iPad di tutto il mondo, scaricateci. Oggi numero speciale del Manifesto interamente dedicato all’Asia a cura China Files. Una monografia sulla classe media di un continente molto diverso dagli stereotipi a cui siamo abituati in Europa. Tra corna di rinoceronte e telefonini di ultima generazione, un miliardo di persone sta per diventare piccolo borghese. E niente sarà più come prima.
Come sostiene Wang Hui – un intellettuale caro sia alla nuova che alla vecchia sinistra in Cina come in Europa, copiosamente citato sia dal Manifesto che da China Files – è giunto il tempo di trovare nuove parole, di indagare nuovi processi, perché le vecchie letture – e ancora di più le vecchie soluzioni – non funzionano più. Così China Files, grazie all’incoraggiamento e al supporto del Manifesto, si è lanciata in questa nuova avventura.
Raccontare l’Asia attraverso un mensile che prenda di petto un tema e lo svisceri nelle diverse accezioni in cui prende forma in varie parte del continente estremo orientale.
Apriamo con la classe media. Ma che cos’è la classe media? Nei ben più conosciuti Stati Uniti sotto questa etichetta vanno sia i colletti bianchi di Wall Street, sia quelli blu delle fabbriche, sia i redneck sul trattore. E quando c’è crisi, il presidente Obama parla sempre di impoverimento della “classe media”. E in Asia?
Se ci si affida a criteri che si basano esclusivamente sul reddito, il ceto medio asiatico avrebbe già superato il suo corrispettivo occidentale. In Cina, se fila liscio il grande processo di costruzione del ceto medio in cui si è impegnata la leadership di Pechino, avremo settecento milioni di piccoli borghesi in meno di un decennio.
In India sono già oltre duecento milioni; in Giappone e Corea, dove i numeri assoluti sono inferiori, in percentuale rappresentano però già quasi la totalità della popolazione. Complessivamente, in tutta l’Asia Orientale escluso il Giappone, ci dovrebbero già essere 981 milioni di umani dotati di reddito discrezionale. Con il Sol Levante, il miliardo è abbondantemente superato.
Potete osservare questi numeri che si materializzano sulle nostre infografiche, e farvi un’idea di quanto sia difficile acquistare una casa anche a Pechino in un mini documentario su una giovane coppia alle prese col mercato immobiliare cinese. Potete guardare alcuni scatti di strada che documentano la classe media in Gappone, India, Cina e Vietnam e ascoltare il racconto di vita vissuta di chi si è trovato d’improvviso a crescere due figli a Shanghai e a doversi trovare una ayi, quella che un tempo avremmo chiamato tata.
E ancora foto, articoli, approfondimenti e segnalazioni. Fateci sapere cosa ne pensate, e intanto aiutateci a portare avanti questo progetto. Questo e il prossimo numero (Metropoli, in uscita il 22 luglio) sono gratuiti e potete scaricarli qui: http://www.appstore.com/ilmanifestoedizioneipad
Se sarete molti, ci darete l’occasione di continuare a offrivi uno spaccato di Asia ogni mese, a partire dal prossimo settembre. Buona lettura!