Prima l’ingresso nel Wto, poi il vertice Asem e ora l’approvazione della diga di Xayaburi. Il Laos sempre più protagonista. La Corea del Sud scopre che migliaia di pezzi di due reattori non sono a norma e Manila dichiara guerra agli eserciti privati.
Laos – Via libera alla diga di Xayaburi
Nel giorno in cui la capitale Vientiane accoglie i leader di 46 Paesi per il vertice Asem tra Asia e Europa, il governo laotiano ha dato il via libera alla ripresa dei lavori di costruzione di una diga a Xayaburi, su un affluente del Mekong.
Il progetto idroelettrico da 3,6 miliardi di dollari ha suscitato le preoccupazioni dei Paesi vicini che considerano scarsi i rapporti sull’impatto ambientale, ed era stato sospeso per un anno e mezzo. Le modifiche apportate al progetto, replica Vientiane, dovrebbero però evitare ripercussioni sulla fauna ittica e sull’habitat
Il Laos ammesso la scorsa settimana nell’Organizzazione mondiale del commercio è uno dei Paesi più poveri dell’Asia, ma ricco di risorse naturali e idriche che, scrive The Diplomat , lo potrebbero trasformare nella batteria dell’Asia, con la costruzione di almeno 70 dighe lungo gli affluenti del Mekong.
Corea del Sud – Pezzi non certificati nei reattori
Il governo sudcoreano è stato costretto a fermare due reattori nucleari perché parti utilizzate non erano state adeguatamente testate. I componenti non a norma sono utilizzabili senza problemi in altri settori, ha specificato Seul, ma mancano delle certificazioni speciali per il settore nucleare.
“Siamo rammaricati per l’incidente”, ha detto il ministro per lo Sviluppo economico, Hong Suk-woo, citato dall’agenzia Yonhap, “tuttavia voglio sottolineare come questo non comporti rischi per la sicurezza degli impianti”
In totale le parti non certificate sono oltre 5.200, usate in cinque dei 23 reattori del Paese, ma per il 99 per cento del totale soltanto in due reattori nell’impianto di Yeonggwang, 330 chilometri a sudovest.
L’atomo garantisce circa il 35 per cento del fabbisogno energetico sudcoreano. Nonostante le rassicurazioni dell’esecutivo, l’incidente rafforza la posizione di chi si oppone al piano di espansione dell’industria nucleare del Paese.
Filippine – Lotta agli eserciti privati
La polizia filippina indaga su 60 sospetti “eserciti privati”che potrebbero entrare in azione durante le elezioni del prossimo anno. Si tratta di seguaci di politici locali cui tra gli altri sono riconducibili episodi come il massacro di Maguindanao, sull’isola di Mindanao nel 2009 in cui furono uccise 58 persone tra giornalisti e sostenitori di un candidato. Proprio nella regione autonoma sarebbero attivi almeno nove dei sessanta gruppi individuati.
Con il termine di eserciti privati, ha spiegato il sovraintendente capo della polizia, Generoso Cerbo, si intendono due o più uomini armati al soldo di qualcuno
“Non faremo sconti a nessuno,né a politici né a partiti”, aveva spiegato il generale Alan Purisima, a capo delle forze speciali che sorveglieranno sulla sicurezza del voto nel 2013.
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