Il discorso di Wen

Al via l’Assemblea nazionale del popolo. Il tradizionale discorso di apertura del premier annuncia un rallentamento della crescita economica e la necessità di stimolare i consumi. L’imminente cambio di leadership trasforma l’evento nell’occasione per fare il punto sugli ultimi dieci anni. E le foto del giorno di China Files. L’Assemblea nazionale del popolo ha poteri molto limitati, ma è ciò che è più vicino a un parlamento nel sistema politico cinese. È infatti la più alta istituzione statale e l’unica camera legislativa.

Oggi nella Grande sala del popolo si aprono i lavori per i quasi tremila delegati del Pcc e per il presidente e il primo ministro della Rpc. Entrambi 69enni sono alla fine del loro mandato e lasciano la Cina divenuta seconda economia mondiale in un periodo difficile, durante la crisi finanziaria globale.

Nel tradizionale discorso di apertura dei lavori il primo ministro Wen Jiabao ha annunciato ufficialmente che le previsioni di crescita per il paese quest’anno non raggiungeranno l’8 per cento, ma si attesteranno sul 7,5 per cento.

Il premier ha inoltre indicato la crescita dei consumi come la priorità assoluta dell’anno: “svilupperemo le politiche che incoraggiano i consumi” ha dichiarato di fronte all’Assemblea che riunisce quasi tremila delegati del Partito comunista.

È stato il discorso più breve delle ultime assemblee nazionali, con una durata di solo 1:55 minuti. Il punto, come spiega il South China Morning Post, è che la crescita prevista è la più bassa dal 1990 e che quando il prossimo autunno gli attuali presidente Hu e primo ministro Wen si ritireranno la Cina si troverà ad affrontare l’anno più difficile dell’ultimo decennio. Da quando cioè Hu e Wen sono saliti al potere.

L’Assemblea nazionale del popolo si troverà quindi a valutare se questa leadership ha in definitiva perso l’occasione di portare avanti le “riforme” perché “impaurita dall’instabilità”. Ed è vero che questi ultimi non sono stati anni facili: inflazione, mercato immobiliare impazzito, debiti dei governi locali, diseguaglianze feroci, proteste e tensioni etniche.

Wen ha annunciato che l’inflazione per l’anno avvenire è prevista per al 4 per cento e il debito fiscale al 1,5 per cento del Pil. Ha quindi posto l’accento sulla necessità di sviluppare misure che scoraggino le speculazioni nel settore immobiliare e quella di controllare in maniera più stretta i governi locali e le loro controllate.

Il Global Times del 5 marzo, riporta i punti fondamentali su cui discuterà il Comitato permanente dell’Assemblea nazionale del popolo (così come sono stati presentati ai giornalisti): lavorare sulla riforma culturale, promuovere l’armonia sociale, incrementare i rapporti commerciali con Taiwan, espandere la cooperazione internazionale, commemorare la fondazione del Pcc nel 1911 e ringiovanire il partito.

Ma sopratutto si discuterà della riforma del Codice penale. Come scrive sul New Tork Times il ricercatore di Human Right Watch Asia Nicholas Bequelin e decisioni che verranno prese indicheranno se la Cina va verso la supremazia della legge o verso il consolidamento della supremazia della sicurezza statale.

Le fazioni più progressiste del Partito e del governo ritengono che le riforme legali siano parte integrale dello sforzo verso la modernizzazione della Cina. Dare maggior importanza alla Legge e riformare il codice penale per offrire diritti più vicini alle norme internazionali sono due aspetti chiave di questo sforzo.

Dall’altra parte ci sono il potente apparato di sicurezza e gli elementi più conservatori e intransigenti del partito che vantano un autorità in crescita costante dal 2008, quando gli fu assegnata la sicurezza per le Olimpiadi di Pechino.

Gli scatti di Natalia Tobón Tobón per China Files