Al via il secondo giorno del XVIII Congresso del Partito Comunista cinese. Da oggi gli incontri si svolgeranno a porte chiuse e le informazioni che filtreranno saranno estremamente controllate. Di cosa parlano oggi i media cinesi? Le notizie e le analisi del giorno.
La stampa cinese di oggi è ancora concentrata ad analizzare il discorso di Hu Jintao. “Hu indica il cammino da seguire in futuro” titola trionfante il China Daily. E spiega che questo significa “continuare sul sentiero del socialismo con caratteristiche cinesi, combattere la corruzione e non perdere tempo nell’attuare le riforme, incluse quelle politiche”.
Ma la grossa notizia che comincia a filtrare sui giornali è la doppia espulsione di Wang Lijun, l’ex braccio destro di Bo Xilai. La troviamo per ora sul quotidiano di Singapore Zaobao, il portale di informazione gestito da esuli negli stati uniti Duowei e il settimanale della repubblica popolare Caijing. Wang Lijun, precedentemente condannato a 15 anni di carcere per abuso di ufficio è stato espulso anche dal partito per aver avuto “relazioni improprie con numerose donne”, uno dei capi di accusa che pende anche sul capo dell’ex astro nascente della politica cinese Bo Xilai. All’ex vice sindaco di Chongqing Wang Lijun saranno confiscati anche tutti i beni ottenuti illegalmente.
La stampa estera si concentra soprattutto sulla necessità di riforme economiche e fiscali. Il settimanale di taglio economico Caixin crede debbano andare soprattutto in due direzioni: la transizione da un modello economico basato sul manifatturiero ad un sistema che punti all’innovazione e il passaggio da un’economia guidata dagli investimenti a un’economia che si basi sul consumo interno.
In un passaggio inaspettatamente critico per il giornalismo cinese, il settimanale ne elenca le problematiche. “Negli ultimi dieci anni – spiega – la Cina ha goduto dei benefici dell’ingresso nell’Organizzazione mondiale per il commercio. I prodotti “made in China” nel mondo sono cresciuti dal 7 al 15 per cento, ma è difficile uscire dallo logica dei “costi contenuti e bassa qualità”. Perché? Si chiede il settimanale.
Secondo quanto scrivono i suoi redattori bisogna smetterla di lamentarsi delle aziende che non soddisfano le nostre aspettative e cominciare a pensare cosa è sbagliato in tutto il sistema. “Le aziende sono legittimate a massimizzare i profitti, e il loro comportamento dipende in massima parte dal sistema legale in cui si muovono”. Ed è proprio il sistema di regole che è problematico.
Caixin evidenzia 5 punti: il sistema di protezione della proprietà intellettuale è troppo debole, le imprese statali si espando rapidamente grazie al monopolio che hanno sul mercato rendendo molto difficile una competizione basata sulle leggi del mercato; i costi di terreni, capitali, forza lavoro, sicurezza ambientale sono distorti, e chi può se ne avvantaggia; il Governo continua a controllare troppe risorse economiche e le aziende che hanno contatti nelle alte sfere della politica cinese se ne possono avvantaggiare facilmente; lo stato di diritto è debole: gli imprenditori credono che cercare il favore dei funzionari sia la norma e non sono protetti dallo Stato.
Gli avvenimenti di Chongqing e la campagna portata avanti da Bo Xilai contro le organizzazioni criminali e mafiose hanno dimostrato al mondo intero quanto gli imprenditori cinesi siano vulnerabili rispetto all’abuso di potere dei funzionari. L’analisi di Caixin è aderente alla realtà. Sarà per questo che Zhang Dejiang – l’uomo che ha sostituito Bo Xilai alla segreteria del Partito di Chongqing e che sono in molti a sostenere che sarà tra i prescelti per sedere nel prossimo Comitato centrale – si è affrettato a dichiarare che non esiste nessun “modello Chongqing”, ne è mai esistito. Zhang ha aggiunto che il caso Bo Xilai è stato già affidato alla giustizia e che è pienamente d’accordo con il discorso pronunciato ieri da Hu Jintao: “Se un funzionario commette un reato deve essere punito a prescindere dal suo grado nella gerarchia”.
[Scritto per Lettera 43;