Nel confronto tra il maestro del giallo cinese Qiu Xiaolong e il giovane promettente Nan pai san shu non si racchiude solo la differenza tra due scrittori, ma quella tra due generazione di cinesi. Così, sebbene la serata dovesse occuparsi di romanzo giallo e rapporto con la storia, intesa come trascorso o passato, attraverso le parole dei due autori la Cina è prepotentemente diventata il vero e proprio oggetto di confronto e riflessione.
In Cina generazioni lontane e molto diverse spesso ricoprono gli stessi ruoli sociali: da qui nasce un confronto continuo. Qiu Xiaolong ha enunciato l’importanza di raccontare fatti accaduti in passato (il ritorno alle campagne per i giovani studenti nel periodo della rivoluzione culturale, ad esempio): all’interno dei suoi romanzi però, questo trovarsi indietro nel tempo, non descrive il fatto storico in sé, ma evidenzia la dimensione del singolo all’interno del processo storico. Sono sempre gli individui che la raccontano, la storia.
A offrire uno spunto di discussione è però il giovane Nan Pai San Shu, che tramite i suoi romanzi ed il suo contatto con il passato (nel suo Diario di un tombarolo) evidenzia – o prova a evidenziare – il carattere della natura umana. Non si chiede se sia buona o cattiva come hanno fatto i più grandi pensatori della storia cinese, ma vede una correlazione tra la natura dell’uomo di ieri con quella di oggi: la natura umana non è mai cambiata.
Importante affermazione per un ragazzo giovanissimo, che nella sua vita oltre ad essersi occupato di informatica, ha un’azienda, lavora e si dedica. Lui stesso afferma di essere di una particolare generazione, i cossiddetti ragazzi post anni ottanta che tanto vengono criticati per superficialità ma che tanto sorprendono per la loro effettiva capacità e coraggio di essere diversi e di manifestarlo.
Nan Pai San Shu, ad esempio, si oppone all’affermazione del maestro Qiu riguardo la difficoltà per i cinesi di scrivere romanzi gialli. In Cina, afferma Qiu Xiaolong, gli scrittori sono abituati agli antichi romanzi gong’ an, dove è ben chiaro fin dall’inizio chi è il colpevole e dove ciò che mantiene la suspense è solo l’ingarbugliata ricerca della prova. E se per giunta il colpevole è un uomo di potere, tutto è reso ancora più complesso. I detective in sé del resto in Cina, aggiunge Qiu Xiaolong, sono molto pochi in termini professionali.
Il giovane Nan Pai San Shu, storce il naso. Secondo lui, invece, ci sono molti romanzi gialli e romanzieri giovani che ancora non sono venuti alla luce: cresciuti con la letteratura cinese e straniera e in grado di innovare. Anche il genere giallo.