In Bangladesh il controverso tribunale sui crimini durante la guerra d’indipendenza dal Pakistan del 1971 ha emesso una nuova condanna. Nelle Filippine bloccata la legge sulla sicurezza informatica e nello Sri Lanka il presidente esclude di dare maggiore autonomia ai tamil.
BANGLADESH – Nuova condanna per crimini di guerra
Ha provocato manifestazioni e scontri a Dhaka e in altre città del Bangladesh la sentenza con cui il tribunale speciale per i crimini di guerra ha condannato all’ergastolo il leader islamico Abdul Kader Mullah per il ruolo ricoperto durante il conflitto che portò all’indipendenza dal Pakistan nel 1971.
Il leader del Jamaat-e-islami, di 64 anni, è stato riconosciuto colpevole per i rapimento e l’omicidio di oltre 200 intellettuali bangladeshi. È il secondo condannato dalla corte istituita nel 2010 per processare i presunti collaborazionisti del Pakistan ma considerata un modo per colpire i rivali politici dell’esecutivo.
Il mese scorso i giudici condannarono a morte in contumacia un altro leader della Jamaat, Abul Kalam Azad che attualmente si ritiene abbia trovato riparo in Pakistan. Secondo le stime del governo il conflitto per l’indipendenza fece almeno 3 milioni di morti.
FILIPPINE – Stop alla legge sulla sicurezza informatica
La Corte suprema filippina ha nuovamente bloccato l’entrata in vigore della legge sulla sicurezza informatica, che si teme possa limitare la libertà in rete nell’arcipelago.
Scopo della legge firmata lo scorso settembre dal presidente Benigno Aquino è contrastare le truffe, la pedopornografia, il furto di identità e lo spam. I critici lamentano tuttavia il potere concesso allo Stato di oscurare i siti, il controllo governativo sulla rete e le pesanti pene carcerarie per la diffamazione.
Lo scorso ottobre la Corte suprema aveva già bloccato per quattro mesi l’entrata in vigore del provvedimento contro cui furono presentate almeno 15 petizioni.
SRI LANKA – Niente autonomia per i tamil
Il presidente singalese, Mahinda Rajapaksa, ha escluso la possibilità di concedere maggiore autonomia politica alle regioni a maggioranza tamil, rimangiandosi di fatto gli impegni presi per la riconciliazione per uscire definitivamente dal conflitto civile durato un quarto di secolo.
Il capo di Stato ha inoltre esortato la comunità internazionale a non interferire negli affari interni del Paese e a non credere a quelle che definisce propaganda sulle violazioni dei diritti umani di cui il suo governo è accusato.
A marzo il governo singalese dovrà informare il Consiglio delle Nazioni Unite per i diritti Umani dei progressi fatti dalla commissione sui crimini di guerra che indaga in particolare sull’ultima fase del conflitto che nel 2009 portò alla sconfitta militare del movimento separatista delle Tigri Tamil e che in 25 anni scontri ha fatto almeno 80mila morti.
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