Usa-Rpc: ancora alta la tensione sulla moneta

In by Simone

L’approvazione da parte del Senato americano del disegno di legge che prevede misure punitive nei confronti dei paesi che “manipolano” la valuta – un chiaro riferimento alla Cina – è “una bomba a orologeria”. Anche se la legge deve ancora essere approvata dalla Camera, la Cina ha indicato come risponderà: una guerra commerciale, forse con una tassazione nei confronti delle multinazionali americane. Le interviste del China Daily.
Nei giorni scorsi la stampa cinese si era occupata con grande attenzione della proposta di legge del Senato americano contro la manipolazione valutaria della Cina. Una legge protezionistica che secondo le intenzioni degli americani dovrebbe aiutare il deficit commerciale americano, punendo la svalutazione cinese dello yuan. Se la legge passerà, la Cina ha già pronte le contromosse. Dalla Banca Centrale e dai portavoce dei ministeri la direzione è chiara: se il disegno di legge diventerà attuativo, sarà guerra commerciale. La vita economica delle aziende americane in Cina diventerà complicata, finendo per colorare di tinte scure la più generale ripresa economica mondiale.

Secondo il portavoce del Ministero degli esteri Ma Zhaoxu, le cui parole sono state riportate dal China Daily, il disegno di legge è essenzialmente una manovra di “protezionismo commerciale, una grave violazione delle regole dell’Organizzazione mondiale del commercio”. Sia il Ministero del commercio sia la Banca popolare cinese hanno condannato il voto.  Il portavoce del Ministero del commercio Shen Danyang ha detto che gli Stati Uniti hanno inviato il “segnale sbagliato” nel momento in cui l’economia globale si trova ad affrontare serie sfide.

Gli economisti – riportano i media nazionali – hanno specificato più volte come la legge sia stata una mossa imprudente da parte degli Usa che finirebbe per rallentare l’attività economica mondiale, aumentando la probabilità di una doppia recessione.  “E’ una mossa prematura, dato che Stati Uniti e Cina devono lavorare insieme per prevenire un’altra crisi finanziaria e la recessione globale”, ha spiegato al China Daily Huang Yiping, capo economista di Barclays Capital.

Anche se la maggior parte degli analisti ritiene che le probabilità di una vera e propria guerra commerciale siano labili, sono tutti concordi nell’aspettarsi delle misure di ritorsione da parte della Cina. “Nello scenario improbabile che il disegno di legge diventi legge e che negli Stati Uniti si penalizzino le esportazioni cinesi, la Cina potrebbe reagire, ad esempio attraverso la tassazione delle multinazionali statunitensi in Cina”, ha detto Huang.

Nei giorni scorsi molti economisti statunitensi avevano espresso preoccupazione per i danni che il disegno di legge potrebbe portare alle relazioni commerciali. Il China Daily ha riportato alcuni commenti: “non è certo una buona notizia, la tensione Usa-Cina è l’ultima cosa di cui gli investitori hanno bisogno” ha detto Panos Mourdoukoutas, professore e presidente del Dipartimento di economia alla Long Island University. Se il disegno di legge dovesse diventare realtà, “saranno particolarmente vulnerabili le grandi multinazionali americane, con una forte presenza in Cina”, ha aggiunto.

Philip Levy, economista presso l’American Enterprise Institute, ha dichiarato, sempre al China Daily che “anche il presidente Obama ha indicato alcune preoccupazioni al riguardo anche se ancora non ha messo in chiaro una minaccia di veto sulla legge”.

[SPi per Lettera43]