Sul finire della stagione delle piogge, le strade di Bangkok fanno da scenario ai crimini giornalieri della Thailandia di oggi. Omicidi, esecuzioni, scandali, corruzione, sesso. Ecco un estratto de Il viaggio del Naga, per gentile concessione della casa editrice Metropoli d’Asia.
Era novembre, e ufficialmente era iniziata la stagione fresca. Una cappa opprimente gravava sulla città come una coperta inzuppata. Le piogge sarebbero dovute finire o almeno placarsi, ma non c’era più nessuna di quelle certezze che una volta scandivano le stagioni.
In effetti, pochi erano i segnali che facessero sperare in una diminuzione dell’afa. Il cielo restava offuscato dall’inquinamento e l’atmosfera sembrava da bagno turco. Di mattina era ancora sopportabile, ma di pomeriggio l’aria si faceva acre, carica di fumi di combustione, e i marciapiedi irradiavano un calore che costringeva i cani ad accucciarsi all’ombra.
In quelle torride settimane solo i mendicanti restavano al loro posto, sotto i ponti pedonali che sovrastano le arterie di grande traffico o agli incroci, chiedendo l’elemosina con quell’aria di rassegnato distacco che li rende quasi invisibili. E poi d’un tratto, rapidamente, in un angolo di cielo si ammassavano nubi temporalesche che portavano scrosci di pioggia e così, in pochissimo tempo, i vicoli e molte viuzze dai pessimi sistemi di scolo si inabissavano.
Alla fine del mese sarebbe cominciata la festa del Loi Kratong, che ricorre nei giorni di luna piena. Erano previsti grandi festeggiamenti, ma la maggior parte della gente pensava che la pioggia avrebbe guastato il divertimento.
In quel mese di novembre, tre settimane prima della festa, nel Wat Taadthong fu celebrata una cerimonia funebre che rappresentò l’evento mediatico della stagione: segnava il culmine di uno scandalo che aveva appassionato i cittadini per mesi.
L’anno era già stato ricco di clamorosi fatti di cronaca che avevano deliziato gli appassionati del genere, con tutti gli ingredienti più gustosi. Il medico ben noto in società che in un momento di gelosia aveva ridotto la moglie a pezzettini, poi aveva guidato fino a Paknaam dove li aveva dati in pasto ai pesci e subito dopo si era goduto un bel pranzetto in un famoso ristorante di pesce sul molo.
L’arresto di un signore della droga rivelatosi in realtà una donna che di giorno gestiva una bancarella di cibi dell’Isaan – pollo alla griglia e insalata di papaia – a Laadprao. L’assassinio di un abate da parte di una delle sue guardie del corpo e la conseguente scoperta che il monaco aveva più di un milione di baht in banca.
Il figlio di un politico che si era sottoposto a un’operazione per cambiare sesso ma, insoddisfatto del risultato e in preda a una furia violenta, si era messo a correre per l’ospedale con un bisturi in pugno minacciando medici, infermieri e un gruppo di pazienti stranieri. Senza contare tutte le altre storie, comprese quelle inevitabili di concussione e corruzione, e gli imbrogli nelle transazioni di terreni che erano di scarso interesse per un pubblico cinico e assuefatto.
Ma la saga di Pi O le superò tutte. Qui il sesso era davvero spinto, la corruzione e l’intrigo ben più drammatici che in una telenovela e tutta la faccenda minacciava di trasformarsi in un caso politico, con il governo che rischiava di perdere la faccia. Lo scandalo era nato dalle sorprendenti rivelazioni e dai particolari più piccanti raccontati dallo stesso Pi O in un’intervista nella quale aveva descritto le abitudini sessuali di parecchi alti ufficiali di polizia.
Alla fine, per coronare il tutto in un modo che perfino uno scrittore di gialli alle prime armi avrebbe trovato troppo scontato, gli avevano sparato cinque colpi in testa nel parcheggio di uno dei suoi night club. Di solito, in una città dove la morte è facile e a basso prezzo, dove bastano meno di cento dollari per assoldare un balordo che ammazzi qualcuno e dove gli omicidi nell’ambiente della malavita si susseguono sette giorni su sette, l’assassinio di un uomo non faceva notizia. In quel caso, però, considerando le circostanze, era chiaro a tutti che non si trattava di un semplice omicidio: c’erano tutte le caratteristiche di un’esecuzione ordinata dall’alto, quindi la faccenda era molto diversa e decisamente scottante.
L’opposizione aveva già presentato l’istanza per una pubblica inchiesta, cercando come sempre di sfruttare ogni opportunità a proprio favore.
[Foto credit: travelblat.com]
*Tew Bunnag è l’autore di Il viaggio del Naga, edito in italiano da Metropoli d’Asia. Leggi la recensione di China Files.