Papa Francesco: le reazioni dalla Cina

In by Gabriele Battaglia

Francesco I è il nuovo capo della Chiesa cattolica di Roma. E Pechino ha subito avvertito: il Vaticano rompa con Taiwan e "non interferisca" negli affari cinesi. Due tra le più antiche civiltà al mondo rimangono ancora simili eppure distanti. In Cina, oggi il popolo ha occhi solo per il suo nuovo "papa": Xi Jinping. La Cina ha “due principi fondamentali nelle sue relazioni con il Vaticano: Roma deve rompere le sue relazioni diplomatiche con Taiwan e riconoscere il governo cinese come unico rappresentante legale di tutta la Cina. Inoltre, il Vaticano non deve interferire negli affari interni della Cina, anche con il pretesto della religione”.

Parola di Hua Chunying, portavoce del ministero degli Esteri di Pechino. È la prima e finora unica reazione ufficiale cinese all’elezione di papa Francesco. La signora Hua non ha mancato di far pervenire al nuovo pontefice le congratulazioni del governo cinese, auspicando che il Vaticano adotti un atteggiamento “pragmatico e flessibile”.

Pechino ruppe le relazioni diplomatiche con la Santa Sede nel 1951, quando quest’ultima riconobbe il governo nazionalista di Taiwan, in parte come ritorsione contro le persecuzioni di cattolici sul continente. Oggi, il Vaticano è l’unico Stato europeo che ancora riconosce Taipei come legittima rappresentante della Cina.

Proseguono tuttavia numerosi contatti informali che per ora non hanno prodotto alcun compromesso accettabile dalle due parti. I rapporti si sono ulteriormente guastati negli ultimi anni, quando Pechino ha iniziato a nominare unilateralmente i vescovi senza consultare il Vaticano, prassi che era divenuta consuetudine negli anni precedenti.

Il South China Morning Post ricorda che i cattolici cinesi sono stimabili attorno ai 12 milioni (meno di un centesimo della popolazione), equamente distribuiti tra la “Chiesa patriottica”, fedele a Pechino, e la “Chiesa sotterranea”, illegale, che risponde invece direttamente alla Santa Sede. Tuttavia, in alcune province, le autorità chiudono un occhio sulle attività della seconda.

Le reazioni dei fedeli sono inevitabilmente improntate alla prudenza. “Preghiamo per il nuovo papa”, ha dichiarato padre Francesco Zhang, un religioso di Pechino che ha frequentato per anni la Chiesa sotterranea prima di passare a quella patriottica. “Speriamo che sia spirituale, dinamico e aperto. Auspichiamo che sia più disponibile verso la Cina, più pragmatico, e in grado di comprendere meglio la Chiesa cattolica cinese”.

Dal porto sicuro di Hong Kong, il cardinale Joseph Zen Ze-kiun dichiara al South China Morning Post che papa Francesco dovrebbe seguire l’ex Papa Benedetto – “Papa emerito” dopo le dimissioni – nel mantenere un atteggiamento severo nei confronti di Pechino.

Il religioso, iscrivibile tra i “falchi” del Vaticano, aggiunge di avere discusso di Cina con l’allora cardinale Bergoglio appena due settimane fa, per circa cinque minuti: “Gli ho detto che la situazione attuale è molto difficile, perché non solo non ci sono stati miglioramenti nel corso degli anni, ma si sono fatti passi indietro”. Tuttavia – ammette Zen – Bergoglio non gli ha espresso alcun parere particolare sul tema.

C’è infine la Rete, ormai da anni voce eccentrica rispetto alle dichiarazioni ufficiali e ai media tradizionali. Se ai tempi delle dimissioni di Ratzinger il commento più o meno generalizzato (pur nelle sfumature) fu: “Beh, ha fatto bene, del resto è vecchio”, ora non può mancare “il nuovo papa sembra essere in buona salute fisica, avrà una grande responsabilità”, postato da un utente su Weibo, forse ignaro di alcuni acciacchi di Bergoglio puntualmente sottolineati dai media in questi giorni.

Il riferimento più interessante è un parallelismo con il proprio Paese: “Sincronizzazione con la Cina! Loro avranno il loro Papa e anche il nostro si insedierà presto”, scrive un microblogger. Il “Papa cinese” è ovviamente il nuovo presidente Xi Jinping, nominato giusto ieri dal Congresso nazionale del popolo.

Del resto, da più parti si sottolineano le similitudini tra Cina e Vaticano: due civiltà millenarie con vocazione universalistica e due Stati assoluti con oltre un miliardo di sudditi.

[Scritto per Lettera43; foto credits: telegraph.co.uk ]