Bridge Over Trouble è una mostra collettiva al 798 di Pechino. Diversità culturale, coscienza politica, memoria storica e necessità di dialogo secondo Ai Weiwei, Gao Brothers e Davide Sebastian. L’opera vuole mostrare come l’arte è comunicazione fra Cina e occidente. L’intervista agli artisti. Diversità culturale, coscienza politica, memoria storica e necessità di dialogo. Il nuovo Yizhao Space, situato nel distretto d’arte della 798, presenta Bridge over Trouble.
La mostra, curata da Yizhao Guan e Stephan Hausmeister, è un’occasione importante per riflettere sul linguaggio dell’arte, un linguaggio in grado di valicare confini insormontabili, aprire le vedute e mettere in comunicazione realtà differenti.
L’esibizione presenta opere provenienti da vari paesi. Tra gli artisti esposti troviamo i Gao Brothers, Ai Weiwei e due italiani: i fratelli Davide Sebastian e Matteo Basilè.
Durante l’inaugurazione abbiamo incontrato ed intervistato i Gao Brothers e Davide Sebastian.
The Gao Brothers – video portrait è stato realizzato grazie alla collaborazione tra i Gao Brothers e l’artista romano Davide Sebastian. Il lavoro girato a Roma in occasione della mostra ospitata al Macro (Un)forbidden City: La post-rivoluzione della nuova arte cinese dello scorso gennaio, ci mostra come l’arte può essere non solo uno dei più potenti strumenti di comunicazione e scambio tra la Cina e l’occidente, ma anche una chiave di lettura spesso all’avanguardia nella comprensione dei processi storici e sociali della società attuale.
L’artista romano ha diretto il video citando volutamente una celebre performance dei Gao Brothers: L’abbraccio.
La performance lanciata il 10 settembre del 2000 a Jinan, cittadina d’origine degli artisti, ha girato da allora numerosi paesi.
Da cosa prendeva ispirazione la vostra idea?
L’idea nasceva per rispondere ai conflitti, alla violenza e all’abisso tra popoli, nazioni e singoli individui.
L’abbraccio dissolve il linguaggio, la retorica, abbatte ogni tipo di barriera e permette di ritornare alla proprio natura umana nel suo stato più puro. Un atto di puro amore verso la vita e verso l’altro con piena accettazione delle diversità di ognuno di noi.
Davide, il tema del video ritratto sembra essere molto legato all’esperienza e alla percezione della realtà da parte degli artisti e alla riflessione esistenziale sull’individuo. Com’è stato elaborato?
Ho creato un’opera d’arte che racchiude un’altra opera d’arte per rafforzarne il significato, ma sopratutto per sposare lo stesso ideale a moltissimi chilometri di distanza.
Le riprese del video ritratto sono state realizzate in un’antica vasca per irrigare i campi.
Il luogo per la sua forma circolare, l’acqua che una volta conteneva e le mura che racchiudono i protagonisti in una dimensione diversa da tutto ciò che li circonda, mi sembrava la forma ideale per fermare il tempo e sottolineare il loro gesto.
Il video ritratto è accompagnato da 25 scatti che inducono a un momento riflessivo e analitico sull’opera di Davide Sebastian e sulla performance realizzata dai Gao Brothers.
Davide, gli scatti realizzati sono un modo per introdurre un momento riflessivo e analitico sulla tua opera, un modo di rielaborare in maniera diversa ma complementare alcuni aspetti già realizzati o semplicemente una forma per esplorare nuove possibilità espressive?
Sono venticinque fotografie come la possibilità che offre il video per girare un solo secondo. La fotografia ferma il tempo, come la pausa nello spartito musicale è parte integrante della composizione, il fotogramma lo è per il video.
L’opera mostra come video e fotografia costituiscano, in molti casi, fasi diverse di uno stesso lavoro e siano proprio una sintesi di come i confini tra le diverse forme espressive e i mezzi impiegati siano sempre più indistinti.
Entrambi i mezzi possono allargare o semplicemente abbreviare una lettura del lavoro. Insieme, indistintamente, sono unici nel loro modo di comunicare e ne rafforzano il concetto.
Con il video ritraggo il movimento, con la fotografia fermo il tempo. Un concetto che potrebbe sembrare ovvio, ma che spiega il perché di questa scelta. Il video ha una potenzialità che la fotografia non esplora, il suono.
Per fare questo l’artista romano si è infatti avvalso della preziosa collaborazione del compositore e Dj Federico Ferretti.
I Gao Brothers sono presenti, nello spazio della mostra, anche con una tela ad olio che ci ricorda come l’arte sia per loro una continua sperimentazione che coniuga passato e presente, un percorso tortuoso tra cultura, società e politica.
ConThe Raft of Medusa – Tiananmen Event in 1989, gli artisti fanno del dipinto di Géricault un disegno preliminare su cui sovrapporre le immagini degli scontri di Piazza Tiananmen. Il risultato finale è un’opera con una grande valenza storica e un forte impatto emotivo.
La tela ci ricorda che per voi la coscienza politica e la memoria storica sono elementi fondamentali dell’arte. In questo senso, quale ruolo pensiate abbia l’artista?
A nostro avviso la coscienza politica e il ricordo storico sono elementi fondamentali dell’arte.
Il ruolo dell’artista è trovare un linguaggio in grado di veicolarli. L’arte non può cambiare le cose ma i suoi contenuti possono influenzare il modo di osservarle.
* Asia Ruperto, lucana di origine e romana d’adozione, si è laureata nel 2011 con il massimo dei voti in Lingue e Civiltà Orientali presso l’Università “La Sapienza” di Roma con una tesi dal titolo Il Gruppo de Le Stelle e l’impatto sull’arte contemporanea in Cina. Da 5 anni si occupa dell’organizzazione del festival di cinema asiatico di Roma, AsiaticaFilmMediale.
La mostra Bridge over Trouble resterà aperta fino al 24 luglio. Ecco alcune foto:
[Tutte le foto sono di Asia Ruperto]