Come vivono gli italiani in Cina nelle città di seconda e terza fascia? Storie diverse da quelle delle grandi metropoli, tra aspettative, aneddoti e difficoltà. Un "nastro trasportatore": di storie atipiche e vere, di tasselli di un mosaico che è quella Cina che non finiremo mai di scoprire e di capire. Raccolte nel nuovo blog di China FilesSiamo sul Delta del Fiume delle Perle, il terzo fiume cinese per lunghezza, dopo il Fiume Azzurro e il Fiume Giallo. Per quanto possa sembrare un ossimoro, Zhongshan è un verdeggiante centro industriale, un milione emmezzo di abitanti, un’ora e mezza di auto da Canton (o quaranta minuti di treno) e di ferry da Hong, una temperatura media di 22 °C gradi.
Francesco Grillo. 35 anni, monzese, arriva a Zhongshan nel 2009. Dopo la laurea in giurisprudenza, anziché lavorare nello studio legale dei genitori, preferisce seguire la carriera manageriale. Nel 2006, vince una borsa di studio per un master dell’ICE ed è assunto subito dopo da un’azienda emiliana che lo manda in Pakistan. A ventinove anni è direttore commerciale di una realtà che fattura venticinque milioni di euro l’anno Concluso il biennio in Pakistan, accetta l’offerta di un’azienda bresciana leader nella produzione di componenti per gas, questa volta con destinazione Cina.
Francesco non considera Zhongshan una città di frontiera. “Certo non è Shanghai o Pechino, ma a Zhongshan si vive bene, si trova quasi tutto quello che si potrebbe trovare in Europa oltre a comodità tipicamente cinesi. E la vita costa meno rispetto alle principali metropoli. Ho visitato diverse città nel Guangdong e Zhongshan è probabilmente la più vivibile per dimensioni e traffico. Ha un’industria ricca, prevalentemente di proprietà locale. Molti anche i capitali affluiti da Hong Kong, Taiwan e Giappone”.
Ma cosa si fa a Zhongshan nel tempo libero? “Tanto sport, squash, calcetto, mountain bike. C’è un bellissimo lago a dieci minuti di bici da casa mia ed è un piacere andarci, anche perché non passano auto! Ho iniziato yoga da qualche mese. Poi amo cucinare e ho spesso amici a cena. I cinesi amano sempre più la cucina italiana, sarà anche per questo che a Zhongshan hanno aperto tre nuovi ristoranti italiani nell’ultima settimana”.
Ci sono molti italiani a Zhongshan? “Quasi una quarantina di fissi, credo, e molti che fanno avanti indietro con l’Italia. Quasi tutti lavorano nel settore manifatturiero, in particolare abbigliamento, meccanica e illuminazione. Un gruppo eterogeneo e non compatto, anche perché chi fa quest’esperienza vuole godersi i propri spazi. L’età media sembra sopra i quaranta, in pochi hanno la famiglia qui, e di donne italiane ce ne sono forse un paio.”
La vita notturna? “Da tempo ho smesso di frequentare i locali dove, più che ballare, si gioca ai dadi, [si gioca ai dadi?? N.d.R.] al massimo vado nel pub irlandese, ormai un’istituzione di Zhongshan, birra importata, musica dal vivo e dadi vietati. Prima era punto d’incontro della comunità degli expat ma ormai è sempre più affollato di cinesi che stanno cominciando ad apprezzare una Guinness o un’ottima birra belga conversando con gli amici”.
E l’ambiente lavorativo? “Ho costruito un rapporto di fiducia e rispetto con i miei colleghi cinesi, andiamo spesso a cena fuori insieme e qualche volta al karaoke, ma di solito finiscono ubriachi troppo presto!”
* Emanuela Verrecchia nasce a Torino nel 1971. Nello stesso anno, Jim Morrison viene trovato senza vita a Parigi nella sua vasca da bagno, Stefano D’Orazio diventa batterista dei Pooh; negli Stati Uniti, Ray Tomlinson, inventa l’email, mentre in Italia si cominciano a ricevere le prime trasmissioni di TeleCapodistria. Accantonata in tenera età l’idea di diventare astronauta, Emanuela si laurea in Diritto Industriale, parte per Roma, dove si ferma per dieci anni. Una sera, vedendo "Lost in Translation" al cinema Eden, resta folgorata dall’Asia e decide di studiare il giapponese. Un amico di Lecce la convince, però, che sia meglio imparare il mandarino e guardare alla Cina, e così si lascia trascinare da una catena di eventi che la portano prima ad Hong Kong e poi a Shanghai, dove risiede dal 2008 e dove lavora come avvocato in uno studio specializzato in Proprietà Intellettuale.
Ha creato su Linkedin il gruppo virtuale ITALIANI IN CINA
Per China Files cura il blog "Italiani di frontiera".
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