L’ex capo della State Food and Drug Administration cinese è sotto indagine per corruzione: avrebbe preso tangenti, favorito società in cambio di mazzette e messo insieme un business illegale di libri (i suoi) in cambio di favori alle aziende coinvolte nell’industria farmaceutica locale.
La corruzione e i “falsi” costituiscono senza dubbio i punti deboli dell’attuale modello cinese. Periodicamente campagne contro la corruzione dei funzionari e per l’eliminazione dal mercato di prodotti fake entrano di prepotenza sulle prime pagine dei quotidiani locali, specie dopo gli inviti del potere centrale a correggere le abitudini peggiori del sistema.
Questa settimana tocca alla farmacia: l’ex capo della State Food and Drug Administration è sotto inchiesta per uno svariato numero di reati, mentre le forze di polizia in diverse regioni della Cina hanno avviato un’azione congiunta come parte di una campagna per combattere la produzione e la vendita di medicinali contraffatti.
L’ex capo della State Food and Drug Administration cinese è sotto indagine per corruzione: avrebbe preso tangenti, favorito società in cambio di mazzette e messo insieme un business illegale di libri (i suoi) in cambio di favori alle aziende coinvolte nell’industria farmaceutica locale. Il settore è nell’occhio del ciclone, perché dalla scorsa settimana è in atto una campagna per debellare la produzione e la vendita di medicinali falsi.
Zhang Jingli è finito sotto processo per aver preso più di un milione di yuan in tangenti e per altre attività illegali che gli avrebbero fruttato circa 23 milioni di yuan.
L’ex vice direttore della State Food and Drug Administration, è accusato anche di aver chiesto al proprio staff di inviare circa 1300 lettere contenenti false accuse contro i suoi rivali alla commissione disciplinare del Partito, almeno secondo quanto riportato dal Beijing Evening News.
Zhang, che era stato vice capo dell’amministrazione dal mese di ottobre 2003, è stato preso in custodia dalla polizia di Pechino lo scorso 24 dicembre, e formalmente arrestato due settimane dopo.
Zhang – secondo quanto riportato dai quotidiani locali – avrebbe preso 1,18 milioni di yuan in tangenti in quattro occasioni tra il 2005 e l’aprile dello scorso anno.
Una delle accuse riguarda l’assistenza ad una società farmaceutica a Guangzhou. Le altre tre accuse di corruzione si riferiscono a libri che ha scritto Zhang e che presumibilmente “ha venduto a prezzi gonfiati per le aziende farmaceutiche che erano desiderose di ottenere il suo favore”.
Il quotidiano ha citato i documenti del tribunale in cui è scritto che in un’occasione Zhang avrebbe aiutato tre società, tra cui la Beijing Landtower Investment: ciascuna impresa avrebbe ordinato 1400 copie dei libri del funzionario, al prezzo di 368 yuan l’uno.
Zhang è stato anche accusato di operazioni commerciali illegali, tra cui la stampa senza licenza di 43mila copie del libro usato nella presunta truffa.
Sempre nell’ambito del mondo farmaceutico cinese, il Ministero della Pubblica Sicurezza ha dichiarato giovedì scorso che le forze di polizia in diverse regioni della Cina hanno avviato un’azione congiunta come parte di una campagna per combattere la produzione e la vendita di medicinali contraffatti.
La polizia in 29 regioni ha già effettuato dei “raid in siti collegati ad indagini su attività criminali”.
Secondo quanto dichiarato da fonti ministeriali la campagna ha studiato 790 casi di contraffazione di farmaci a livello nazionale ed individuato oltre mille sospetti coinvolti.
La polizia ha raccolto prove sostanziali su diciotto casi importanti, tra cui uno scoperto nel mese di luglio che coinvolge un gruppo sospettato di produzione e vendita di medicinali contraffatti nelle regioni del Zhejiang, a Pechino, Shanghai e nel Guangdong.