Rassegna settimanale dei media cinesi

In by Gabriele Battaglia

La settimana si è aperta con i nuovi scandali alimentari. Poi, la visita dei leader palestinese e israeliano in Cina, che punta a incrementare il proprio peso diplomatico. La Corea del Nord, le manifestazioni dei lavoratori migranti e un nuovo scontro con il Giappone. La vignetta di Crazy Crab e la foto di Zaijietou. Buon weekend!

Lunedì 6 maggio: Insicurezza alimentare
Carne di maiali malati rivenduta ai ristoranti da due funzionari ministeriali. Un business da 370mila euro, rivelato oggi dai media cinesi, che ha suscitato reazioni dei netizen cinesi su corruzione e sicurezza alimentare. Mangiare carne in Cina non è più sicuro. E a risentirne è anche l’economia nazionale.

Martedì 7 maggio: Israle-Palestina. La Cina gioca la carta diplomatica
Mahmoud Abbas, leader di Hamas, a Pechino, Benjamin Netanyahu, primo ministro israeliano a Shanghai. La Cina sigla accordi commerciali e tenta di affermarsi come mediatrice sulla questione arabo-israeliana, provando a organizzare un incontro tra i due leader. Una missione, che, però, appare impossibile.

Mercoledì 8 maggio: Aiuto o castigo?
Fa discutere la chiusura del conto della nordcoreana Foreign Trade Bank da parte della Bank of China, importante istituto di credito Oltre Muraglia. Secondo alcuni è una scelta di allineamento alla linea dura degli Usa contro Pyongyang. In Cina, rimane il dubbio: aiutare la Corea del Nord o affamarla ulteriormente?

Giovedì 9 maggio: I commenti sono proibiti
Mercoledì mattina, in una zona neanche troppo periferica della capitale cinese (terzo anello sud), centinaia (qualcuno dice migliaia) di lavoratori migranti sono scesi in strada e hanno manifestato. Lo sappiamo grazie a internet. Ma il dipartimento di propaganda si è affrettato a censurare.

Venerdì 10 maggio: Okinawa è cinese. L’ultima provocazione di Pechino
Una nuova polemica territoriale tra Tokyo e Pechino, già divise sulle Senkaku/Diaoyu. La Cina, hanno scritto due studiosi vicini al Partito, avrebbe la sovranità sulle isole Ryukyu, di cui fa parte anche Okinawa. Solo una provocazione o una un tentativo dei "falchi" dell’esercito di fare pressione sul presidente Xi?