Il Quotidiano del Popolo è caduto nella trappola di The Onion. Il sito satirico statunitense ha definito il dittatore nord-coreano l’"uomo più sexy del mondo". Il Renmin Ribao ha ripreso il finto scoop corredandolo di foto del giovane Kim a cavallo. L’articolo non è più online. E qualcuno forse ne pagherà le conseguenze. “Con il suo viso rotondo dalla devastante bellezza, il suo fascino giovanile, e la sua figura forte e robusta, questo rubacuori di razza Pyongyang è il sogno di ogni donna che si realizza”. Citando pari pari la fonte, la versione online dell’autorevole (in Cina) Quotidiano del Popolo si è bevuta totalmente la bufala del sito satirico statunitense The Onion, che ha eletto il leader nordcoreano Kim Jong-Un “uomo più sexy al mondo”.
L’organo del Partito comunista cinese, che vanta 2,4 milioni di lettori, correda la notizia con ben cinquantacinque foto del “brillante compagno” succeduto al “caro leader” Kim Jong-Il, suo padre: in molte di queste, il paffuto Kim dagli occhi di ghiaccio compare a cavallo.
Il Renmin Ribao continua citando le parole di Marissa Blake-Zweibel, redattrice di The Onion per spettacolo e stile, che così descrive Kim: “Ha la rara capacità di essere in qualche modo completamente adorabile e totalmente macho allo stesso tempo. E questa è la qualità che fa di lui il tipo di uomo che vogliono le donne, e che gli uomini vogliono essere”.
Non si capisce se i redattori del quotidiano cinese ci siano o ci facciano, il dato certo è che attualmente l’articolo è scomparso dalla Rete. Autocensura compagni. E forse qualche testa che salta. Ovviamente la notizia rimbalza da tutte le parti, con alcune sfumature.
Nei media occidentali, lo sfottò si unisce allo stupore: ma come fanno i colleghi cinesi a essere così fessi?, sembra la domanda retrostante. Il sito pechinese in lingua inglese Beijing Cream definisce il giornale del Partito “adorabilmente imbecille”.
Nella Rete cinese, invece, se ne parla molto, ma lo stupore lascia il posto a un’alzata di spalle: “Il Quotidiano del popolo ha fatto ridere tutto il mondo”, scrive qualcuno sul social network Weibo, ma il tono è quello di chi potrebbe benissimo concludere: “Un’altra volta”. Si punta invece il dito sulla più o meno effettiva bellezza del rampollo nordcoreano, postando un’escalation di foto improbabili o imbarazzanti.
Qualcuno avanza il sospetto che il Quotidiano del popolo sia pieno di burloni: redattori che agendo di sponda con The Onion provano a verificare fino a che punto sia possibile spingere in alto l’asticella della satira. Molto sottile e interessante, ma l’ipotesi è sostenuta da una minoranza.
È più semplice invece tornare con la mente a un caso analogo di dieci anni fa, quando Beijing Evening News si bevve completamente la notizia, sempre di The Onion, secondo cui il Congresso degli Stati Uniti se ne sarebbe andato da Washington se non fosse stato costruito un Campidoglio molto più “carino”. Membri della camera e senatori si sarebbero in tal caso trasferiti a Memphis o Charlotte.
Negli Usa, The Onion è una vera e propria impresa editoriale e un’istituzione della satira, con un tabloid che dichiara 400mila copie di tiratura e un sito web da 7,5 milioni di visitatori unici al mese. Esiste dal 1988. Lascia perplessi il fatto che al Renmin Ribao nessuno lo sapesse.
L’incidente, se così vogliamo chiamarlo, giunge in un momento particolarmente delicato per le relazioni Cina-Corea del Nord. Il cambio della guardia a Pechino è stato prontamente salutato da Kim Jong-Un, che ha bruciato in velocità tutti gli altri leader mondiali nel congratularsi ufficialmente con il neo-nominato segretario generale Xi Jinping.
Ma proprio Xi, a detta degli esperti, sarà l’uomo che spingerà Kim (o chi per lui) verso nuove riforme e aperture, sfruttando il proprio ruolo di leader del Paese protettore della Corea. D’altra parte, Pyongyang avrà sempre più difficoltà a ignorare le richieste della Cina. La sua dipendenza da Pechino per il commercio è passata dal 52 per cento del 2005 all’84 per cento dello scorso anno. E il 90 per cento del petrolio utilizzato dalla Corea del Nord arriva dalla Cina.
[Scritto per Lettera43; foto credits:beijingreview.com ]