Un caso di cronaca nera, terminato con un ragazzo giustiziato a morte, per aver investito una ragazza, poi uccisa a coltellate. Ora, mesi dopo, la famiglia della vittima chiede la compensazione in denaro, riaprendo ferite e squarciando l’opinione pubblica locale Yao Jiaxin era uno studente di musica di 21 anni, proveniente da una famiglia cittadina agiata, condannato a morte per l’omicidio di una ragazza di 26 anni. Il giovane Yao aveva investito con la sua auto Zhang Miao, di estrazione più povera e contadina, che al momento dell’incidente, di fronte al tentativo di fuga dell’uomo in macchina, aveva tentato di memorizzare con il cellulare il suo numero di targa. Yao era tornato indietro e l’aveva uccisa a pugnalate.
Si era trattato di un caso che aveva scosso l’opinione pubblica cinese, ultimo di una serie di incidenti causati da persone ubriache alla guida di auto (tanto da portare anche ad un inasprimento delle pene per la guida in stato di ebbrezza): il pubblico aveva chiesto a gran voce la condanna a morte di Yao, decisa nel mese di aprile ed “eseguita” lo scorso 7 giugno.
All’epoca, prima della sentenza, la famiglia della vittima aveva rifiutato i soldi della compensazione da parte della famiglia di Yao, considerando quel denaro “sporco di sangue”. In questi giorni, mesi dopo la morte di Yao, i genitori di Zhang, la ragazza uccisa, sono invece tornati alla carica per avere i soldi, causando una forte disapprovazione tra i cinesi che precedentemente avevano supportato la famiglia della vittima. Una vicenda di cronaca che ha spaccato l’opinione pubblica cinese, che è tornata a parlare di concetti che si credevano ormai sfumati, come ad esempio “la lotta di classe”.
A peggiorare le cose per i Zhang, ha scritto oggi 21 febbraio il South China Morning Post, “c’è il fatto che prima avevano sostenuto che il denaro gli serviva per le cure mediche per la madre di Zhang, ma cinque giorni più tardi hanno detto che avrebbero chiesto i soldi perché fosse devoluto in beneficenza”. Il pubblico – hanno scritto i media cinesi – “è stato troppo emotivo e veloce nel giudicare Yao e la sua famiglia lo scorso anno? L’opinione pubblica ha svolto un ruolo nello spingere i Zhang a rifiutare il risarcimento da parte della famiglia Yao in quel momento? In definitiva, perché la morte di Yao non ha posto fine a questa tragedia per entrambe le famiglie?”
C’è anche chi sottolinea il ruolo ambiguo, in tutta questa vicenda, di Zhang Xian, professore universitario e parente dei Zhang, che aveva accusato Yao di essere il figlio di una famiglia ricca e potente contribuendo non poco al supporto dell’opinione pubblica cinese per una condanna a morte del ragazzo. Lo scorso anno il padre di Yao, Yao Qingwei, ha intentato una causa per diffamazione contro Zhang: “Zhang ha orchestrato questa richiesta di risarcimento, al fine di distogliere l’attenzione dall’accusa di diffamazione intentata da noi contro di lui”, ha detto Ma Yanming, un utente di Internet che il padre di Yao ha nominato per parlare a suo nome nella controversia in corso. “E’ stato anche colui che ha trasformato questa vicenda in una lotta di classe: la città contro la campagna, i ricchi contro i poveri”.
La famiglia di Yao ha detto alla stampa di essere, in ogni modo, disposta a offrire il risarcimento alla famiglia Zhang promesso prima che il figlio fosse ucciso: “prima però – ha dichiarato Mao – devono dimostrare che si trovano in reali difficoltà economiche, e scusarsi per le cose non veritiere che avevano detto di Yao”.