Necessario strumento di autosupporto per digerire i fraintendimenti e le inquietudini quotidiane. Quando ogni sforzo di dialogo interculturale cede davanti alla bieca logica capo-dipendente.
22 giugno 2010, 11:01
Propositi di evasione
E io che mi lamentavo! Questo tizio sa di grisaglia, anche se ha iniziato a vestirsi in maniera meno formale, per quanto ancora opinabile.
Se l’altro mi sfiancava di parole e mi obbligava a una sfibrante relazione maestro-discepola, con questo la comunicazione è pressoché inesistente. Siamo arrivati che addirittura mi mette sulla scrivania i fogli con le sue richieste. Se prima ero giornalista, ora mi sento declassata totalmente ad assistente. Faccio proposte che naufragano sulla sua scrivanie prive di almeno una consolatoria occhiata. Parliamo e non ci capiamo. Un disastro.
Per capire la perversa spirale in cui siamo precipitati, basta dire che ieri ha chiesto alla mia collega-amica di tradurre gli scontrini. La cifra era vertiginosa: 20 euro. Per carta igienica, acqua, detersivi, ecc. E lui ha voluto la traduzione articolo per articolo, boh.
A me invece tocca tradurre articoli interi. Non è molto gratificante trascorrere la giornata a vedere come si scrive “rogatoria”, “danno erariale” o “avviso di garanzia”. Quel che è chiaro è che lui seguirà pedissequamente l’agenda setting dei giornali italiani: non è assolutamente in grado di prendere un’iniziativa, di intravedere una storia potenzialmente interessante, di cercare qualcosa da solo.
Poi è cambiato tutto anche dal punto di vista degli orari: mi vuole qui alle 9. Proprio come un’impiegata giapponese.
Mentre reprimo rabbia e frustrazione, l’unica parola che mi viene in mente è: SCAPPARE!
22 giugno 2010, 11:16
Lezione di geografia
Per cercare di ovviare i problemi di comunicazione e interrompere il deprimente scambio di carte sulle rispettive scrivanie, ho inventato la pratica della rassegna stampa del mattino. Come fossi su Prima Pagina, mi metto a illustrargli i titoli dei giornali, a spiegargli sommariamente di cosa si parla, a dargli un minimo di contesto.
Oggi su Repubblica compare questa storia dell’annessione di Como e Valle d’Aosta alla Svizzera, e, di spiegazione in spiegazione, mi ritrovo davanti alla cartina dell’Italia a mostrargli le regioni a statuto speciale mentre lui al mio fianco continua a prendere appunti.
Mi sento inedita nella versione maestrina.
22 giugno 2010, 11:21
Perversioni giapponesi
Perché bisogna sempre andare oltre, scandagliare oltre la superficie…
22 giugno 2010, 11:24
Una cerimonia per ogni occasione
Anche per il divorzio, almeno in Giappone.
*Lavoro per un giornale giapponese, ma in Italia. Non parlo giapponese, ma passo le giornate a discutere con un giapponese: il mio capo. Ne ho cambiati diversi, eppure molte questioni sono rimaste le stesse. Ce n’è una, poi, a cui proprio non so dar risposta: che ci faccio qui? (senza scomodare Chatwin per carità)