Da lunedì 3 ottobre a venerdì 7: Liu Xiaobo, la sua visita ai parenti e la guerra tra Cina e Norvegia sul salmone, il libro della ex leader dell’89 Chai Ling, la battaglia commerciale tra Cina e Usa dopo le accuse di Obama a Pechino, per la manipolazione dello yuan. Lunedì 3 ottobre: Chai Ling e il nuovo libro
Chai Ling oggi vive a Boston, è sposata e ha tre figli. Nel 1989 era in Cina, a Pechino, in piazza Tienanmen. Era una delle leader del movimento studentesco, tra le più attive e le più cercate dagli allora giornalisti presenti nella capitale del Regno di Mezzo. Divenne celebre per i suoi discorsi al megafono, nei quali incoraggiava gli studenti a continuare lo sciopero della fame e la lotta contro le autorità. In questi giorni Chai Ling ha pubblicato un libro, “A Heart for Freedom”, vietato in Cina, nel quale racconta la propria esperienza del 1989 e le sue attività messe in piedi una volta arrivata negli Stati Uniti. Il South China Morning Post ha dedicato un articolo al nuovo libro, ripercorrendo la storia di Chai Ling, da studentessa in protesta a cattolica impegnata in campagne in difesa della donna contro gli aborti forzati, attraverso la sua associazione, All Girls Allowed.
Martedì 4 ottobre: no alla diga sino-birmana
Un alto dirigente cinese coinvolto nella politica cinese in Myanmar e nella realizzazione di Myit sone il progetto idroelettrico che coinvolgeva i due paesi, ha dichiarato al China Daily che il progetto di diga rifiutato dal governo di Myanmar, non rappresenterebbe un pericolo ecologico. Secondo i media locali, il presidente del Myanmar, Thien Sein, aveva sospeso i lavori perché preoccupato che la diga potesse creare un’inondazione in grado di sommergere decine di villaggi e la fuga di almeno 10 mila persone. Durante la settimana di vacanze autunnali in Cina, per celebrare la festa della Repubblica Popolare, i media locali affrontano la questione delle diga contesa, cercando una strenua difesa del proprio progetto nazionale ed evidenziando i vantaggi che la diga porterebbe all’economia birmana.
Mercoledì 5 ottobre: mezz’ora d’aria per Liu Xiaobo
A quasi un anno di distanza dalla nomina a premio Nobel per la pace 2010, in Cina si torna a parlare di Liu Xiaobo. Il dissidente, condannato a 11 anni di carcere e impossibilitato a ritirare il premio celebrato con una sedia vuota, sarebbe in buone condizioni di salute. Lo ha raccontato ai media il fratello, cui sarebbe stato permesso di incontrarlo in carcere. Un gesto di clemenza da parte di Pechino, cui si è aggiunta la possibilità per Liu Xiaobo di uscire dal carcere per raggiungere la sua famiglia in occasione della morte del padre. Un gesto che secondo alcuni annuncerebbe un possibile cambio di registro da parte delle autorità, nonostante la condanna e nonostante la moglie del dissidente, Liu Xia, sia da un anno ai domiciliari senza possibilità di comunicare con l’esterno.
Giovedì 6 ottobre: la guerra del salmone
Furiosa per il Premio Nobel assegnato un anno fa al dissidente cinese Liu Xiaobo, Pechino ha preso di mira l’industria del salmone norvegese, colpendo in modo drastico le esportazioni del paese nord europeo. Il South China Morning Post oggi 6 ottobre dedica una pagina alla guerra del salmone, ripercorrendo gli eventi salienti: dall’avvertimento della Cina, subito dopo l’assegnazione al Nobel a Liu Xiaobo, fino ai dati odierni che confermano quanto annunciato: “la scelta del Nobel, dissero i cinesi, danneggerà i rapporti tra Norvegia e Pechino”. Infatti, in un anno le esportazioni norvegesi sono passate da mille tonnellate e 65: un record negativo che danneggia pesantemente l’industria norvegese.
Venerdì 7 ottobre: risposta cinese ad attacco di Obama
Nei giorni scorsi la stampa cinese si era occupata a lungo della proposta di legge del senato Usa, circa misure protezionistiche mirate a danneggiare le esportazioni cinesi. Molti gli editoriali dei media cinesi di risposta all’operazione, nell’ambito di una più generale discussione dei rapporti tra Cina e Usa: lo yuan, le accuse Usa ai sussidi alla produzione cinese (è di ieri la notizia della denuncia al WTO da parte degli Usa di 200 casi di sostegni alla produzione cinese ritenuti scorretti), la diatriba delle isole nel mare cinese del sud che sembra portare a venti di guerra imminenti, il veto di Cina e Russia alle sanzioni Onu contro la Siria. “Non si deve utilizzare lo yuan per questioni politiche” ha tuonato il Global Times, cui rispondeva nella notte, poco dopo il discorso di Obama, un lancio di Xinhua: “quando si è in crisi, non bisogna porre rimedio danneggiando le economie di altri paesi”, era il titolo dell’articolo.
Altre segnalazioni:
– L’altra faccia della Mela
– La Cina dei sinologi
– Fotografi cinesi emergenti
[Immagine da Forbes]