Oggi in Asia – Nuovi scontri in Xinjiang

In by Gabriele Battaglia

Nuovi scontri nello Xinjiang. Sono almeno 21 morti nelle violenze vicino a Kashgar, dopo un controllo in un’abitazione. A Dhaka il crollo di una palazzina ha fatto almeno 70 morti e da Bruxelles il segretario generale della Nato chiede al Pakistan maggiore impegno nella lotta contro i gruppi armati. CINA – Scontri nello Xinjiang

È di almeno 21 morti il bilancio degli scontri nella travagliata regione autonoma cinese dello Xinjiang. Si è trattato di un “attacco terroristico” recita la nota del governo locale. Le violenze sono avvenute poco fuori Kashgar, nella contea di Bachu, conosciuta come Maralbexi dagli uiguri, la minoranza musulmana e turcofona che abita la regione e tra cui sono forti le spinte autonomiste.

Secondo i resoconti della polizia, le violenze sono scoppiate durante un controllo per scovare armi in un abitazione privata. Tre vigilanti locali sarebbero stati insospettiti dai residenti. Durante il controllo avrebbero scoperto coltelli e asce. Prima di essere uccisi sono riusciti tuttavia a chiamare aiuto. Ne è seguito uno scontro con la polizia al termine del quale sono morti almeno 15 tra poliziotti e funzionari, secondo quanto riferito dalle autorità locali.

Sono stati invece sei i componenti della presunta banda uccisi e otto quelli arrestati non prima però di riuscire a dare fuoco alla casa. Una fonte dell’agenzia France Presse ha confermato la ricostruzione, sottolineando come non sia però chiaro l’esatto numero di agenti morti. Altri organi di informazione stranieri spiegano invece la difficoltà ad avere informazioni certe in un ‘area in cui l’accesso ai giornalisti non è vietato, ma dove il loro lavoro è spesso difficile.

Nel 2009 la regione è stata teatro di violenti scontri che fecero almeno 200 morti tra uiguri e cinesi “han” il gruppo maggioritario nella Repubblica popolare e la cui migrazione nell’estremo occidente del Paese è considerato un rischio per la cultura, la lingua e le tradizioni uigure.

Pechino non ha mancato di sventolare contro le rivendicazioni locali lo spettro del terrorismo islamico, puntando il dito contro gruppi islamisti con legami in Pakistan, che hanno come obiettivo uno stato del Turkmestian orientale indipendente. Una posizione spesso indicato dai gruppi per la tutela dei diritti umani come una giustificazione al pungo di ferro tenuto da Pechino sulla regione. Secondo Dilxat Raxit, portavoce del Congresso mondiale uiguro, uno dei gruppi della diaspora, a scatenare le violenze sarebbero state la reazione all’uccisione di un ragazzo colpito da personale armato cinese.

BANGLADESH – Crolla palazzina, almeno 70 morti

Sono almeno 70 i morti nel crollo di un palazzo di otto piani nella capitale bangladeshia Dhaka. All’interno del palazzo c’erano uno stabilimento tessile, una banca e diversi negozi. Il crollo è avvenuto in mattinata, durante l’ora di punto, quando almeno 2.000 persone si trovavano all’interno.

Secondo quanto riferisce l’agenzia Reuters, che cita il capo del commissariato locale, il proprietario dello stabilimento tessile avrebbe ignorato gli allarmi dopo la scoperta di crepe nella struttura. L’ennesima tragedia forse per il tessile in Bangladesh, un settore in espansione segnato da condizioni di lavoro precarie, incendi e incidenti. Lo scorso novembre furono almeno 112 i lavoratori morti nel rogo di uno stabilimento nella periferia della capitale.

PAKISTAN – La Nato chiede a Islamabad impegno contro i talebani

Il governo e le forze di sicurezza di Islamabad devono fare di più per fermare i militanti e i gruppi armati che usano il territorio pakistano come base per le incursioni e gli attacchi nel vicino Afghanistan.

L’ammonimento quando mancano due settimane alle elezioni nel Paese dei puri arriva dal segretario generale della Nato, Anders Fogh Rasmussen a margine dell’incontro con il presidente afgano Hamid Karzai alla vigilia del vertice sostenuto dagli Stati Uniti per cercare di ricucire i rapporti tra i due Paesi dell’Asia meridionale.

Kabul cerca il sostegno dell’Alleanza atlantica anche dopo il ritiro delle truppe internazionali dal territorio afgano nel 2014. Sul Pakistan, e in particolare su settori dei servizi segreti, pesa invece l’accusa di sostegno ai talebani che destabilizzano l’Afghanistan, nel tentativo di mantenere una propria influenza sul Paese.

A sua volta il Pakistan soffre gli attacchi di una frangia locale degli studenti in turbante e armi che voglio rovesciare il governo. All’incontro tra Karzai e il segretario di Stato americano John Kerry prenderà parte anche il capo di Stato maggiore pakistano, Ashfaq Kayani.

 
[Foto credits: smithsonianmag.com]