Il “modello Chongqing” è ora al vaglio e la corsa alla successione cinese si fa più ricca di colpi di scena delle prossime elezioni americane. Dopo il tonfo dell’ex braccio destro di Bo Xilai, il paese si interroga sulla validità di un “modello” considerato, fino a poco fa, un fiore all’occhiello della Nuovissima Cina.
Era uno degli esempi di “modello” che la Cina stava osservando da vicino per capire se potesse essere utilizzato come bussola politica ed economica per tutto il paese. Era il “modello” sorretto dall’incessante attività politica e mediatica del suo creatore, un nuovo leader cinese che pareva lanciato verso le vette del vertice politico nazionale.
Nel giro di una settimana – però- già si parla del suo fallimento: si tratta del “modello di Chongqing”, la città sud occidentale della Cina (una megalopoli da 35 milioni di abitanti) improvvisamente planata in un balck out politico, vittima di giochi per il potere scatenati dal misterioso tentativo di defezione di Wang Lijun, braccio destro del boss Bo Xilai.
Dal giorno in cui Wang Lijun si è presentato nel consolato americano di Chengdu, è cominciata una revisione del “modello di Chongqing” tanto caro a molti cinesi, poco apprezzato, forse, da chi ha ancora le redini del potere in Cina.
L’evento ha mostrato un dibattito insolito per i media cinesi, tanto che anche il nazionalista Global Times è uscito allo scoperto, chiedendosi se davvero il “modello Chongqing” – considerata una delle città più “felici” del paese – abbia subito un colpo letale.
Non si conosce ancora il mandante, né le ragioni precise dietro la tempesta politica che ha scosso la megalopoli cinesi di Chongqing e il suo leader, Bo Xilai.
Di sicuro il “modello Chongqing” è ora al vaglio di ipotesi politiche, che stanno rendendo la corsa alla successione cinese, più affascinante e ricca di colpi di scena rispetto alle prossime elezioni americane. Dopo il tonfo dell’ex braccio destro di Bo Xilai, il paese si interroga sulla validità di un “modello” considerato, fino a qualche settimana fa, un fiore all’occhiello della Nuovissima Cina.
“Alcuni dicono – ha scritto il 15 febbraio il Global Times – che questo incidente dimostra che il modello di Chongqing è destinato a fallire a causa della mancanza di un cambiamento.
Altri sostengono che l’ultima ondata di scetticismo è mosso da sedicenti intellettuali liberali che stanno prendendo di mira il “modello Chongqing” insieme a tutto ciò che si crede essere collegato all’epoca dell’ex leader Zedong”.
Chongqing era diventata una sorta di sinonimo di successo e miglioramento delle condizioni di vita dei cinesi: Chongqing è cresciuta annualmente di due cifre e ha condiviso il record nazionale di crescita lo scorso anno con Tianjin con un tasso di crescita del 16,4 per cento.
“Nel 2010 – ha scritto il Global Times – il governo ha speso 300 miliardi di yuan (47,6 miliardi dollari) per migliorare le condizioni di vita degli abitanti, promettendo di costruire 30 milioni di metri quadrati di alloggi sovvenzionati dal governo e creare milioni di posti di lavoro, sostenendo finanziariamente le piccole e medie imprese”.
In un progetto pionieristico, Chongqing aveva anche integrato con successo oltre un milione di cittadini delle aree rurali nel sistema di sicurezza sociale della città, coprendo le cure sanitarie che in passato erano disponibili solo per gli abitanti delle città.
Sembrava che Chongqing “fosse riuscita in riforme mai tentate da altre città cinesi”. Il “modello Chongqing”, aveva scritto un magazine di Hong Kong, “porta speranza alla riforma economica della Cina”.
Il successo della città avrebbe finito per attirare l’attenzione dei leader del governo centrale, ma un po’ tutti stanno facendo notare che né Hu Jintao, il presidente, né Wen Jiabao il premier, si sono mai recati nella città durante il regno di Bo.
Un segnale di poco gradimento nei confronti di Bo Xilai, che ha condito la propria leadership con evidenti nostalgie maoiste (rieducazione in campagna per i giovani, canzoni rosse, invio di milioni di sms con citazioni di Mao).
In un sondaggio dalla rivista Oriental Outlook dello scorso anno, Chongqing è stata selezionata come una delle 20 città più felici della Cina. “A Chongqing si è registrato un numero minimo di rapine, il traffico è più organizzato che mai e la polizia è molto gentile” ha detto al Global Times Yu Dandan operaio di 26 anni,
“Molte persone però, al di fuori di Chongqing, non sono d’accordo con questa percezione positiva dei cambiamenti”, ha scritto il quotidiano nazionalista cinese. Zhang Ming, professore di scienze politiche alla Renmin, ha molti dubbi al riguardo: “il punto fondamentale del modello di Chongqing è quello di convincere le persone attraverso un’ideologia. Tali misure creano tensione interna”.
Yang Fan, un professore di scienze politiche sul “modello di Chongqing” ha scritto anche un libro: “sono stati commessi alcuni errori, ha detto, ad esempio può esserci stato il mancato rispetto di alcune leggi durante la dura campagna contro la malavita locale”, alludendo al mega processo contro le Triadi imbastito da Bo Xilai, in cui sono finiti in carcere (e alcuni uccisi con pena di morte) funzionari, poliziotti e politici locali.
Una campagna “storica”, durante la quale Bo Xilai avrebbe finito per farsi troppi nemici, che ora presumibilmente stanno consumando la propria vendetta.
[Scritto per Lettera43, Foto credits: students.cis.uab.edu]