La tesi Il poliziesco sospeso tra Oriente e Occidente: la narrativa di Cheng Xiaoqing, esplora l’importanza del romanzo poliziesco della prima metà del ‘900. Huo Sang è un detective privato che agisce in nome della propria morale. A partire dalle sue iniziali, deve molto a Sherlock Holmes.
Cheng Xiaoqing è il più prolifico e famoso autore di detective novel cinesi della prima metà del ‘900. Nella Shanghai della prima repubblica Cheng Xiaoqing raggiunge una popolarità tale da essere definito il “maestro del poliziesco cinese”, senza mai però essere veramente apprezzato negli ambienti della critica letteraria. Il poliziesco faceva infatti parte della narrativa d’evasione, la cosiddetta “Yuanyang hudie pai” (Scuola delle farfalle e delle anatre mandarine), considerata inferiore rispetto ad una narrativa d’impegno civile e politico.
La scarsità degli studi critici va attribuita proprio alla marginalità riservata al genere del poliziesco; gli studi su Cheng Xiaoqing in lingua occidentale sono piuttosto limitati e relativamente recenti, ed anche il mondo letterario cinese ha riscoperto solo ultimamente il talento di questo autore.
I suoi racconti sono ricchi di connotazioni storico-sociali, che riflettono le contraddizioni di una società in transizione, in bilico tra la tradizione cinese e l’incontro-scontro con l’Occidente, e sono evidenti nella caratterizzazione di Huo Sang.
Cheng Xiaoqing è anche il primo scrittore cinese a teorizzare ed utilizzare il poliziesco come strumento d’impegno civile e di divulgazione del pensiero moderno, divertendo e allo stesso tempo educando il lettore ad essere come il suo detective, cittadino modello della repubblica cinese. Chiunque abbia familiarità con i polizieschi occidentali ravvisa fin da subito una certa somiglianza tra Huo Sang, detective protagonista dei racconti, e lo Sherlock Holmes di Arthur Conan Doyle. Tuttavia, considerare la narrativa di Cheng Xiaoqing come un atto puramente imitativo sarebbe superficiale ed equivarrebbe ad ignorare la sintesi attuata dall’autore tra la tradizione cinese e quella occidentale.
Huo Sang rappresenta un punto di congiunzione tra Est e Ovest, un microcosmo della società cinese in continuo cambiamento, in cui si incontrano e si scontrano due sistemi di valori antitetici. L’autore presenta ai lettori un personaggio dalla natura ibrida, che risente sia della già nota influenza del detective occidentale, che di elementi derivanti dai i gong’an xiaoshuo e dai racconti sui cavalieri erranti wuxia xiaoshuo, che vantano una lunga tradizione nella storia della letteratura cinese.
Huo Sang, ricalcando il modello holmesiano, è un detective privato; è interessante sottolineare questo aspetto perché costituisce un espediente narrativo indispensabile per la dinamica interna ai racconti e per le implicazioni etiche connesse al personaggio: Huo Sang agisce in nome della propria morale piuttosto che in base ai principi della legge e non rivestendo alcun ruolo ufficiale può godere di una maggiore libertà d’azione rispetto agli investigatori della polizia. L’eccezionalità della sua professione deriva anche dal fatto che, come ricorda ironicamente Sun Liaohong (1987-1958) scrittore amico e “rivale” di Cheng Xiaoqing, sarebbe più corretto dire che Huo Sang “non è solo il più grande detective cinese, ma anche l’unico detective privato cinese”.
Vive nella cosmopolita Shanghai, al numero 77 di Aiwen Lu, in un appartamento in cui abita con il domestico Shigui ed una cuoca, che ricorrono nelle storie come personaggi minori. Il tributo di Cheng Xiaoqing nei confronti di Conan Doyle è evidente fin dal nome di Huo Sang, le cui iniziali H.S. non sono altro che l’inversione di quelle di Sherlock Holmes, S.H. Il compagno inseparabile di ogni indagine è Bao Lang, amico devoto e narratore della serie, a cui lo lega un rapporto di profonda stima e fiducia.
Il ritratto che Cheng Xiaoqing fornisce di Huo Sang è quello di cittadino perfetto, un “divulgatore della scienza” che allo stesso tempo propaganda i valori positivi della cultura cinese; al contrario di Holmes e dei suoi tormenti interiori, il detective cinese vuole rassicurare il lettore, portando ordine nel caos di una società “ostaggio” di due culture; per questo viene dipinto come un personaggio abitudinario, lineare e metodico. Il fascino dell’Occidente si riflette nell’esteriorità di Huo Sang: uomo alla moda che indossa raffinati completi occidentali, cravatte, scarpe di pelle e cappelli in feltro e che perfino nell’altezza e nel peso differisce dalla media dei cinesi.
Nei gialli di Cheng Xiaoqing è impossibile non cogliere anche argomenti impegnati, tematiche comuni ai letterati del “4 maggio” che fanno da sfondo alla trama dei racconti: ad esempio il ruolo della donna, l’importanza della scienza, l’uguaglianza tra gli individui. Jeffrey Kinkley infatti definisce l’autore “uno scrittore dotato di una nuova consapevolezza intellettuale”, che si occupa di fenomeni collettivi, assumendosi la responsabilità di informare-intrattenendo i cittadini cinesi.
L’enfasi che Cheng Xiaoqing pone sulla scienza, sia nei suoi saggi critici che nella struttura narrativa dei suoi racconti, riflette il clima culturale che si inizia ad affermare nella Cina di fine Ottocento (mortificata dalle Guerre dell’Oppio e dai trattati ineguali): i cinesi prendono atto della condizione di inferiorità del loro paese e della necessità del cambiamento, intravedendo nella scienza e nella tecnologia occidentale i soli strumenti per realizzare il progresso della nazione.
Il poliziesco occidentale (con particolare riferimento a Doyle) fornisce a Cheng Xiaoqing un ottimo spunto da cui partire; anzi più che un semplice spunto sarebbe più corretto affermare che la metodologia investigativa di Huo Sang, detective – intellettuale della Cina repubblicana, sia interamente strutturata sul modello di Holmes.
I due detective riescono a ristabilire l’ordine sociale attraverso la combinazione tra un paradigma epistemologico e una metodologia ibrida, che prevede una continua interazione e sovrapposizione tra induzione e deduzione, tra ipotesi teoriche ed evidenze empiriche.
La detective story diviene quindi lo spazio privilegiato nel quale esemplificare un nuovo atteggiamento, progressista e razionale, di cui Huo Sang è il perfetto portavoce: il detective ribadisce più volte nei suoi racconti come la pratica scientifica debba rappresentare il futuro della Cina, l’unico mezzo con il quale potere sconfiggere i secoli di superstizione popolare e arretratezza culturale che hanno impedito al suo paese di diventare una nazione moderna e competitiva.
Tuttavia, l’atteggiamento conflittuale che l’autore riserva all’Occidente costituisce una sostanziale differenza rispetto agli scrittori del “4 maggio” suoi contemporanei, che consideravano il progresso straniero una sorta di panacea che avrebbe riformato e salvato la Cina. Secondo l’opinione di Cheng Xiaoqing l’occidentalizzazione non implica solamente un progresso scientifico e tecnologico che contribuisce alla costruzione di una nazione solida e moderna, ma rappresenta anche l’importazione di un sistema di valori decadente e corrotto, che enfatizza il materialismo e incrementa il tasso di criminalità. Huo Sang più volte oppone l’utilitarismo degli “invasori stranieri” a Confucio, rimpiangendo un’ “età dell’oro” in cui i valori materiali non erano importanti, la società era meno competitiva e la percentuale dei crimini era inferiore.
Cheng Xiaoqing promuove un’assimilazione selettiva dello stile di vita e del pensiero occidentale, che accoglie i principi liberali di uguaglianza ed emancipazione e gli insegnamenti indispensabili per diventare competitivi sul piano scientifico e tecnologico, combattendo invece l’inquinamento morale insito nell’Occidente.
L’autore rende esplicita la sua convinzione attraverso la caratterizzazione dei personaggi, che ritrae operando una netta distinzione tra i comportamenti moderni appropriati e quelli totalmente inadeguati: edificanti sono i personaggi che si interessano alla cultura straniera apprendendone la lingua, oppure coloro i quali mostrano una mentalità aperta sulle tematiche sociali; diseducativi sono invece i personaggi che interpretano erroneamente il reale significato del termine “moderno”, lasciandosi corrompere dal materialismo e dal capitalismo sfrenato, recentemente importati.
L’interesse dell’autore per il contesto sociale in cui vive e per i cambiamenti a cui è soggetto si inseriscono magistralmente nello schema narrativo, il cui nucleo fondante rimane comunque l’indagine, arricchendo ogni racconto di una duplice chiave di lettura: l’intrigo criminale e la lezione morale che Huo Sang impartisce ai personaggi e pertanto anche al lettore.
La questione dell’emancipazione femminile ad esempio è uno dei tanti argomenti a cui Cheng Xiaoqing si è interessato. In diversi racconti (ad esempio “An zhong an”) l’autore ha dato voce alla sofferenza delle donne e alla loro difficoltà nel trovare una ricollocazione all’interno di una società in continua trasformazione. La ricerca dell’amore, l’autonomia decisionale sono istanze legittime che non possono rimanere inascoltate in un paese che persegue la modernità. Spesso le vittime delle storie sono donne che cercano di ribellarsi alle rigide gerarchie familiari in nome del diritto alla libertà. Queste donne emancipate o che vorrebbero essere tali, private della protezione della struttura sociale, diventano loro malgrado obiettivi vulnerabili del mondo maschile.
Ogni racconto si sviluppa su due piani narrativi: un livello prettamente investigativo in cui è evidente l’influenza del poliziesco di Holmes e Poe, ed un secondo livello di carattere etico-morale in cui l’autore affronta un’analisi critica della società cinese. Ovviamente i racconti di Cheng Xiaoqing non hanno la pretesa di essere testi sociologici, l’affresco sociale che lo scrittore ci offre rappresenta uno specchio che riflette tutte le contraddizioni del mondo in cui vive il lettore. Lo scrittore si fa portavoce delle problematiche della sua epoca, affrontando con la “leggerezza” che caratterizza la lettura d’evasione, anche tematiche molto serie, dalla prostituzione e l’inadeguatezza dei modelli educativi, all’assenza di un sistema giudiziario valido ed imparziale.
Cheng Xiaoqing si attiene fedelmente alle istanze narrative del poliziesco, utilizzando un narratore interno al racconto che ha una visione parziale dell’indagine, ma che risulta credibile perché è quasi sempre testimone diretto di ciò che racconta. L’assistente – narratore che conduce il lettore a false piste, nasce per soddisfare il meccanismo della suspense, che rende la trama avvincente e sensazionale, suscitando nel lettore una tensione costante che verrà sciolta solo quando alla fine del racconto la soluzione del mistero sarà svelata a tutti.
Tuttavia, oltre a scoprire l’identità di chi abbia commesso il delitto, come nei gong’an, i casi di Huo Sang si focalizzano su chi debba essere punito, assistendo ad una vera e propria ridefinizione dei ruoli di “vittima” e “colpevole”: i ruoli si modificano nel corso della narrazione e le vittime iniziali spesso si rivelano essere membri corrotti della società, spostando la questione dal piano della legge ad un piano puramente morale.
La restaurazione dell’ordine sociale ad opera del detective rappresenta una delle invarianti del giallo classico, che al pari di altre forme narrative potenzia e arricchisce di significati lo scioglimento della vicenda in un lieto fine. Nel poliziesco occidentale la funzione morale viene smorzata in favore della dimensione ludica, nei racconti di Cheng Xiaoqing invece carica di aspettative e di importanza il compito consolatorio del genere.
Il grande paradosso delle detective story infatti è l’effetto tranquillizzante che ha sul lettore, che nel corso della narrazione è costantemente tenuto in scacco da un gioco di rimandi ed attese che si risolvono nel finale, quando tutto ciò che sembrava incomprensibile lascia spazio alla chiarificazione dei fatti. Il crimine rappresenta una rottura dell’ordine sociale, una minaccia alla propria sicurezza, che il detective deve restaurare.
Alla fine del racconto lo smascheramento del criminale e il conseguente scioglimento dell’enigma, da un lato veicola la funzione consolatoria del genere, dall’altro esalta il trionfo del positivismo illuminista, attraverso un atto di fiducia alla scienza e alla ragione umana che appare sempre come l’unico strumento in grado di ripristinare l’armonia perduta.
L’universo dei racconti di Cheng Xiaoqing non vuole essere la rappresentazione di una realtà idealizzata, al contrario costituisce una descrizione realistica della società del suo tempo; l’autore riteneva che solo attraverso la presa di coscienza dei cambiamenti in atto e delle loro incongruenze ideologiche, sarebbe stato possibile apportare le giuste misure per realizzare il sogno di una Cina moderna.
*Roberta Siclari siclari.roberta[@]gmail.com è da sempre appassionata di romanzi polizieschi, di viaggi e letteratura. Coltivo il sogno di diventare una traduttrice per condividere con i lettori italiani romanzi che altrimenti resterebbero sconosciuti ai più.
**Questa tesi è stata discussa presso l’Università "L’Orientale" di Napoli. Relatore: Prof. Sandra Marina Carletti; correlatore: Prof. Valeria Varriano.
[La foto di copertina è di Federica Festagallo]