Caratteri cinesi – L’urbanizzazione e i suoi nemici [02]

In by Simone

Un tema di stretta attualità, di cui sentiremo parlare nei prossimi anni: l’urbanizzazione. Sullo sviluppo delle città conta la leadership cinese per trasformare l’economia e la società del Paese. Nella seconda parte dell’intervista [prima parte], l’economista Zhu Haijiu insiste su un concetto: il processo deve essere lasciato alle libere forze del mercato. D: Quale ritiene che sia la direzione dell’urbanizzazione? Una urbanizzazione caratterizzata da grandi città o da piccoli e medi centri urbani? Perché?

R: L’urbanizzazione è frutto della forza del mercato, non possiamo portare avanti una urbanizzazione fine a se stessa, non possiamo cancellare la campagna per colpa dell’urbanizzazione. Città e campagna non sono in opposizione. In alcuni viaggi a Taiwan, in Giappone e in alcuni paesi occidentali sviluppati mi è capitato spesso di vedere villaggi e città che coesistono in maniera armoniosa, perfettamente integrati, e non si notano relazioni tese tra di loro. Questa è la situazione ideale.  

A livello teorico, è lo sviluppo delle città a dare impulso allo sviluppo delle aree rurali, promuovendo l’urbanizzazione. […] Il capitale delle città, in particolare quello del settore manifatturiero, può uscire dai confini cittadini e cercare luoghi adatti di investimento. In questo modo, nei luoghi dove arriva il capitale si formano città e cittadine o si espandono quelle già esistenti. Nelle vicinanze delle grandi città possono formarsi agglomerati di piccole città, che sono spesso il risultato del flusso di capitali. Ovviamente non tutte le città si formano e si espandono in questo modo […], ad esempio nel Zhejiang, nel Jiangsu e nel Guangdong, così come in altre parti del paese, alcune città si sono formate intorno a cluster industriali.  

Negli ultimi dieci anni circa, dato che le persone lasciano le campagne per trasferirsi in città, alcuni villaggi sono spariti, specialmente quelli delle aree di montagna. Allo stesso modo, anche alcune città e cittadine possono ritrovarsi di fronte a un destino simile. Ossia, nel processo di mercatizzazione, alcune città diventano più grandi, altre subiscono un declino. Tuttavia, noi non possiamo prevedere quali città si espanderanno e quali scompariranno. Se gli uomini di governo promuovono l’urbanizzazione di un’area, è molto probabile che questo si riveli un grande spreco, poiché le città così create sono destinate ad andare a rotoli.

In generale, le grandi città offrono maggiori opportunità. Di solito, le persone tendono a considerare prima l’eventualità di vivere in una grande città. Di conseguenza, dare vigore al processo di urbanizzazione comporta grandi rischi.

D: Lo “huji” [permesso di residenza permanente; ndt] è una questione che, parlando di urbanizzazione, non si può fare a meno di menzionare. Abbiamo visto che la riforma dello huji si è scontrata con una grande resistenza da parte di interessi costituiti. Lei cosa ne pensa? La riforma dello huji come può essere effettuata correttamente?  

R: Il problema dell’urbanizzazione è fondamentalmente un problema istituzionale. Nel nostro processo di urbanizzazione, l’urbanizzazione degli “individui” è rimasta indietro rispetto all’urbanizzazione della “terra”. Un motivo importante è proprio il sistema dello huji. Lo stesso vale per la struttura duale a cui ho accennato prima.  

Dato che il punto chiave dell’urbanizzazione è rappresentato dal “mercato”, ogni persona deve avere il diritto di scegliere liberamente, mentre il sistema dello huji mette un limite a questa libertà. Il sistema dello huji crea un legame tra welfare e status, fa sì che una parte di persone abbia dei privilegi. Consiste in un sistema di classificazione degli individui in base al luogo [in cui vivono] e va contro la fondamentali esigenze dell’urbanizzazione.

Nonostante gli oltre trent’anni di riforme ed apertura, non ci siamo ancora liberati di questo sistema di classificazione. Lo huji è solo uno dei vari sistemi di classificazione presenti in Cina, perfino alle città continuiamo ad assegnare diversi gradi […] e, a seconda del loro grado, anche la loro autorità sarà più o meno maggiore. Secondo il modello di economia pianificata, l’allocazione di risorse dipende dal grado delle città, […] per questo abbiamo creato una situazione in cui le grandi città ricordano l’Europa, mentre le zone rurali l’Africa.

Se si vuole realizzare l’urbanizzazione è necessario abolire i vari tipi di classificazione, incluso lo huji e i livelli delle città. Oggi se si dice che si vuole promuovere allo status di città alcune cittadine economicamente sviluppate, si sta ancora facendo riferimento ad una concezione basata sulla classificazione delle città. Questa non è affatto una soluzione.   

Dietro allo huji ci sono dei benefici materiali, è normale che la sua riforma sia soggetta all’ostruzionismo degli interessi costituiti. L’abolizione dello huji comporta di fatto la cancellazione di determinati benefici materiali di cui godono i governi [locali]. Per attuarla è necessario privatizzare i servizi pubblici – attualmente forniti dalle amministrazioni – permettendo così ai meccanismi di mercato di entrare in funzione.

[L’intervista è anche su Caratteri cinesi. Traduzione di Piero Cellarosi]

*Zhu Haijiu (1973- ) è un economista appartenente e promotore a livello nazionale della "scuola austriaca". Originario dello Zhejiang (contea di Qingtian) ha conseguito un dottorato in economia e insegna attualmente presso l’Istituto di economia dell’Università dell’industria e del commercio del Zhejiang. Zhu Haijiu è inoltre ricercatore presso il Cathay Institute of Public Affairs e l’Unirule Economics Institute. In passato ha vinto una borsa come professore in visita del Centro di ricerca per la gestione della strategia e globalizzazione della Copenhagen Business School. Nel periodo trascorso in Danimarca, ha studiato con il noto professor Nicolai J. Foss, accademico specializzato in teoria delle imprese e gestione della strategia aziendale. E’ autore di diversi libri e traduttore di alcuni economisti della scuola austriaca (Israel Kirzner, Jesus Huerta de Soto).