Nomura è una delle più grandi banche d’affari internazionali. E’ leader del mercato dei prodotti derivati ed è stata di recente coinvolta nel caso Montepaschi. Breve storia della regina delle banche nipponiche, tra scandali e attività decisamente non alla luce del sole. Abili scienziati in grado di studiare formule matematiche complesse e astuti dirigenti in grado di vendere le stesse come prodotti finanziari in tutto il mondo. Su questi punti di forza Nomura, una delle più grandi banche d’affari in Giappone e nel mondo, ha costruito negli ultimi anni il proprio successo al di fuori dei confini nazionali. Tanto che anche Montepaschi, la terza banca italiana, ci è cascata, firmando contratti di acquisto di prodotti derivati ad alto rischio.
Dal 2011 Nomura, banca nata nel 1925 a Osaka, in Giappone, controlla il business asiatico di prodotti finanziari strutturati. All’indomani del crack di Lehman Brothers nel 2007, Nomura ne rileva le operazioni asiatiche e una parte di quelle europee e si specializza nella vendita di pacchetti di prodotti finanziari derivati. Ma da cosa deriva il successo di Nomura?
I prodotti finanziari di Nomura sono considerati tra i più innovativi e redditizi del recente passato, dicono le riviste di settore tra cui Risk.net e Derivatives Week/Derivatives Intelligence. Quest’ultima le ha addirittura assegnato un premio per il commercio e la progettazione di prodotti derivati redditizi, e per essere avanti ai concorrenti nella gara all’innovazione e alla ricerca. Non è un caso che Nomura investa moltissimo nella formazione ad alto livello dei propri dipendenti, e abbia "installato" nel 2001 una propria scuola, il Nomura Centre for Mathematical Finance, nella prestigiosa Università di Oxford.
Nel giro di due anni i ricavi delle sottoscrizioni di questi pacchetti di derivati aumenta di tre volte passando da 16,2 miliardi di dollari nel 2009 a 49,5 nel 2011.
Tuttavia, se si guarda alla storia dell’azienda, gli scandali non sono pochi. Negli anni ’90 vengono alla luce rapporti con la malavita organizzata.
Poco meno di due decenni più tardi, Nomura sale agli onori della cronaca per insider trading. Il primo caso emerge a luglio 2012: come rivelato in quegli stessi giorni, tra gli altri, dal settimanale giapponese Diamond, finiscono sul banco degli imputati operazioni risalenti al 2010.
Un giro di informazioni riservate in uscita verso una banca del conglomerato industriale-finanziario Mitsui-Sumitomo e un’agenzia di consulenze finanziarie di Tokyo. Coinvolte nella fuga di notizie banche concorrenti e aziende del settore energia, come Inpex, azienda petrolifera, e Tepco, l’azienda elettrica di Tokyo che gestisce la centrale nucleare di Fukushima.
Dopo queste rivelazioni, l’amministratore delegato della banca d’affari, Kenichi Watanabe e il suo vice, Takumi Shibata, lasciano. La portata della fuga di notizie e della speculazione azionaria non passa però inosservata. E il governo, di segno democratico, decide di intervenire.
A partire dalla primavera del 2012, infatti, il governo di Tokyo tenta di porre un freno alle operazioni speculative delle principali banche d’affari nazionali attraverso il Ministero per i Servizi Finanziari, ma senza successi di rilievo. Anzi, fatto sospetto, il ministro Matsushita, che da tempo si batteva per una maggiore trasparenza del settore e un maggiore controllo interno sulle fughe di notizie riservate, si suicida a settembre.
Watanabe e Shibata, veri artefici dell’integrazione con Lehman Brothers, avevano cercato con le loro dimissioni di "ripristinare la fiducia dei clienti" nei confronti della propria banca d’affari. Era iniziato così un cambio di strategia del gruppo. A poco meno di 5 mesi dal primo scandalo e a meno di due mesi dalla morte di Matsushita, un nuovo caso di insider trading investe Nomura, stavolta per operazioni risalenti al 2011. Nomura aveva aiutato lo hedge fund Japan Advisory nell’acquisto di un’azienda di microchip.
Impegnata a ristabilire la propria credibilità, Nomura non può più permettersi la spinta propulsiva del 2008-2009. All’estero, niente più espansione quindi, ma riduzione dei costi. Ora il nuovo ad, Koji Naga punta a un forte ridimensionamento delle operazioni internazionali di Nomura per riportare in alto i ricavi, che nel penultimo trimestre del 2012 avevano registrato un forte calo. Un taglio di circa un miliardo di dollari è già in cantiere. Alcune succursali europee sono già a rischio chiusura.
Nonostante i casi che la vedono coinvolta, Nomura è ancora, almeno in patria, padrona del mercato finanziario. Ha in mano circa il 43 per cento degli scambi di prodotti strutturati e il 30 per cento del mercato al dettaglio di questi. Come emerso nei casi di insider trading smascherati nel luglio 2012, il suo potere finanziario le ha permesso di intervenire direttamente sulle quotazioni di borsa per favorire i profitti di clienti di prima fascia con cui aveva precedentemente siglato accordi di fornitura di informazioni riservate.
Nomura non è l’unica a influenzare il mercato azionario giapponese. È infatti seguita a ruota dai suoi competitor. Smbc-Nikko, Jp Morgan e Daiwa, le tre grandi compagnie finanziarie attive in Giappone, anche loro coinvolte nel caso di luglio 2012."Così fan tutti", insomma. Le grandi corporation della finanza si aiutano a vicenda per massimizzare i profitti, con la compiacenza di politici, funzionari o ex dipendenti compiacenti dei Ministeri finanziari.
Benvenuti nel "triangolo d’acciaio" giapponese.
[foto credits: bloomberg.com]
*Marco Zappa nasce a Torino nel 1988. Fa il liceo sopra un mercato rionale, si laurea, attraversa la Pianura padana e approda a Venezia, con la scusa della specialistica. Qui scopre le polpette di Renato e che la risposta ad ogni quesito sta "de là". Va e viene dal Giappone, ritorna in Italia e si ri-laurea. Fa infine rotta verso Pechino dove viene accolto da China Files. In futuro, vorrebbe lanciarsi nel giornalismo grafico.