(In collaborazione con AGIChina24) Il segreto di Stato in Cina non è definito in modo chiaro e rischia di ridurre le garanzie dei cittadini. Viene inoltre usato contro i giornalisti che vanno troppo in là: recentemente alcuni media ed esponenti politici hanno avuto occasione di discuterne. È una delle accuse tipiche che vengono rivolte ai giornalisti cinesi quando si spingono troppo in là: “violazione di segreti di Stato”. Suona grave a sufficienza per giustificare misure drastiche ed è vaga quanto basta per essere difficilmente contestabile.
In effetti, quali temi rientrano nella tipologia dei “segreti di Stato” e quali no? Se lo stanno chiedendo in questi giorni alcuni media cinesi, spinti ad affrontare l’argomento dalla pubblicazione, il 15 maggio, della bozza del Regolamento di attuazione della Legge sulla difesa dei segreti di Stato.
Si trova online sul sito del Consiglio di Stato e per un mese sarà sottoposta allo scrutinio e al dibattito del pubblico alla ricerca di suggerimenti e aggiustamenti.
La legge sulla difesa dei segreti di Stato a cui il regolamento fa riferimento era stata approvata un anno e mezzo fa.
Come riporta tra gli altri il Quotidiano del popolo, la principale novità del regolamento starebbe nell’individuazione di nove tipi di azioni o situazioni in cui "la divulgazione di un segreto può danneggiare la sicurezza e gli interessi del paese dal punto di vista politico, economico, della difesa nazionale, del commercio internazionale".
Quando siano compiute azioni di questo tipo, le autorità possono intervenire per perseguirne i responsabili.
Il giornale del partito comunista riporta l’elenco delle tipologie: "Mettere in pericolo la sicurezza e sovranità nazionale, l’integrità territoriale e la capacità di difesa nazionale; mettere in pericolo l’unità nazionale, la coesione tra le diverse nazionalità e la stabilità sociale; mettere in pericolo le attività diplomatiche nazionali e l’attività degli Esteri; mettere in pericolo la forza economica, scientifica e tecnologica del paese; mettere in pericolo obiettivi strategici per la sicurezza della Cina; mettere in pericolo l’efficace attuazione di misure antiterroristiche o di gestione delle emergenze; mettere in pericolo la sicurezza delle fonti e delle attività di intelligence; disturbare indagini condotte secondo la legge su attività che minano la sicurezza nazionale o su altri crimini rilevanti; ridurre l’affidabilità e l’efficacia delle misure di protezione dei segreti di Stato".
Tutto chiaro? Per nulla. Almeno così la pensa Chen Baocheng, redattore del Xin Shiji Zhoukan, che il 16 maggio firma un editoriale intitolato I segreti di Stato non devono essere definiti in modo vago.
L’articolo si pone subito la domanda cruciale: "Il limite tra i segreti di Stato e il diritto dei cittadini a essere informati è abbastanza chiaro?".
Il regolamento infatti, scrive Chen, "non riguarda soltanto la sicurezza dello Stato, ma anche la protezione dei diritti dei cittadini".
In tutto il mondo, afferma il giornalista, "la tendenza a rendere pubbliche le informazioni di governo è ormai consolidata e la Cina non fa eccezione.
Con l’approvazione del Regolamento sulla pubblicità delle informazioni di governo, si è fatta largo nella società cinese l’idea che la pubblicità delle informazioni debba essere la regola e la difesa di segreti l’eccezione.
In questo contesto, la definizione precisa dei segreti di Stato attraverso una rigida legislazione rappresenta un elemento cruciale nella salvaguardia del diritto dei cittadini a essere informati".
Non è solo Chen Baocheng a dirlo. Come riporta nel suo articolo, autorevoli esponenti politici lo hanno affermato prima di lui: Gu Zhengzu, membro del Comitato permanente dell’Assemblea nazionale del popolo (il parlamento cinese, organo supremo dell’ordinamento statale della Rpc) e Zhang Yongceng, direttore dell’unità legislativa dell’Ufficio dei segreti di Stato.
"Nel 2010 – scrive Chen – Gu Zhengzu disse in una intervista: ‘Nell’attuazione della Legge sulla difesa dei segreti di Stato è necessario e urgente gestire in modo appropriato il rapporto tra la salvaguardia dei segreti di Stato e la trasparenza delle informazioni di governo, cercando una mediazione tra gli interessi dello Stato, la difesa del diritto dei cittadini a essere informati e la trasparenza delle informazioni di governo‘".
Zhang Yongceng, invece, "ha affermato che “’ridurre la portata dei segreti di Stato attraverso una loro definizione puntuale è uno dei punti centrali dell’applicazione della Legge sulla difesa dei segreti di Stato.
Norme e regolamenti devono essere concreti e operativi, altrimenti il potere discrezionale delle autorità rischia di essere eccessivo e di ledere così i diritti dei cittadini’”.
Forte delle voci interne alla leadership, Chen Baocheng prima concede retoricamente che "a confronto con la Legge sulla difesa dei segreti di Stato, la proposta di regolamento deve essere apprezzata per i passi avanti che compie nella definizione dei segreti di Stato".
Poi, però, sferra il suo attacco: "Bisogna sottolineare, tuttavia, che nelle tipologie citate nel regolamento permangono ancora problemi notevoli come la scarsa chiarezza dei concetti a cui si fa riferimento e l’imprecisione rispetto alla loro estensione.
Né viene indicato chiaramente il confine tra i segreti di Stato e il diritto dei cittadini a essere informati, a differenza di quanto la società auspica".
Chen prende per esempio la tipologia di azioni che “mettono a repentaglio l’unità nazionale, la coesione delle diverse nazionalità e la stabilità sociale".
"Quali sono i contenuti specifici di questa tipologia? – si chiede il giornalista -. Non è possibile spiegare in modo più chiaro quali sono i temi proibiti?
E a quale tipo di procedure giuridiche potrebbe appellarsi un cittadino che, nell’esercizio di un diritto sancito dalla Costituzione come la libertà di espressione, venga accusato di violazione delle norme sui segreti di Stato?".
A queste domande, secondo Chen, il regolamento non fornisce risposte, negando quindi garanzie ai cittadini.
È chiaro dove il giornalista voglia andare a parare e lo dice chiaramente in chiusura di commento: "La mia proposta è che, sulla base dell’esperienza internazionale, venga formulata una lista dettagliata di quali informazioni rientrano tra i segreti di Stato e di quali no, così da segnare un confine chiaro e netto tra le informazioni segrete e il diritto dei cittadini ad essere informati.
In questo modo la sicurezza dello Stato e il diritto dei cittadini a essere informati sarebbero entrambi reciprocamente garantiti.
E questa bozza di regolamento darebbe finalmente una risposta su un tema che sta molto a cuore alla società".
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