Potrebbe aprirsi già domani a Kuala Lumpur il dialogo tra il governo di Bangkok e i ribelli islamisti per mettere fine all’insurrezione nel Sud. L’esercito pakistano dà rassicurazioni sul proprio ruolo nelle elezioni e il Vietnam apre alle missioni di peacekeeping Onu. THAILANDIA – Il governo vuole il dialogo con i ribelli del Sud
La Thailandia cerca un accordo di pace con i ribelli nel Sud del Paese. I colloqui potrebbero iniziare al più presto. Una prima intesa al riguardo potrebbe arrivare già domani in occasione della visita della premier tailandese Yingluck Shinawatra a Kuala Lumpur.
Il governo malaysiano si è già fatto promotore del dialogo e dell’accordo quadro firmato lo scorso ottobre tra Manila e i gruppi armati islamici filippini. Gli analisti ricordano tuttavia che al momento non è ancora chiaro chi parteciperà ai colloqui come accaduto in precedenti tentativi di dialogo.
Poco chiari sono anche gli obiettivi dell’insurrezione che dal 2004 ha fatto almeno 5.000 morti e ha come teatro le tre province meridionali di Pattani, Yala e Narathiwat, un tempo parte di un sultanato Malay e annesse all’attuale Thailandia, allora Siam, nel 1909.
PAKISTAN – L’esercito assicura: niente colpi di Stato
L’esercito pakistano non interferirà con le elezioni parlamentari previste per la prossima primavera. A dare rassicurazioni è stato lo stesso capo di Stato maggiore congiunto, Ashfaq Pervez Kayani, il cui sogno, ha ammesso, è vedere un voto regolare svolto nei tempi previsti.
Per la prima volta la legislatura può arrivare alla propria scadenza naturale senza essere interrotta da colpi di Stato o intromissioni del potente esercito che dalla fondazione del Paese nel 1947 è più volte intervenuto nella vita politica. Timori non sopiti, tanto che un’interruzione della corrente elettrica nel fine settimana, ha fatto paventare un nuovo golpe all’orizzonte.
La scorsa settimana era stato il portavoce delle Forze armate ad allontanare lo spettro del colpo di Stato, spiegando che in militari non hanno alcun interesse a rinviare la tornata o a respingerne l’esito.
VIETNAM – Hanoi pronta al peacekeeping
Dal prossimo anno il Vietnam inizierà a partecipare alle operazioni Onu di peacekeeping. La decisione del governo di Hanoi punta a dare al Paese un ruolo di maggior importanza nello scacchiere internazionale.
Secondo quanto riporta il quotidiano Tien Pong, il viceministro alla Difesa, Nguyen Chi Vinh ha confermato la disponibilità durante l’incontro con l’alto funzionario Onu, Edmond Mulet. Sono 115 i Paesi che contribuiscono con truppe e poliziotti alle missioni delle Nazioni Unite in giro per il mondo.
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