Tutto è pronto per il XVIII Congresso del Partito comunista cinese del prossimo 8 novembre. Pechino è blindata mentre nei palazzi del potere continuano le trattative per definire la prossima line-up dei nuovi potenti di Cina. Le ultime novità.
Pechino si prepara al grande evento che segnerà un decennale cambio al vertice della piramide di potere della Repubblica popolare. Le misure di sicurezza mai come in questi giorni sono rafforzate. La polizia controlla le principali arterie stradali cittadine e i principali snodi del traffico in entrata e in uscita dalla capitale.
Misure di sicurezza sono state imposte anche ai taxi. Alcune imprese del settore avrebbero infatti imposto ai propri dipendenti di serrare porte e finestrini durante il passaggio in aree chiave di Pechino, come il lungo viale Chang’an che attraversa piazza Tian’anmen. Il tutto, pare, per evitare che durante i giorni di Congresso qualche audace passeggero possa lanciare volantini in corsa. Sempre nelle aree “blindate” intorno a Tian’anmen e Zhongnanhai saranno rinvigorite le strutture di controllo informale, costituite da migliaia di volontari – per lo più pensionati – della sicurezza, riconoscibili dalla classica fascetta rossa al braccio.
Oggetti apparentemente innocui sono stati inseriti in vere e proprie liste di potenziali minacce all’armonia dell’exploit politico della prossima settimana, rivelava ieri il New York Times. Il governo municipale di Pechino ha diramato in questi giorni a tutti i punti vendita della capitale ordinanze per rimuovere coltelli e oggetti potenzialmente contundenti – ma anche palloncini, palline da pingpong e giocattoli – dai propri scaffali. “Siamo in stato di guerra”, ha dichiarato al quotidiano statunitense un ufficiale di polizia. L’impressione è che la vita quotidiana durante la settimana del Congresso sarà meno facile del solito.
Il New York Times rivela ancora che molte palestre e centri benessere di Pechino frequentati da stranieri hanno tolto i canali internazionali di Bbc e Cnn dai propri televisori. Eliminati i libri sulla politica cinese in lingua inglese dalle librerie internazionali. Inevitabile, quasi scontato, poi un ulteriore giro di vite sulla rete.
Situazione più difficile del solito anche per molti dissidenti messi sotto arresto o costretti a “vacanze”lontano dalla capitale. Tsering Woeser, famosa blogger e attivista tibetana, è stata costretta a lasciare il proprio appartamento di Pechino. “Il partito vuole renderci invisibili”, ha detto al New York Times, raggiunta telefonicamente. “Credo che ci consideri persone non armoniose”.
Anche se il Partito tenta di schermirsi dietro una coltre di silenzio, la situazione ai vertici della Rpc di “armonioso” avrebbe ben poco. Con la chiusura del XVII Comitato centrale dell’Assemblea nazionale del Popolo, voci di una guerra interna al Pcc continuano a filtrare fuori dai palazzi del potere. Proprio oggi, l’attento quotidiano di Hong Kong South China Morning Post oggi rivela alcuni retroscena dell’ultima e decisiva settimana prima del XVIII congresso.
Il prossimo Comitato permanente sarà con ogni probabilità a sette membri e non a nove come l’attuale. Vedrà quasi certamente la fazione dei “conservatori”, sotto l’ala dell’86enne Jiang Zemin, predeccessore di Hu Jintao alla presidenza della Repubblica popolare cinese, in posizione di prominenza.
Zhang Dejiang, capo del Pcc di Chongqing, Liu Yunshan, capo del dipartimento di propaganda del Partito, Yu Zhengsheng, capo del Pcc di Shanghai e Zhang Gaoli, capo del Pcc di Tianjin. Questi sarebbero i nomi di chi entrerà nel sancta sanctorum del potere della Rpc, insieme al presidente in pectore Xi Jinping e al premier Li Keqiang. Anche Wang Qishan, attuale vice-premier, fino a poco tempo fa dato come prossimo “zar” della politica economica cinese, siederà nel Comitato permanente ma con un incarico di minore rilievo.
Li sarebbe quindi l’unico uomo di Hu Jintao nel prossimo governo. Secondo le indiscrezioni del quotidiano di Hong Kong, infatti, Li Yuanchao, capo dell’organizzazione del Pcc e Wang Yang, segretario del Pcc di Guangdong, altri protegé di Hu, sarebbero fuori dai giochi. Troppo giovani e invisi ai “vecchi” del Partito – in particolare Jiang Zemin e l’ex premier Li Peng. Un colpo all’attuale presidente, la cui posizione nel Pcc, come dichiara Kerry Brown dell’ Università di Sidney al South China Morning Post, appare oggi “più debole di quanto si potesse immaginare.”
*Marco Zappa nasce a Torino nel 1988. Fa il liceo sopra un mercato rionale, si laurea, attraversa la Pianura padana e approda a Venezia, con la scusa della specialistica. Qui scopre le polpette di Renato e che la risposta ad ogni quesito sta "de là". Va e viene dal Giappone, ritorna in Italia e si ri-laurea. Fa infine rotta verso Pechino dove viene accolto da China Files. In futuro, vorrebbe lanciarsi nel giornalismo grafico.