Il Pakistan è senza primo ministro per decisione della Corte suprema nell’ennesimo scontro tra potere politico e giudiziario. In Birmania non si placa lo scontro a ovest. Gli ambientalisti nepalesi usano i droni per difendere le specie in estinzione e gli Usa diventano meta per gli asiatici
PAKISTAN – La Corte suprema destituisce il premier
Sono momenti concitati quelli che sta affrontando la politica pachistana in cerca di un nuovo primo ministro che possa soddisfare tutti i partner della riottosa coalizione di governo. L’elezione, secondo la stampa locale, si dovrebbe tenere venerdì.
Ieri una decisione della Corte Suprema ha di fatto destituito l’ormai ex premier Yousuf Raza Gilani giudicato inadatto a ricoprire il proprio ruolo. La decisione è l’ultimo capitolo in ordine di tempo dello scontro che oppone il potere politico a quello giudiziario accusato di agire in accordo con l’esercito e l’opposizione.
Lo scorso 26 aprile la stessa Corte aveva condannato per oltraggio il primo ministro, accusato di non aver avviato la richiesta di rogatoria internazionale con la Svizzera per un’inchiesta che vede coinvolto il presidente pachistano, Asif Ali Zardari (compagno di partito di Gilani), accusato di aver riclato nelle banche elvetiche 12 milioni di dollari
BIRMANIA – Ancora morti nello Stato di Rakhine
Nonostante il coprifuoco non si fermano le violenze nello Stato occidentale di Rakhine. Secondo quanto riferito dall’agenzia France Presse sono almeno tre i morti nei nuovi scontri tra buddhisti e musulmani nel villaggio di Yathdaung, 65 chilometri dal capoluogo Sittwe.
“Il bilancio potrebbe però essere più alto”, ha spiegato un funzionario governativo che ha voluto restare anonimo, sottolineando che le forti piogge monsoniche rendono difficile raggiungere l’area. Il bilancio delle violenze settarie delle ultime settimane hanno fatto almeno 50 morti e decine di migliaia di sfollati.
Ieri sono stati condannati a morte due dei tre musulmani che lo scorso 28 maggio stuprarono e uccisero una ragazza buddhista scatenando gli scontri tra la comunità buddhista e i Rohingya, musulmani che da generazioni risiedono nello stato occidentale di Rakhine, discriminati perché ritenuti immigrati illegali dal confinante Bangladesh.
NEPAL – Droni a caccia di bracconieri
Droni sul Tetto del mondo. Ma non ha scopo bellico. Il Wwf nepalese è pronto a usare gli aerei senza pilota per prevenire il bracconaggio e salvaguardare specie in via di estinzione come tigri e rinoceronti.
L‘organizzazione ambientalista ha testato i mezzi dotati di telecamere e GPS con nel parco nazionale di Chitwan all’inizio del mese. Gli aerei , con un’apertura alare di due metri possono stare in volo per 45 minuti.
“Usiamo la tecnologia per sostenere il nostro sforzo conservazionista”, ha spiegato il rappresentante del Wwf a Kathmandu, Anil Manandhar. Specie come i rinoceronti indiani e le tigri sono state decimate dai bracconieri. Corni, pelli e ossa sono ingredienti pregiati per la medicina cinese e per quella tradizionale del Sudest asiatico e pertanto pagati profumatamente.
STATI UNITI – Immigrazione, se gli asiatici sono più dei latinos
Gli immigrati asiatici negli Stati Uniti superano quelli ispanici. Lo rivela uno studio del Pew Center. I numeri dicono che nel 2010 il 36 per cento dei nuovi arrivi negli Usa è stato di origine asiatica, contro il 31 per cento dei latinos. Gli asiatici sono inoltre la comunità più istruita nella storia dell’immigrazione statunitense: 6 su 10 hanno una laurea.
La comunità asiatica è ancora considerata una minoranza negli Stati Uniti, di cui rappresenta circa il 6 per cento della popolazione. È inoltre molto diversificata sia per regione di origine sia per le lingue. I sei guppi principali sono i cinesi, i filippini, gli indiani, i vietnamiti, i coreani e i giapponesi. Secondo lo studio il 19 per cento si definisce americano asiatico, il 19 per cento soltanto americano e il 62 per cento si riconosce in antrambe le comunità, per esempio sino-americano
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