Al Jazeera pubblica in esclusiva il rapporto della commissione pakistana istituita per indagare sugli eventi che portarono alla morte di Bin Laden. L’ex direttore della centrale di Fukushima è morto di cancro e le Coree trattano per partecipare assieme alle Universiadi. Pakistan – Il fallimento collettivo nella cattura di Bin Laden
I nove anni di latitanza di Osama Bin Laden in Pakistan sono stati frutto della negligenza e dell’incapacità dei servizi d’intelligence e dei militari pakistani. La conclusione cui è giunta la commissione d’inchiesta incaricata di indagare sull’uccisione del fondatore di al Qaida non esclude inoltre che possano esserci state connivenze all’interno del apparato governativo, che non è tuttavia possibile provare.
Il rapporto confidenziale è stato pubblicato dalla televisione qatariota al Jazeera. Il documento raccoglie le testimonianze di oltre 200 tra familiari dello sceicco saudita, funzionari, ministri. Lo stesso Ahmed Shuja Pasha, a capo dei potenti e controversi servizi d’intelligence militare all’epoca dell’uccisione di Bin Laden due anni fa, ha dato la propria versione.
Il rapporto dà informazioni sulle abitudini di Bin Laden durante la latitanza e punta inoltre il dito contro il raid statunitense del 2 maggio 2011 nel complesso di Abbottabad in cui il fondatore di al Qaida si nascondeva da sei anni.
Gli estensori parlano apertamente di atto di guerra e violazione della sovranità pakistana. La più grande umiliazione per la nazione dal 1971, si legge con un riferimento all’indipendenza del Bangladesh.
Tra le righe della dichiarazione di Pasha si fa riferimento anche a un’intesa politica tra Washington e Islamabad riguardo gli omicidi mirati con i di droni in territorio pakistano, nell’ambito della lotta contro il terrorismo, senza che tuttavia ci fosse un accordo scritto sulla controversa strategia statunitense.
GIAPPONE – Morto l’ex direttore dell’impianto di Fukushima
L’ex direttore della Fukushima Daiichi, la centrale nucleare gravemente danneggiata dal terremoto e tsunami del marzo 2011, è morto stamattina in un ospedale di Tokyo. Yoshida Masao, 58 anni, uno degli uomini responsabili del contenimento della fuoriuscita di materiale radioattivo dai reattori della centrale e della stabilizzazione dell’impianto, soffriva di cancro all’esofago.
La Tepco, l’azienda elettrica di Tokyo che gestisce l’impianto di Fukushima, ha smentito che la causa della morte dell’uomo sia legata all’esposizione alle radiazioni. A proposito dei primi giorni di emergenza nella centrale, Yoshida, ha detto: "Ci sono state diverse situazioni in cui ho pensato che saremmo morti tutti qui dentro. Temevo che l’impianto sarebbe uscito fuori controllo e che saremmo stati condannati".
Yoshida aveva lasciato il posto di direttore nel dicembre 2011 a causa della malattia. Tra i lavoratori e tra i politici in quei giorni impegnati a gestire la crisi nucleare peggiore degli ultimi trent’anni è ricordato come un uomo di assoluta affidabilità e leadership. "Faremo il possibile per la ricostruzione di Fukushima, che lui ha cercato di salvare a tutti i costi", ha dichiarato Naomi Hirose, presidente della Tepco.
Coree – Team unico alle universiadi
È terminata la visita in Corea del Nord dell’inviato Onu, Wilfried Lemke, con l’intento di organizzare la preparazione di una rappresentativa coreana unita in vista delle Universiadi del 2015.
La competizione si svolgerà a Gwangju, in Corea del Sud. La proposta arriva quando manca un giorno all’incontro tra i rappresentanti di Seul e Pyongyang per la riapertura del complesso industriale congiunto di Kaesong, chiuso da quasi due mesi per le recenti tensioni nella penisola coreana.
Se si dovesse giungere a un accordo sarebbe la prima volta dal 1991 in cui le due Coree parteciperanno a un appuntamento sportivo con un’unica squadra. Ventidue anni fa lo fecero in occasione del Mondiale di tennis tavolo e nella FIFA World Youth Championship.
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