesso gli è capitato di essere truffato, portando avanti progetti senza ricevere alcun compenso. Zhang Jian spera in una normalizzazione del sistema Witkey; nell’attesa, consiglia ai giovani universitari di non prenderlo come un modo per far soldi, e da buon confuciano raccomanda di affidarsi soprattutto allo studio.

[foto di una fiera del lavoro in Cina, tratta da http://timesofindia.indiatimes.com]