Lo strano caso del compagno Lin Biao.

In by Simone

Chi era Lin Biao? Perché l’aereo che trasportava lui e la sua famiglia precipitò in Mongolia il 14 settembre 1971? Lo scandalo più grande che ha affrontato il Partito comunista è stato taciuto per due anni. Oggi in molti lo ricordano per spiegare l’affaire Bo Xilai. La ricostruzione storica.
Il 14 settembre 1971, l’ambasciatore cinese in Mongolia venne convocato dal Ministero degli Esteri della capitale Ulan Bator. Nella notte tra il 13 e il 14, un aereo cinese si era schiantato nelle steppe dell’allora repubblica filo-sovietica. Nessun sopravvissuto.

Su quell’aereo viaggiava Lin Biao, il numero due di Mao Zedong. Fino al giorno prima Lin si trovava in villeggiatura a Beidaihe con la moglie e i figli. Lo storico Johnathan Fenby, nella sua History of Modern China, lo descrive "in forma peggiore del solito, la faccia smagrita e pallida, gli occhi infossati".

Una vita politica, quella di Lin Biao, vissuta sempre all’ombra del verbo del Grande Timoniere. Dopo esserne stato uno dei più fedeli generali durante la guerra civile con il Guomindang, e la resistenza contro l’invasione giapponese, nel 1959 a Lushan Lin fu finalmente scelto come Ministro della difesa, il suo primo incarico politico ad alto livello nella Repubblica popolare cinese.

Da quello stesso anno iniziò a redigere il Libretto Rosso, che vide la luce nel 1964 . L’opera, sulla quale erano riportati i pensieri e i detti di Mao Zedong, divenne il testo di riferimento della Rivoluzione Culturale (1966 – 1976), fino ad assumere una valenza mistica e sacrale.

Esso penetrò in ampi strati di popolazione, per il suo stile semplice e comprensibile. Un’impresa non da poco, considerando che fino al 1956, secondo quanto riporta Laura De Giorgi in La Cina, verso la modernità, il 78 percento della popolazione cinese era analfabeta.

Durante gli anni della Rivoluzione culturale, vennero stampate, ricorda Luigi Tomba in Storia della Repubblica popolare cinese, un miliardo di copie. Queste, insieme alle spille e alle immagini del Presidente diffuse su larghissima scala, contribuirono a fondare un vero e proprio culto della personalità di Mao.

Le Citazioni del Presidente Mao, questo il titolo originale dell’opera, venne usato da Lin Biao per trasformare l’ Esercito di Liberazione del Popolo nel "braccio ideologico" della rivoluzione. Il buon soldato doveva essere l’incarnazione del buon cittadino maoista. Così Lin Biao, capo di questa "milizia popolare" contro il revisionismo crescente all’interno del Partito comunista, accrebbe la propria influenza.

Per Mao, Lin Biao divenne così il successore ideale. La sua fede quasi religiosa nel Presidente e il suo valore militare lo rendevano l’unico elemento su cui fare pieno affidamento all’interno di un Politburo di cui Mao, già dal 1965, cominciava a fidarsi sempre meno. Nel 1966 Lin sostituisce il presidente Liu Shaoqi, accusato di "aver commesso errori opportunisti" più di vent’anni prima, durante la resistenza ai giapponesi.

L’eroismo non era invece mancato a Lin Biao. Travestito da soldato imperiale giapponese fu infatti ferito dal fuoco amico. Fu tuttavia un mezzo colpo di grazia per Lin, generale "che non perse mai una battaglia", dalla Lunga Marcia in ritirata dai nazionalisti nel ’34 alla presa di Pechino nel 1949. Di salute precaria, Lin divenne dipendente da morfina e oppiacei. Debolezza che, seppur controllata, gli provocò ulteriori scompensi a livello psichiatrico.

Al di là del tormento che una salute precaria poteva arrecare a Lin, il suo impegno fu sempre diretto, ricorda ancora Tomba, a non contrariare le attese del Presidente. In generale, Lin mostrò sempre un atteggiamento piuttosto passivo, anche quando la Rivoluzione culturale raggiunse il suo picco. Le Guardie Rosse si muovevano in tutto il paese per "assaltare il quartier generale" del potere costituito, come lo stesso Mao si augurava.

Il fermento si estese in tutti gli strati sociali, fino alle unità di lavoro, uscendo dal controllo delle strutture politiche della Repubblica popolare. Mao non vide altra scelta che affidare all’Esercito di liberazione, di cui Lin era comandante supremo, alcuni compiti di controllo sulle Guardie Rosse e di coordinamento dei ministeri a Pechino. In alcune province, dove la violenza delle Guardie era sfuggita di mano, i militari si impadronirono del governo locale.

E qui avvenne la rottura tra maestro e discepolo. La riorganizzazione del Partito tra il 1968 e il 1969 portò i militari al potere in un sistema in cui l’Esercito continuava ad essere l"avanguardia del comunismo". Il ruolo di Lin Biao e dei generali a lui più fedeli iniziò a preoccupare il Grande Timoniere.

Stava forse Lin assecondando il volere di Mao per accelerare la sua ascesa a numero uno della Repubblica? L’assenza di un’effettiva smentita da parte del generale cositituì per Mao la prova che c’era qualcuno "dietro le quinte" e che presto si sarebbe dovuto far fronte a "qualcosa di sinistro".

Erano emerse inoltre profonde divergenze politiche tra Lin, Mao e il primo ministro Zhou Enlai. Il primo – forse proprio perché a acapo dell’Esercito – favoriva un ruolo di primo livello dell’esercito nell’amministrazione del Paese, mentre i due vedevano nell’amministrazione militare un momento di transizione verso un governo civile.

E ritorniamo a Beidaihe. Qui Lin si era ritirato, isolato anche a causa di un peggioramento della propria salute. Ma soprattutto consapevole di aver perso definitivamente l’appoggio del Presidente. Dopo una riunione generale del Comitato centrale del Pcc, così come era nato, nel 1970 l’astro di Lin si eclissò. Mao decise di togliere influenza alla fazione dell’Esercito per favorire quella intellettuale, più vicina a lui e, soprattutto, alla moglie Jiang Qing.

Doveva solo liberarsi definitivamente di Lin. Ottenuto il supporto di alcuni generali nel sud del Paese Mao iniziò a valutare l’ipotesi di una rimozione del suo ormai ex ‘numero due’. Ma era  necessario un motivo più che valido per liberarsi di lui.

L’incidente aereo con cui abbiamo iniziato arrivò al momento opportuno. Le cronache di allora riferiscono di un incidente causato dall‘inesperienza del pilota che non aveva verificato il livello di carburante nel serbatoio del Trident su cui viaggiavano i Lin. A cosa doveva servire quel volo? Dove voleva andare Lin?

L’ipotesi più accreditata, anche se ad oggi l’incidente è ancora avvolto da un fitto mistero, è che Mao fosse stato messo al corrente di un complotto che lo voleva morto, forse ordito dalla moglie e dal figlio prima ancora che da Lin Biao. L’aereo sarebbe quindi servito a Lin per sfuggire all’ira del Grande Timoniere, in Unione Sovietica o nel Nordest della Cina.

L’incidente fu notificato per vie confidenziali solo quattro giorni dopo. Nell’ incapacità dei vertici del Pcc di giustificare l’assenza di Lin, quell’anno la Festa della Repubblica fu cancellata.

Quasi due anni dopo, nell’agosto del ’73, il complotto venne denunciato e qualsiasi traccia istituzionale di Lin Biao fu cancellata. Nessuno, ricorda Fenby, avrebbe mai più fatto riferimento a lui come "il seguace più fedele di Mao e il suo successore designato".

*Marco Zappa nasce a Torino il 3 gennaio 1988. Ottenuta la laurea triennale nell’ ateneo torinese, attraversa la pianura padana approdando a Venezia, dove si laurea in Lingue e Istituzioni Economiche e Giuridiche dell’Asia Orientale. Dopo un’esperienza di quasi un anno in Giappone, si trova a Pechino per vedere cosa c’è al di là del Mare (Giallo).