La Cina ha intenzione di investire miliardi di dollari nei prossimi anni, per lo sviluppo di imprese mediatiche e di intrattenimento, nella speranza di competere con i giganti globali come la Time Warner. L’intento è quello di ridimensionarne il giro di affari, prendendo una fetta della torta, e quello di esportare il proprio immaginario.
Un piano ambizioso, stabilito la scorsa settimana dal Consiglio di Stato, che prevede la creazione di intrattenimento, notizie e cultura con un orientamento al mercato, non senza l’appoggio governativo. La Cina quindi, mette nel mirino Bloomberg, Time Warner e Viacom, dicono gli analisti. "Si è registrato un sentimento molto chiaro ai più alti livelli del governo cinese: quello di avere a disposizione una macchina mediatica commisurata allo status e alla potenza crescente della Cina", ha affermato al New York Times, Jim Laurie, un ex corrispondente di ABC News che insegna all’Università di Hong Kong.
Pechino si muove anche per migliorare l’immagine della nazione all’estero, un obiettivo che rientra all’interno di quel soft power tanto caro alla propria classe dirigente. Lungo la strada, Pechino consentirà alle imprese private e straniere di investire in tutto, dalla musica, al cinema e dalla televisione al teatro, dalla danza a produzioni d’opera, anche se in gran parte tramite società di proprietà statale. Si tratta pur sempre di un’apertura rilevante.
Anche se ancora la Cina non ha fornito un dettagliato piano, pare evidente l’unica eccezione: i programmi d’informazione, ricadranno come al solito sotto il controllo del Partito comunista. Tra le prime aziende a beneficiare della nuova politica di apertura del governo in tema di comunicazione, c’è la Shanghai Media Group, uno delle più importanti del paese. SMG lo scorso anno ha chiuso con un profitto di circa 100 milioni di dollari. Ha partnership con aziende come la News Corporation, Viacom e CNBC, nonché laute entrate derivanti da alcuni programmi in televisione, tra cui una rete di acquisti a domicilio, un canale di animazione, moda e lifestyle. Allo stesso tempo produce radio, giornali, riviste e film .
"Il mercato dei media nazionali è cambiato drammaticamente," dice Li Ruigang, 40anni, presidente e amministratore delegato di SMG. "Sta per nascere una nuova SMG. In futuro ci sarà una holding, e ci saranno più di 10 società controllate".