Il sistema del gaokao, la "maturità degli studenti cinesi, è al centro di un programma di riforme. Per favorire l’equità tra studenti delle grandi città e della periferia, il governo permetterà e agli studenti non residenti di dare l’esame del gaokao nella città dove hanno studiato. Ma non tutti sono d’accordo. "Dobbiamo promuovere in maniera vigorosa l’eguaglianza nel settore educativo." Con queste parole Hu Jintao aveva affrontato l’argomento educazione lo scorso 8 novembre, durante il rapporto finale sul suo decennio di governo al XVIII Congresso del Partito comunista cinese.
Da marzo scorso è infatti in discussione una proposta del Ministro dell’educazione Yuan Guiren per permettere anche agli studenti non residenti di dare l’esame del gaokao, l’esame conclusivo della scuola superiore cinese e determinante nell’accesso all’università, nella città in cui hanno studiato.
Il 18 ottobre scorso, pochi giorni prima del discorso di Hu in apertura di Shibada, alcuni pechinesi hanno manifestato davanti al Dipartimento municipale dell’Educazione di Pechino contro la riforma del sistema del gaokao, la "maturità" degli studenti cinesi.
Attualmente, chi non ha un hukou, ovvero il certificato di registrazione familiare a Pechino, deve ritornare nelle proprie città natali a sostenere l’esame. Con il rischio di ottenere punteggi più bassi e di non accedere all’ università.
Per alcuni genitori, il sistema attuale è giusto e non va modificato. "Le risorse cittadine per l’educazione sono al limite e la competizione tra singoli studenti verrebbe inevitabilmente accentuata," hanno dichiarato alcuni manifestanti al Global Times, quotidiano in lingua inglese della capitale. "Se tutti gli studenti più dotati del Paese dessero il gaokao a Pechino, come potrebbero gli studenti locali competere?"
Al momento gli studenti residenti nelle grandi municipalità (Pechino e Shanghai in particolare) sono considerati "privilegiati". Non solo hanno accesso alle migliori scuole superiori del Paese, ma sono anche agevolati nell’ingresso alle università.
I punteggi-soglia per l’ammissione ai corsi universitari sono infatti inferiori rispetto a quelli richiesti agli studenti non residenti. Non sono quindi rari i casi in cui studenti non residenti vengono trovati in possesso di documenti fiscali falsi al momento dell’iscrizione al gaokao.
L’opinione pubblica è divisa sul tema: per molti la residenza diventa esiste un fattore discriminante all’interno del sistema educativo cinese. "Dobbiamo dare supporto all’educazione speciale, incrementando i sussidi agli studenti delle famiglie più povere e assicurandoci che i figli dei lavoratori migranti nelle città abbiano eguale accesso all’educazione." così aveva detto Hu Jintao.
Con queste parole nella testa, anche se di poco in anticipo sul presidente uscente, Du Guowei, cinese originario della regione autonoma della Mongolia interna, con altri trenta genitori non residenti nella capitale, da settembre ha manifestato davanti alla Commissione municipale dell’educazione.
Proprio il 18 ottobre scorso era entrato al Ministero per depositare 100 mila firme a favore di un più equo accesso al gaokao. Si è trovato contro centinaia di genitori come lui. All’uscita di Du la situazione, riporta il Global Times, si è fatta tesa al punto che le due fazioni di manifestanti si sono scontrate prima verbalmente e poi fisicamente.
A nemmeno una settimana dal discorso del presidente uscente della Repubblica popolare cinese, il tema educazione torna quindi d’attualità. A pochi giorni dall’incidente di Pechino, anche a Shanghai si sono verificati scontri dello stesso segno.
Genitori residenti a Shanghai hanno esibito striscioni e cartelloni in cui si leggeva: "fuori gli studenti non residenti dal gaokao" e "proteggiamo i diritti degli studenti residenti." Secondo molti genitori pechinesi e shangainesi, le due grandi municipalità non sarebbero più in grado di far fronte all’incremento della popolazione cittadina: le risorse non bastano a garantire eque possibilità a studenti residenti e non.
La linea del goveno è tuttavia già in via di sperimentazione. La prossima estate, gli studenti che hanno studiato per almeno tre anni in un’istituzione scolastica della provincia settentrionaledello Heilongjiang,, potranno sostenere la "maturità" senza ritornare ai propri paesi di origine. Presto la stessa politica sarà adottata anche dal governo municipale di Shanghai, mentre altre regioni procederanno alla riforma al più presto.
Il problema non starebbe tanto nelle regioni periferiche, quanto più nelle grandi città. "Anche se lo Heilongjiang apre le porte agli studenti non residenti," dice Zhang Yaqun della Xiamen University al Global Times, "pochi studenti vi andranno a dare il gaokao. I candidati sono tanti e la competizione è feroce".
È nelle città più grandi come Pechino, Shanghai e Guangzhou che ci sarà più opposizione al provvedimento. Soprattutto nella capitale, chiosa il Global Times, sarà necessario un vero e proprio lavoro di continuo coordinamento tra le parti per arrivare a una soluzione più equa, per tutti.
[Scritto per Lettera43; foto credits: unbretonenchine.over-blog.com]
*Marco Zappa nasce a Torino nel 1988. Fa il liceo sopra un mercato rionale, si laurea, attraversa la Pianura padana e approda a Venezia, con la scusa della specialistica. Qui scopre le polpette di Renato e che la risposta ad ogni quesito sta "de là". Va e viene dal Giappone, ritorna in Italia e si ri-laurea. Fa infine rotta verso Pechino dove viene accolto da China Files. In futuro, vorrebbe lanciarsi nel giornalismo grafico.