Oggi in Asia – Il cappio di Tokyo

In by Simone

Stamane sono state eseguite le prime sentenze di condanna a morte sotto il governo di Abe Shinzo. In India, tra gli scioperi, inizia la sessione del Parlamento che dovrà votare il bilancio e in Pakistan l’ambasciatrice negli Usa è accusata di blasfemia.
GIAPPONE – Le prime esecuzioni di Abe

Le prime tre sentenze di condanne a morte in Giappone dall’inizio del governo Abe sono state eseguite oggi per impiccagione. I tre giustiziati erano stati tutti condannati per omicidio. Kaoru Kobayashi per la morte di una bambina di sette anni, Masahiro Kanagawa uccise un uomo e ne ferì atri sette fuori da un centro commerciale a Tokyo nel 2009; Keiki Mutu uccise un barista nel 2002.

Sebbene il ministro della Giustizia, Sadakazu Tanigaki, abbia sottolineato lo scrupolo con cui sarebbero stati seguiti i casi, una forte condanna è arrivata dalle organizzazioni per la tutela dei diritti umani.

Attualmente sono 130 i condannati nel braccio della morte in Giappone. Tra loro la mente dell’attentato alla metropolitana di Tokyo nel 1995, Shoko Asahara. Durante il governo del Partito democratico, il Paese mantenne una moratoria di fatto sulle esecuzioni, rotta a marzo del 2012.

INDIA – Il bilancio in Parlamento

Si è aperta oggi in India la sessione parlamentare che dovrà approvare la legge finanziaria per l’anno in corso. La proposta di bilancio sarà presentata la prossima settimana dal ministro delle Finanze, Palaniappan Chidambaram. Nel discorso di apertura il capo di Stato, Pranab Mukherjee, non ha nascosto le difficoltà dell’economia indiana, la cui prevista crescita del 5 per cento sarà la più bassa da un decennio.

Il presidente ha promesso misure per attirare investimenti e far ripartire l’economia. Come nella precedente sessione, quando dovette fronteggiare l’ostruzionismo sulla liberalizzazione nel settore delle distribuzione che apriva di fatto agli investimenti dei grandi gruppi multinazionali, anche a questo giro si preannunciano barricate dell’opposizione.

L’inizio della sessione parlamentare è coinciso con il secondo giorno di sciopero consecutivo nel Paese. L’adesione è stata a macchia di leopardo, ma non sono mancati episodi di violenza, il più grave nel Bengala occidentale, dove militanti del partito della chief minister, Mamata Banerjee, ferventemente contraria alla protesta, hanno mozzato l’orecchio a un impiegato statale che non si era presentato in ufficio. I sindacati chiedono misure contro l’inflazione, per l’occupazione e l’innalzamento del salario minimo a 140 euro.

PAKISTAN – Ambasciatrice negli Usa denunciata per blasfemia

Un uomo d’affari pakistano ha accusato l’ambasciatrice di Islamabad negli Stati Uniti di blasfemia. Il reato è punibile con la pena di morte. Le accuse contro la signora Sherry Rehman si riferiscono a un suo intervento in una televisione privata a novembre del 2010.

Il caso è l’ultimo in ordine di tempo di una lunga serie nella Terra dei puri. Secondo il Center for Security Studies le denunce sono in aumento. Dal 1990 sono state uccise almeno 52 persone accusate di blasfemia,spesso vittime di linciaggio.

La signora Rehman ha ricevuto in passato minacce di morte proprio per il sostegno alla riforma della legge contro la blasfemia, posizione costata la vita in passato ad altri politici di primo piano, tra cui nel 2011 l’allora ministro pakistano per le Minoranze, Shahbaz Bhatti.

[Foto credit: amnesty.ie]