“Processatemi pure”: la rete contro i figli dei dirigenti

In by Gabriele Battaglia

Li Guanfeng, figlio di un alto ufficiale dell’Esercito popolare di liberazione avrebbe stuprato una giovane donna insieme ad altri ragazzi. Li è recidivo: qualche tempo fa era già stato beccato alla guida di una Bmw senza patente. E tra i netizen cinesi scoppia la rabbia contro i figli della nomenklatura. Lei non sa chi sono io, anzi, di chi son figlio io. Ecco l’ennesimo caso che ha acceso la rabbia degli internauti. Li Guanfeng, minorenne figlio del noto funzionario di alto grado dell’Esercito di liberazione Li Shuangjiang, è accusato di aver abusato di una giovane donna assieme ad altri quattro ragazzi.

Lo stesso Li un paio di anni fa si era fatto un anno di riformatorio perché guidando senza patente una Bmw decapottabile aveva importunato una coppia gridando impunito: "e adesso chi si arrischia a chiamare la polizia?" E nel 2010 un altro giovane che guidava ubriaco aveva nvestito e ucciso uno studente universitario. "Processatemi pure – aveva affermato in quell’occasione – sono il figlio di Li Gang".

Questa volta la notizia è su tutti i giornali e nessuno tenta di insabbiarla. Dal Quotidiano del popolo al South China Morning Post, passando per il Global Times, tutti commentano questa triste vicenda di nepotismo e impunità tardo adolescenziale. E in rete il dibattito è più che aperto. Quasi un milione di commenti solo su Sina Weibo e migliaia di internauti che scandagliano il passato del giovane per denunciare le sue passate “marachelle”.

Il Beijing Morning Post ci descrive la gang dello stupro: su cinque ragazzi coinvolti, quattro sarebbero minorenni. Sono sospettati di aver abbordato una ragazza ubriaca in un bar e di essersela portata in un hotel di Pechino. Qui l’avrebbero picchiata e violentata. La rete, una volta messa a conoscenza della notizia, si sarebbe scatenata. Il caso di Li, in particolare, è diventato l’ennesimo esempio della villaneria e della prepotenza dei figli della nomenklatura del Partito, convinti di poter sfidare la legge in ogni momento perché protetti dai loro genitori.

Non è la prima volta, per altro che il giovane ha problemi con la legge. Nel settembre del 2011, lui e un altro ragazzo sono stati beccati alla guida di una Bmw. Entrambi senza patente, avevano bloccato il traffico. E Li non si era lasciato sfuggire l’occasione di importunare una coppia gridando impunito: "e adesso chi si arrischia a chiamare la polizia?". All’epoca si chiamava Li Tianyi e si fece un anno di riformatorio. Quando uscì i genitori gli fecero cambiare nome, forse proprio perché il suo passato con la legge non riuscisse fuori troppo facilmente.

Sempre secondo quanta riporta il Beijing Morning Post suo padre si è molto rattristato della notizia e sua madre, anche lei cantante dell’Esercito, ha chiesto di perdonare suo figlio per il suo comportamento. Ma la loro buona fede è messa in dubbio dagli internauti che hanno ritirato fuori dalle maglie delle rete una video intervista in cui i genitori di Li dicevano che il loro figlio nel 2006 aveva dodici anni. Sarebbe quindi ormai maggiorenne al contrario di quanto affermano i suoi genitori. Ma la polizia di Pechino non ha ancora rilasciato dati sulla vera età del ragazzo.

La differenza nell’eventuale pena è notevole, fa notare l’avvocato Hao Yachao al Global Times. “Se è minorenne la pena può essere inferiore ai dieci anni di carcere”, ma per un adulto accusato di stupro la pena prevista va da un minimo di dieci anni alla pena capitale.

E nel frattempo la polemica cresce, e sono in molti a ricordare il caso di un altro giovane che nel 2010 guidava ubriaco aveva investito e ucciso uno studente universitario. "Processatemi pure – aveva affermato in quell’occasione – sono il figlio di Li Gang". Come se questo potesse garantirgli l’immunità. Quello che successe è che “sono il figlio di Li Gang” è diventato lo slogan di chiunque combatta il marcio e la corruzione all’interno del Partito.

[Scritto per Lettera43; foto credits: scmp.com]