Oltre Mo Yan: cosa scrivono – e leggono – i cinesi

In by Simone

Il premio Nobel per la letteratura a Mo Yan ha risvegliato l’attenzione per la letteratura cinese. Cosa leggono, e cosa scrivono, anche on line, i cinesi? China Files vi offre una prima carrellata di autori e spunti, tra autori affermati ed altri nati proprio sul web.
Nel 2009 una delle parole più ricercate sui motori di ricerca della Internet del Dragone era romanzo. Un segnale di vivacità intellettuale, cui fa da contraltare la difficoltà – quando non è necessità – di permeare di umanità lo sviluppo economico della Cina. Crescita a doppie cifre, oggi in rallentamento, dato che gli ultimi dati dicono che la Cina cresce al 7,4%, cui corrisponde la volontà di raccontare che tipo di persona, quale società, stia creando la Cina. Lo sviluppo capitalistico ha sempre portato con sé la voglia di creare un’ ontologia, una visione del mondo capace di affacciarsi sugli scenari intellettuali mondiali. È quello che in geopolitica si chiama soft power, ovvero la creazione di un immaginario capace di creare stili di vita, in grado di imporsi anche in culture differenti da quelle di provenienza. 
 
La Cina ha visto riconoscersi  in parte – questo sforzo intellettuale, attraverso l’assegnazione del premio Nobel della letteratura 2012. Ha vinto Mo Yan, che racconta una Cina rurale, contadina, stretta tra violenza di vivere e capacità di sognare. Un paese che si trasforma e cambia, di cui Mo Yan racconta l’origine, il sorgere latente delle caratteristiche contemporanee cinesi. C’è da chiedersi, nell’immediato, in che modo questo premio svilupperà la letteratura cinese, con un occhio nei confronti di quanto già accade.
 
Ai cinesi piace leggere, anche online. Ed è nell’universo di Internet che si nasconde non solo l’opinione pubblica, ma anche il talento di molti scrittori. I numeri come al solito sono esplicativi: sarebbero dieci milioni le persone che scrivono e leggono online storie di ogni tipo. L’attività inizia come un gioco e diventa ben presto un ottimo modo anche per fare soldi. 
 
Qualche tempo fa, un giovane cinese ha pubblicato online il proprio romanzo: un mix tra avventura, noir, giochi multiplayer. Qualcuno ha detto che si trattava di una versione letteraria cinese del film La Mummia. Il risultato è stato strabiliante: sei milioni di lettori. Zhang Muye nato negli anni 70 a Tianjin, nel nord cinese è l’autore della serie, La candela nella tomba. “La storia del mio romanzo – ha detto – è ambientata negli anni 80, quando la Cina cominciò il proprio programma di aperture e riforme. Molti cinesi, compresi i miei parenti, ricordano quel periodo perché ne furono testimoni. E’ un periodo di grandi possibilità e storie da raccontare”. Ha impiegato circa 11 mesi a scrivere il romanzo, nei tempi morti delle sue mattinate in ufficio. 
 
C’è poi chi online ha visto cambiare il proprio libro. È il caso di Murong Xuecun. Aveva cominciato a scrivere il suo romanzo online, pubblicando ogni volta che veniva terminato un capitolo. Poi, lavorando come consulente legale di alcune aziende, era dovuto partire per un viaggio d’affari. Al ritorno, aveva trovato il capitolo successivo online, scritto da un’ altra persona. “Sono stato piratato!”,  ha spiegato sarcastico al New York Times. Lui è uno dei nuovi scrittori cinesi, capace di scuotere il meccanismo della censura raccontando storie di corruzioni, abusi e scandali. Un romanziere investigativo, capace di creare, di inventarsi di fatto, un genere. 
 
Del resto, dopo il compasso, la polvere da sparo, perfino gli ombrelli, la cultura cinese non poteva che sostenere di avere anche inventato un genere letterario, ovvero il giallo. Fin da tempi antichissimi i cinesi hanno mostrato un interesse peculiare per vicende a carattere legale-poliziesco. Già sotto il governo dei Qin, la dinastia che unificò per la prima volta il territorio cinese nel 221 a.C., compaiono i primi scritti che trattano di procedure legali. Si tratta di elementi isolati e a sostegno, secondo molti storici, della politica legista perpetuata dai regnanti di questa dinastia. Le prime vere raccolte compariranno solo in epoche successive e saranno fonte inesauribile per racconti veri e propri narrate dai cantastorie di epoca Song. Secondo l’opinione degli studiosi cinesi, la nascita ufficiale del giallo sarebbe da fare risalire all’ epoca Ming, quando nacquero i Bao gong’an, novelle su casi criminali, solitamente risolti da magistrati brillanti e arguti. 
 
E un giallista ormai famoso in tutto il mondo è Qiu Xiaolong, autore di molti romanzi, pubblicati in Italia da Marsilio, che uniscono scandali politici a trame tipiche di gialli mozzafiato. Qiu vive a St. Louis, un omaggio al suo poeta preferito, T.S. Eliot, e scrive in inglese. Qualche tempo fa, in occasione dello scandalo politico che ha attraversato la vita politica cinese, legato all’epurato Bo Xilai, l’ho sentito al telefono: “la realtà – mi disse – ormai in Cina supera la fantasia”. 
 
E in un’intervista del 2008, nel periodo pre-olimpico, a proposito di corruzione e politica, Qiu Xiaolong spiegò un aneddoto legato ad uno dei suoi libri: “è molto complicato parlare di corruzione. Nei miei libri parlo di cose realmente successe. A Shanghai quando arrestarono i boss del partito per corruzione chiamai l’editore e gli dissi che finalmente potevano pubblicare il libro in cinese. La risposta mi sorprese: ‘nessuno si può permettere di dire che qualcuno è corrotto. Solo il partito può farlo’. I miei libri sono stati pubblicati in cinese con cambiamenti rilevanti. Shanghai è diventata la Città di H. e tutti i riferimenti a luoghi ed eventi sono stati cambiati. Oppure il romanzo dal titolo Quando il rosso è il nero ,  con chiari riferimenti politici ai due colori, in Cina è stato tradotto come Elegia per una casa Shikumen. In Cina un sistema legale non c’è mai stato, siamo sempre stati dipendenti dall’attesa di una persona onesta capace di risolvere tutti i problemi e annientare la corruzione. Il sistema non può garantire questo, perché è immerso nelle logiche di potere”. 
 
Libri e online: su questo argomento non si può non ricordare allora Han Han, il blogger più famoso al mondo, un altro che deve la sua fama a Internet. Come scrive Caratteri Cinesi, che ha tradotto alcuni suoi brani inediti (in Italia il suo primo romanzo Le tre porte è stato pubblicato da Metropoli d’Asia, che pubblicherà anche il nuovo libro, 1988 il titolo cinese), “classe 1982, nato nel segno del cane di cui non sembra ricalcarne la mansuetudine, Han Han è uno dei personaggi più famosi e discussi della blogosfera cinese. Secondo nella classifica delle persone più influenti del 2010 del Time Magazine , Han Han è blogger, scrittore, pilota, redattore e cantante: una creatività insaziabile che cerca sempre nuove forme di espressione. Di Han Han è stato scritto e detto di tutto. Han Han è ribelle, sarcastico, arrogante e irriverente. Nessun contributo alla società eppure ha una fama mondiale, non ha finito le scuole ed è uno scrittore affermato”. 
 
Secondo alcuni è un idolo, secondo altri una persona in grado di vivere in un equilibro molto labile tra autorità e ribellione. Il suo primo romanzo Le Tre Porte indaga il sistema scolastico cinese, gli insegnanti e i compagni di classe. “Una realtà che aveva deciso di abbandonare dopo essere stato bocciato”. Il romanzo fu stampato in più di due milioni copie: era il 1999. 
 
Tra gli scrittori cinesi contemporanei, poi, non si può ignorare Yu Hua, raccontastorie sempre in bilico tra passato e futuro. Nei suoi libri ha affrontato anche argomenti delicati, come ad esempio un rimosso storico del paese, ovvero la Rivoluzione Culturale. Ex dentista, durante un’intervista concessa nel 2009 mi aveva spiegato che “per raccontare la rivoluzione culturale non è sufficiente un libro. Durante quel periodo accaddero tante cose, alcune buone, altre meno buone. Io l’ho vissuta durante la mia infanzia e non mi ricordo molto di quello che accadeva. Ho però il ricordo di sensazioni che mischiano paura a felicità. Paura perché poteva accadere che qualcuno bussasse alla porta di casa dicendo: la rivoluzione arriverà e giustizierà i colpevoli!.  In quel caso, i miei genitori mi svegliavano nel mezzo della notte e ci trasferivamo in un’altra e più grande abitazione, dove incontravamo altre famiglie. Non capivo cosa accadesse in quelle circostanze, ma capivo perfettamente dalle loro facce che avevano paura. Tuttavia quando incontravo i miei amici in questa casa, mi sentivo felice. Potevamo giocare dalla mattina fino a quando non ci mandavano a dormire”.
 
In un mondo letterario dai tanti filoni, delle radici, delle cicatrici, c’è chi infine ha creato una letteratura capace di essere definita coatta ( liumang). È il caso di Zhu Wen, prolifico autore – e anche regista – che racconta con cinismo e distacco la realtà quotidiana cinese. 
 
 
Letture consigliate:
Mo Yan, Le sei reincarnazioni di Ximen Nao, Einaudi 
Yu Hua, Brothers, Feltrinelli 
Han Han, Le tre porte, Metropoli d’Asia 
Qiu Xiaolong, Ratti rossi, Marsilio editori 
Zhu Wen, Se non è amore vero allora è spazzatura, Metropoli d’Asia

[Scritto per Wired]