L’arcipelago della discordia

In by Simone

Le isole Senkaku (Diaoyu per i Cinesi) sono un territorio tra Okinawa e la costa cinese del Fujian. Attualmente appartengono a un privato, ma il governatore di Tokyo, il negazionista del massacro di Nanchino, ha annunciato la volontà di acquistarle. E la Cina non è affatto contenta.
L’ Asia parrebbe essere il continente adatto per acquistare un’isola.  Basti pensare che tre grandi paesi come Giappone, Filippine e Indonesia sorgono su arcipelaghi di migliaia di isole.

In linea teorica per il potenziale investitore la scelta è vasta; tuttavia, nella pratica, il numero delle isole attualmente disponibile è, manco a dirlo, estremamente limitato.

Altrettanto pochi sono quelli disposti a rischiare di perdere il loro profitto per terre spesso soggette a terremoti, tsunami, monsoni e crisi diplomatiche. 

Tra i più prudenti investitori in isole c’è un giapponese. È proprietario di un arcipelago, situato tra Okinawa (la provincia più meridionale del Giappone di cui le stesse isole fanno parte), Taiwan e la costa della provincia meridionale del Fujian, nella Cina continentale, e disabitato dagli anni ’40.

Le isole Senkaku sono un arcipelago di cinque isole compreso tra Okinawa e la costa cinese del Fujian. Il 16 aprile scorso il governatore di Tokyo, Ishihara Shintaro ha confermato la volontà dell’amministrazione della capitale giapponese di acquisire le cinque isole di proprietà di un anonimo giapponese, cui il governo paga annualmente un vero e proprio canone di locazione. 

L’arcipelago delle Senkaku rientra in una diatriba territoriale tra Cina e Giappone che a partire dal 2005 ha visto successive rivendicazioni di sovranità da entrambe le parti. 

Queste isole, che i giapponesi chiamano Senkaku (Diaoyu per i Cinesi), sono state teatro, nel settembre del 2010, dello speronamento di un peschereccio cinese a danno di un’imbarcazione della guardia costiera giapponese. 

La scaramuccia è culminata con l’arresto da parte delle autorità nipponiche di tutto l’equipaggio del peschereccio: una gestione dell’incidente, questa, definita da Pechino come "assurda, illegale e priva di fondamento". 

L’ incidente ha fatto ricredere l’anonimo proprietario del piccolo arcipelago sulla sicurezza del suo investimento, fino a quel momento decisamente redditizio.

Secondo il Japan Times dal 2002  il Governo centrale giapponese versa all’anonimo proprietario delle Senkaku una somma pari a 24 milioni di yen all’anno per affittare le tre maggiori isole dell’arcipelago.

Tra i meno accorti aspiranti manager di isole – almeno dal punto di vista politico –  c’è sempre un giapponese: Ishihara Shintaro, 79enne governatore di Tokyo, politico di grande seguito (nel 2011 ha ottenuto la quarta riconferma al vertice della capitale giapponese) e autore a fine anni ’80 di un bestseller sul Giappone come terza superpotenza mondiale a fianco di Usa e Urss.

Ma soprattutto è il noto negazionista del massacro di Nanchino del 1938. "Era fisicamente impossibile per l’esercito giapponese, con l’equipaggiamento dell’epoca, uccidere 400 mila persone, che fossero o meno indifese", ha di recente sostenuto Ishihara, che già negli anni ’90 aveva dichiarato che il massacro fosse una "balla inventata dai Cinesi". 

Intervenendo ad una convention a Washington il 16 aprile scorso, Ishihara ha rivelato ufficialmente la volontà del governo della capitale giapponese di acquistare il prossimo anno, alla scadenza del contratto che lega proprietà e governo centrale giapponese, le isole Senkaku.

Queste, formalmente già sotto l’autorità del governo nipponico, rimangono oggetto della disputa tra Giappone e Cina sulle zone di interesse economico esclusivo nel Mar della Cina orientale

La questione, archiviata per quasi 40 anni con la normalizzazione dei rapporti diplomatici tra i due Paesi dopo la fine dell’occupazione americana su Okinawa, era riesplosa nel 2005 quando il governo giapponese aveva disposto il pattugliamento delle coste dell’isola di Utsuojima, la maggiore fra le Senkaku. 

La città di Tokyo da sempre gestisce interessi economici – in particolare per quanto riguarda l’approvvigionamento alimentare e di risorse naturali – in alcune province adiacenti all’area metropolitana della capitale.

Nonostante destino quasi duemila chilometri da Tokyo, le isole Senkaku sarebbero ideali per lo "sfruttamento delle risorse ittiche" e contribuirebbero all’approvvigionamento alimentare della capitale del Sol levante.

Secondo un articolo apparso il 19 aprile sul quotidiano giapponese Yomiuri Shinbun, però, dietro l’acquisto delle isole da parte dell’amministrazione della capitale ci sarebbero altre ragioni.

Studi e rilevamenti geologici condotti a partire dalla fine degli anni ’60  hanno infatti dimostrato l’esistenza di giacimenti di gas naturale e petrolio. Non è quindi da escludere che in seguito al disastro di Fukushima e al conseguente inquinamento da isotopi radioattivi delle aree di pesca nel Nordest del Giappone, una megalopoli come Tokyo stia iniziando a sentire il bisogno di assicurarsi nuove fonti di approvvigionamento. Argomento certamente delicato anche per la Cina, il cui fabbisogno energetico e alimentare cresce di anno in anno.

Le rivendicazioni di Ishihara hanno infatti suscitato una reazione irritata da parte di Pechino e al contempo hanno messo in difficoltà i responsabili della politica estera giapponese, impegnati a mantenere rapporti distesi con la Cina continentale, principale partner economico del Giappone. 

I media cinesi hanno definito "inaccettabile" il progetto di Ishihara, ben noto in Cina per le sue tesi negazioniste. "Le isole Diaoyu fanno parte del territorio cinese fin dall’antichità e dunque la Cina esercita su di loro una sovranità indiscutibile", ha dichiarato il 18 aprile scorso ai media nazionali il portavoce del Ministero degli Esteri di Pechino, Liu Weimin. 

"Se Tokyo non avesse ‘premuto il grilletto’”, non avesse cioè rispolverato la questione della sovranità giapponese sulle Senkaku, “il governo non avrebbe intrapreso questo progetto", ha commentato Ishihara, al suo ritorno dagli Stati Uniti, riguardo la possibilità che sia il governo centrale giapponese a farsi carico dell’acquisto delle isole.

Infatti, se fosse la sola città di Tokyo a occuparsene – ha aggiunto il governatore della capitale giapponese – "le cose andrebbero molto più lisce". 

*Marco Zappa nasce a Torino il 3 gennaio 1988. Ottenuta la laurea triennale nell’ ateneo torinese, attraversa la pianura padana approdando a Venezia, dove si laurea in Lingue e Istituzioni Economiche e Giuridiche dell’Asia Orientale. Dopo un’esperienza di quasi un anno in Giappone, si trova a Pechino per vedere cosa c’è al di là del Mare (Giallo).