Zhang Yimou, la consacrazione dopo le difficoltà

In by Simone

Giovedì sera al gala del 60° anniversario della Repubblica Popolare Cinese, Zhang Yimou ha stupito ancora una volta tutti. Respinto, amato, adorato e vietato il regista e coreografo è oggi un ambasciatore di punta per il governo di Pechino, dopo averlo fortemente respinto in passato.

A 57 anni Zhang è ormai l’uomo cui il governo affida gli spettacoli di grandi dimensioni. Ma non è sempre stato così. Il regista è nato a Shaanxi nel nord cinese: suo padre apparteneva all’esercito nazionalista sconfitto dai comunisti nel 1949. Anche per questo a 17 anni durante la rivoluzione culturale, finisce nelle campagne per essere rieducato dai contadini. Fu lì che Zhang scoprì la fotografia.
Nel 1978 si iscrive alla prestigiosa Scuola di Cinema di Pechino. “Il risentimento, e il bisogno di riconoscimento sono evidenti nei film di Zhang’, ha dichiarato Chris Berry, docente di cinema al Goldsmiths College di Londra.

I suoi primi lavori non destano preoccupazione e nel 1994, il suo film ‘Vita’ – la storia dei problemi e delle tribolazioni di una famiglia dal 1940 alla Rivoluzione Culturale – ottiene il Gran Premio della giuria del Festival di Cannes. Una consacrazione che ha attirato aspre critiche da parte delle autorità: per due anni gli vietano le riprese in Cina.

Zhang insiste e i suoi film diventano ben presto dei kolossal noti in Occidente, come è stato il caso di Heroes (2006) e La foresta dei pugnali volanti (2004). Zhang porta i film cinesi a competere con i blockbuster hollywoodiani, finendo per ritrovare la sintonia perduta con il governo cinese.

Zhang Yimou è diventato oggi il coreografo ufficiale delle grandi celebrazioni cinesi, dalle Olimpiadi al Sessantesimo anniversario della Repubblica. Riconosciuto e apprezzato dai paesi occidentali, “ha contribuito fortemente allo sviluppo della cultura cinese”, ha detto alla stampa il ministro della Cultura Cai Wu, un paio di giorni prima del 1 ° ottobre. E giovedì, ancora una volta in Piazza Tian’anmen, il respiro della coreografia di Zhang è stato quello di un’intera nazione.

E orai può permettersi alcuni sfizi, come mettere in scena la Turandot al Birds Nest, lo Stadio Olimpico già teatro della sua colossale cerimonia di inaugurazione dello scorso anno.