In Vietnam la leadership del partito unico, il Partito comunista al governo da oltre 60 anni, si prepara a incassare il primo voto di fiducia della sua storia. In India caos nel Bjp dopo le dimissioni di uno dei suoi fondatori, LK Advani. In Cambogia proteste contro il revisionismo sul regime degli Khmer rossi. VIETNAM – Voto di fiducia per la dirigenza
Per la prima volta in quasi quarant’anni di governo il Partito comunista si sottopone al voto di fiducia dell’Assemblea Nazionale. Una mossa necessaria dopo che negli ultimi tempi sono aumentate le accuse alla leadership vietnamita di scarsa trasparenza e corruzione.
Il voto, scrive l’Agence France-Presse, si terrà ogni anno e chiamerà i principali leader politici – dal primo ministro fino al presidente – a ottenere il consenso dei membri del Parlamento.
Molti sono però i dubbi su questo processo che i media ufficiali hanno salutato come un impegno da parte della nomenklatura del Partito comunista a garantire trasparenza e affidabilità agli occhi del popolo. Nel caso in cui un membro del governo non dovesse ricevere la fiducia di oltre la metà dei membri dell’assemblea sarà costretto a dimettersi. "Non sarà un voto regolare", spiega all’Afp l’ex deputato Nguyen Minh Thuyet. "Tutti otterranno la fiducia".
Un eventuale bocciatura prevederebbe infatti un processo lunghissimo, per Nguyen "insensato". I risultati della consultazione saranno resi pubblici giovedì prossimo. Particolare attenzione è riservata al voto sulla persona del primo ministro, Nguyen Tan Dung, forte di un secondo mandato ottenuto nel 2011, ma impopolare tra la popolazione.
INDIA – Dimissioni per LK Advani
Uno dei leader del principale partito d’opposizione indiano, il Bharatiya Janata (Bjp) si è dimesso da tutti i suoi incarichi.
Oltre a essere stato uno dei fondatori del Bjp, LK Advani, 85 anni, ricopriva incarichi di ruolo in diversi comitati interni al partito, da quello per il coordinamento parlamentare a quello che coordina l’amministrazione del Bjp. "Da qualche tempo a questa parte – ha scritto Advani nella propria lettera di dimissioni presentata al presidente del Bjp, Rajnath Singh – mi è riuscito difficile approvare l’attuale funzionamento del partito o la direzione in cui sta andando".
Advani, sostengono i media indiani, non avrebbe mandato giù in particolare la nomina di Narendra Modi, Chief Minister del Gujarat a capo del comitato per le elezioni. Modi, che ha, da parte sua, il sostegno del presidente del Bpj Singh, è un esponente dell’Hindutva, il nome con cui viene etichettato il nazionalismo hindu.
Non sono rare le uscite polemiche di Modi sul rapporto tra hindu e musulmani. Secondo molti, Modi avrebbe giocato un ruolo di istigatore degli scontri che in Gujarat hanno causato la morte di oltre un migliaio di persone nel 2002. Da anni, inoltre, il leader del Bpj accusa il governo di Delhi di essere troppo morbido soprattutto nei confronti del terrorismo di matrice islamica.
CAMBOGIA – Proteste contro il negazionismo
Circa 10 mila persone hanno manifestato ieri a Phnom Penh contro le dichiarazioni di uno dei leader del principale partito d’opposizione che hanno rimesso in discussione l’esistenza della prigione di Tuol Sleng, o S21. Qui negli anni del regime degli Khmer rossi circa 15mila persone sarebbero state torturate e giustiziate.
Kem Sokha, numero due del Partito del salvataggio nazionale (Cnrp), ha dichiarato nei giorni scorsi che la prigione di Tuol Sleng fu una "messinscena" dell’esercito vietnamita dopo aver scalzato i Khmer rossi dal potere. "La sue uscite mi hanno ferita nel profondo e fatta arrabbiare", ha reagito Nov Sorn, una donna che perse il marito, il padre e un fratello negli anni del regime di Pol Pot, davanti ai giornalisti dell’Afp. Uno dei detenuti dell’S21, Chum Mey, oggi 83enne, ha giurato di non voler "permettere a nessuno di contraffare la storia".
Intanto, un gruppo di 25 parlamentari cambogiani appartenenti ad alcune formazioni d’opposizione, sono stati espulsi dall’Assemblea nazionale. Come rivela il quotidiano Cambodia Herald, avrebbero violato la legge sui partiti politici essendo contemporaneamente membri di due formazioni politiche diverse.
[Foto credits: bloomberg.com]