Stabilità a tutti i costi sul mar cinese meridionale

In by Gabriele Battaglia

Che l’ultimatum nordcoreano non lasci la leadership cinese esattamente con il fiato sospeso, lo dimostra il fatto che il presidente Xi Jinping ha trovato ieri tutto il tempo di visitare un villaggio di pescatori in un altra area calda per gli interessi del Dragone: il mar cinese meridionale. Dove continuano le esercitazioni militari. Nell’isola di Hainan per il Boao Forum for Asia, Xi è comparso all’improvviso nel villaggio di Tanmen dove – riportano i media – si è interessato alle vite dei marittimi locali e ha loro rivolto parole di incoraggiamento per il lavoro e le condizioni in cui si svolge.

“Sono molto impressionato [dopo aver ascoltato le vostre storie]. Voi, ragazzi, avete fatto grandi cose!”. Sono queste le parole che – riporta Xinhua – Xi ha pronunciato a bordo del Qiong-Qionghai 09045, un peschereccio d’altura lungo 30 metri che, un anno fa, fu al centro di un incidente nell’isola micronesiana di Palau, quando la polizia locale sparò e uccise un membro del suo equipaggio nel quadro di una disputa sui diritti di pesca. “Il Partito e il nostro governo faranno più sforzi per prendersi cura di voi (…) e vi auguro tutto il meglio nella pesca: fate buoni raccolti e prendete pesci sempre più grandi”, ha detto un rassicurante Xi.

Le parole rivolte ai pescatori – spiegano gli analisti – sono in realtà destinate alle orecchie dei Paesi con cui la Cina ha dispute territoriali nel mar cinese meridionale: Filippine, Vietnam e Malaysia su tutti. L’esperto di questioni marittime Li Jie ha detto al South China Morning Post che, per diventare una vera potenza navale, Pechino dovrebbe fare del “mare del sud” un obiettivo strategico primario.

Sembra che non ci sia bisogno di ricordarlo alla leadership cinese, dato che l’esercito popolare di liberazione ha finito da pochi giorni una serie di esercitazioni – cariche anche di contenuti simbolici – proprio in quell’area. Gli equipaggi delle quattro navi da guerra che vi hanno preso parte – riportano i media cinesi – hanno infatti compiuto un “giuramento solenne” vicino alla secca di James: “Ci impegniamo a difendere il mar cinese meridionale, a mantenere la sovranità nazionale e puntiamo a realizzare il sogno di una Cina forte”, hanno recitato in coro i militari, nel quadro di manovre durate sedici giorni di fila.

La secca (Zhanmu sha, “barriera Zhanmu”, per i cinesi) si trova ai limiti della controversa “nine-dash line” (la linea dei nove trattini), cioè la mappa che sia Repubblica Popolare sia Taiwan considerano valida per delimitare le acque territoriali cinesi. Inutile dirlo, di parere diametralmente opposto sono Filippine, Vietnam, Malaysia e Brunei, le cui coste sono spesso lambite dalla linea cinese: qualche esperto aveva addirittura utilizzato la parola “leccate” e i vietnamiti la chiamano piuttosto esplicitamente “linea della lingua di bue”.

La visita di Xi nel villaggio di pescatori è stata commentata da alcuni media stranieri (es. Wall Street Journal) e non solo (South China Morning Post), come un segno di maggiore assertività della nuova leadership rispetto alla precedente fase di Hu Jintao-Wen Jiabao. Tuttavia, dal forum di Boao giungono indicazioni non univoche.

Se infatti il “grande sogno cinese”, o “rinascimento della nazione cinese” di Xi Jinping è carico di retorica nazionalista, il nuovo presidente è apparso a molti rilassato e, al contrario del suo predecessore Hu, capace di esprimersi in modo colorato e diretto: “La pace, come l’aria e il sole, non si nota quando le persone possono beneficiarne. Ma nessuno di noi può viverne senza”, ha detto tra le altre cose Xi al forum di Hainan.

Nello specifico delle dispute nel mar cinese meridionale, il leader cinese ha affermato che l’attrito tra i Paesi è inevitabile. “Ciò che è importante è che si risolvano le divergenze attraverso il dialogo, le consultazioni e i negoziati pacifici, nel più ampio interesse della stabile crescita delle relazioni”. 

Va ricordato che, nonostante l’irritazione nei confronti di Pyongyang, quella della stabilità a tutti i costi è la linea ufficiale di Pechino anche rispetto alla questione coreana.
 
[Scritto per Lettera43; foto credits: scmp.com]